Le febbrili consultazioni e le controverse dichiarazioni di questi giorni, offrono un quadro completo ed esauriente del bailamme politico in cui si trova Santa Maria Capua Vetere. L’ingresso nell’UDC nella maggioranza ed il suo rafforzamento con l’adesione, sicuramente fittizia, di quattro fedelissimi di Giudicianni , non ha fatto onore ad un partito che in Italia è in forte ascesa e che potrebbe, se facesse chiarezza, assumere un ruolo determinante nel quadro politico nazionale e locale. L’on. Zinzi non può trincerarsi in dichiarazioni che definiscono l’Amministrazione Comunale si santa Maria Capua Vetere mista; tali dichiarazioni che non trovano riscontro in quelle di importanti componenti della maggioranza di sinistra che, ribaltando il voto dei cittadini, governa illegittimamente Santa Maria.
La nomenclatura dell’UDC è stata sempre contraria all’ingresso del partito in maggioranza e farebbe bene a discostarsene, anche alla luce che la candidatura alle provinciali di qualche consigliere nella coalizione di centro destra, contravverrebbe a tutte le indicazioni che provengono dal PD e dagli ex Socialisti. È meglio salvare la faccia piuttosto che continuare a stare in una coalizione che non rispecchia l’attuale situazione politica sammaritana e che ha registrato l’adesione al partito di consiglieri che, se si mutasse l’indirizzo politico dell’ UDC, non disdegnerebbero di andare via dal partito con il quale non hanno alcuna affinità e di cui si servono solo per i giochi di potere atti a mantenere in vita una coalizione tesa solo a portare avanti progetti speculatori e non il benessere della città.
La professoressa Chirico, dal canto suo, avrebbe il dovere sacrosanto di ribellarsi a questo stato di cose che si è determinato e non soggiacere alla smania di potere di alcuni suoi adepti che non hanno fatto altro se non discreditare la sua immagine politica e quella del partito cui appartiene.
Ci si dovrebbe rendere conto che in questi primi anni di amministrazione Giudicianni si sono solo realizzati errori grossolani e posti in cantiere progetti speculatori e fortemente dannosi per gli interessi della Citta; non si è avuta la minima cura del futuro e del benessere della popolazione, della salvaguardia e la cura degli edifici scolastici, della salute pubblica e dell’equilibri urbanistico ed ambientali. Da tutto ciò Giudicianni ed i suoi adepti, se avessero un poco di dignità, dovrebbero trarne le logiche conclusioni, dimettendosi.