Italia Nostra Sezione di Caserta, in riferimento al Piano Casa della Regione Campania, esprimendo la propria ferma contrarietà a una legge che rischia di incrementare il caos urbanistico, esprime grave preoccupazione per quanto può accadere nel Comune capoluogo. La legge infatti prevede l’incremento del 20% delle cubature degli edifici esistenti, e del 35% in caso di abbattimento e ricostruzione.
Si prevede anche la possibilità, su proposta dei proprietari, della trasformazione di aree urbane degradate in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, purchè si destini una parte dell’intervento a edilizia sociale.
Il termine fissato per definire in Consiglio Comunale le aree escluse dall’applicazione della legge cade il prossimo 28 febbraio. La cittadinanza, ai sensi della normativa europea, ormai recepita nel nostro ordinamento, deve essere consultata per ogni piano o programma urbanistico.
SI CHIEDE, PERTANTO, CHE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONVOCHI URGENTEMENTE UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO AGLI INTERVENTI DI CITTADINI E ASSOCIAZIONI, affinché si possano conoscere le reali intenzioni sulle numerose aree, industriali e militari dismesse o in via di dismissione, presenti sul territorio comunale di Caserta. IN PARTICOLARE, L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE AFFERMI CHIARAMENTE L’ESCLUSIONE DELLE AREE DISMESSE, A PARTIRE DALLA ST. GOBAIN.
E’ indispensabile che gli interventi edilizi vengano sottratti alla logica della contrattazione con la proprietà fondiaria e con gli imprenditori del cemento e si ritorni nell’alveo della pianificazione urbanistica, a partire dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e dal Piano Urbanistico Comunale. Ogni fabbisogno abitativo delle fasce meno abbienti può e deve trovare risposta in un reale recupero dei centri storici, che rischiano sempre più di svuotarsi della funzione residenziale, per trasformarsi in attività terziarie.
In ogni caso, Italia Nostra ritiene che debba escludersi per Caserta ogni ulteriore consumo di suolo e ogni cementificazione, e il PUC debba prevedere soltanto il risanamento ambientale, a partire dalle aree di cava, e la dotazione degli standard urbanistici, a cominciare dal verde pubblico, assolutamente carente.
In particolare sarebbe delittuoso cementificare, col pretesto dell’edilizia sociale, l’area verde di pertinenza dei Mulini Reali di S.Benedetto, di Carlo Vanvitelli.