Nel pomeriggo di ieri, personale del commissariato di p. S. Di santa maria c. V. (ce), diretto dal primo dirigente della polizia di stato dr. Arturo Compagnone, ha tratto in arresto, in flagranza di reato, per tentata esorsione, aggravata dall’avere agito al fine di agevolare l’organizzazione criminale denominata clan dei casalesi, i sottonotati pregiudicati:
1. Cassandra Giovanni, nato a s. Maria c.v. Il 14.6.1969 e residente a capua (ce), con precedenti di polizia;
2. Coronella Emilio, nato a caserta il 24.10.1979 e residente a s. Maria c.v., con precedenti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, falsità in atti, già sottoposto ad avviso orale
Nei giorni scorsi i due si erano rivolti al titolare di una rivendita di motocicli intimandogli di “mettersi a posto con casale” attraverso il pagamento di una somma di 6 mila euro da consegnare in tre distinte rate, la prima delle quali con scadenza alla prossima pasqua.
L’imprenditore con un pretesto prendeva tempo concordando con i due pregiudicati un successivo appuntamento ma denunciando la richiesta estorsiva al locale commissariato di santa maria c. V..
In occasione dell’incontro, fissato, appunto, nel pomeriggio di ieri, venivano predisposti servizi di appostamento con personale della polizia posizionato anche all’interno del negozio confuso tra i clienti.
Non appena il cassandra si rivolgeva all’imprenditore intimandogli nuovamente il pagamento del “pizzo”, i poliziotti, che avevano modo di udire direttamente le minacce rivolte al commerciante che si rifiutava di pagare, bloccavano ed arrestavano i due pregiudicati.
Cassandra giovanni e’ genero di aversano stabile andrea, cl. 46 , condannato per associazione di stampo mafioso a 7 anni di relusione e cognato di aversano stabile luigi, cl. 75, anch’egli arrestato e condannato per 416 bis, entrambi storici referenti del clan dei casalesi nell’area compresa tra i comuni di capua, santa maria capua vetere, grazzanize e santa maria la fossa. Lo stesso, in passato era stato oggetto di un provvedimento di divieto di detenzione armi per avere favorito la latitanza dei due congiunti.