Pene di reclusione inflitte dalla settima Corte di Appello di Napoli
Luigi Brunitto anni 4 mesi 4 giorni 15
Vincenzo Diana anni 3 mesi 4 giorni 15
Antonio Faiella anni 4 mesi 1 giorni 15
Ercole Sacchi anni 4 mesi 6 giorni 15
Alfonso Schiavone anni 4 mesi 4 giorni 15
Acanfora Giuseppe anni 2 giorni 15 ( condonato )
Bisognano Nicola anni 2 pena sospesa
Borreca Carmine anni 2 15 giorni ( condonato )
Gagliano Vito anni 2 mesi 1 (condonato)
Juliano Andrea anni 2 mesi 1 (condonato)
Mormile Raffaele anni 2 pena sospesa
Pezone Salvatore anni 2 giorni 15 condonato
Sacco Claudio anni 2 mesi 2 ( condonato )
Schettino Felice anni 2 giorni 15 ( condonato )
Tuccillo Carmine anni 2 mesi 2 ( condonato )
Mirra Guglielmo anni 6 pena rideterminata con altre sentenze irrevocabili
Fiorillo Antimo anni 1 mesi 6 pena sospesa
Carmine Schiavone 10 mesi di reclusione
Luigi Brunitto anni 4 mesi 4 giorni 15
Vincenzo Diana anni 3 mesi 4 giorni 15
Antonio Faiella anni 4 mesi 1 giorni 15
Ercole Sacchi anni 4 mesi 6 giorni 15
Alfonso Schiavone anni 4 mesi 4 giorni 15
Acanfora Giuseppe anni 2 giorni 15 ( condonato )
Bisognano Nicola anni 2 pena sospesa
Borreca Carmine anni 2 15 giorni ( condonato )
Gagliano Vito anni 2 mesi 1 (condonato)
Juliano Andrea anni 2 mesi 1 (condonato)
Mormile Raffaele anni 2 pena sospesa
Pezone Salvatore anni 2 giorni 15 condonato
Sacco Claudio anni 2 mesi 2 ( condonato )
Schettino Felice anni 2 giorni 15 ( condonato )
Tuccillo Carmine anni 2 mesi 2 ( condonato )
Mirra Guglielmo anni 6 pena rideterminata con altre sentenze irrevocabili
Fiorillo Antimo anni 1 mesi 6 pena sospesa
Carmine Schiavone 10 mesi di reclusione
Truffa Aima la corte di appello di appello emette la sentenza condannando 18 persone , ma assolvendo 197 imputati, molti per prescrizione, che adesso chiedono il risarcimento del danno stratosferico per la lungaggine del procedimento , ma soprattutto per l’assoluzione . Una su tutte la lievissima condanna al collaboratore di giustizia Carmine Schiavone a 10 mesi di reclusione , ben diretto dall’avvocato Andrea di Croce, che oggi risulta un uomo libero. E’ stato lui che con le sue dichiarazioni ha aperto il muro di omertà nel clan dei casalesi. Delle 64 condanne, che erano state richieste dal sostituto procuratore generale dottor Sensale soltanto 17 sono state quantificate dalla corte di appello. Anche per gli assolti ci sono state richieste di condanna. Ieri i giudici napoletani della corte di appello dopo numerose ore in camera di consiglio hanno emesso la sentenza di condanna, facendo reggere il teorema accusatorio soltanto per 40 capi di imputazioni dei 700 a cui la Dda di Napoli aveva iscritto ai 262 indagati . Il processo fu il regalo di natale del dicembre 2003, dopo oltre quindici ore di camera di consiglio e a distanza di cinque anni dal blitz scattato nell'estate del 1998. Iniziato quasi quattro anni fa, il processo, svoltosi davanti alla prima sezione penale (presidente Gabriella Casella) del tribunale sammaritano, vedeva imputate 214 persone dagli iniziali 262 indagati: decine i faldoni del procedimento contenenti migliaia di pagine di atti processuali. Sessantaquattro le persone (tra cui imprenditori, militari della Guardia di Finanza e personaggi ritenuti vicini ad ambienti camorristici) furono destinatarie di condanne, mentre 150 furono le assoluzioni: va precisato che molti degli imputati condannati per un determinato capo d'accusa, sono stati assolti da altre contestazioni anche in secondo grado . Tra le accuse formulate, quelle di associazione camorristica, corruzione, frode ai danni dell'Aima nell'erogazione dei contributi comunitari e falsità in atto pubblico. Ma le condanne effettive sono state 6 otto sono state condannate nel corso del processo, 3 invece sostate di chiatte sospese Le condanna maggiore a Guglielmo Mirra 6 anni (quest'ultimo ex amministratore del comune di Santa Maria La Fossa). Le ordinanze cautelari scattate nel 1998 riguardarono finanzieri, funzionari regionali, funzionari per il Commercio Estero e titolari di aziende agricole: quelle ritenute legate ad esponenti della criminalità organizzata e quelle che invece avrebbero messo in atto la truffa all'Aima senza nessun appoggio della camorra. Episodi che risalgono ad una quindicina di anni fa, come la «genesi» della mastodontica inchiesta che raccoglie più filoni tra cui quello che scaturì dall'indagine dell'ex giudice istruttore del Tribunale sammaritano Vincenzo Scolastico.