Nella frazione Casamare
GRAVI INADEMPIENZE DEI COMUNI DI CELLOLE E SESSA AURUNCA
IL TAR SOSPENDE IL PROVVEDIMENTO PER L’ABBATTIMENTO DI UN POZZO ORDINATO DALLA PROVINCIA – UN BAR BERSAGLIATO DA INGIUSTI PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI – COSTITUITO UN COMITATO PER IL PROBLEMA DELLA MANCANZA D’ACQUA – VARI GIUDIZI IN CORSO -
Sessa Aurunca ( Mediapress)- Un ulteriore tassello del puzzle della “questione acqua della frazione Casamare” è stato scritto dal TAR di Napoli. E’ noto, infatti, che il borgo Casamare (in parte frazione di Cellole e in parte frazione di Sessa Aurunca) non ha né una condotta idrica comunale né una rete fognaria. Quello che in passato era un borgo di contadini oggi è cresciuto anche perché attraversato dalla SS. Appia, ed è diventato sede di diversi esercizi commerciali frequentati non solo dagli abitanti del luogo, ma anche dai vari utenti e turisti che transitano sulla SS. Appia. Poco prima dell’estate, a seguito di vari controlli scaturiti dall’uso delle acque si è abbattuta su alcuni titolari di esercizi commerciali di Casamare la mannaia dei provvedimenti amministrativi di tipo restrittivo. Tra gli altri, a farne le spese anche l’unico Bar della frazione, molto frequentato da passanti e locali. La titolare del bar, da sempre ligia al proprio dovere, se da un lato a seguito di vari controlli ha ulteriormente perfezionato ogni struttura per la tutela degli utenti del bar nel rispetto delle vigenti leggi, da un altro lato è stata costretta a rivolgersi al proprio legale di fiducia, Avvocato Giuseppe Monarca di Sessa Aurunca per resistere a vari provvedimenti e per tutelare i propri diritti. L’Avvocato Giuseppe Monarca, infatti, dopo un attento esame per individuare la competenza ( essendo il settore - come è noto – anche disciplinato dal Tribunale Superiore delle Acqua Pubbliche con un coacervo di leggi e regolamenti, ciarpame addirittura di regi decreti ) nell’interesse della titolare dell’esercizio commerciale (e dei proprietari dell’intero stabile composto da vari appartamenti) ha depositato tempestivamente un ricorso al TAR di Napoli nei confronti dell’ordinanza di abbattimento e sigillatura del pozzo emessa dal Settore Acque Pubbliche della Provincia di Caserta ai danni della titolare del Bar, e, a seguito di discussione orale con cui illustrava non solo le problematiche particolari, ma anche quelle generali del territorio, ha ottenuto in data 3 settembre 2009 un provvedimento positivo dal TAR di Napoli che ha sospeso l’ordinanza di demolizione e sigillatura del pozzo asservito allo stabile. La situazione, comunque, si presta ad ulteriori risvolti considerato i notevoli costi che il predetto Bar deve sostenere per acquistare l’acqua potabile, nonché quelli sostenuti per impiantare un cisterna in regola, e , pertanto, non si escludono ulteriori iniziative giudiziarie per i danni derivanti dalla omissione degli Enti pubblici che non garantiscono quello che è un diritto primordiale di ogni cittadino e di ogni essere umano, specie se contribuente, appunto l’acqua, bene vitale. Anche questa volta le amministrazioni interessate (Cellole, Sessa Aurunca) si distinguono per un primato al negativo: in Italia, il paese del cosiddetto “oro bianco”, ossia il Paese dell’abbondanza delle acque, si assiste impotenti alle omissioni delle amministrazioni comunali che, non intervenendo con idonee infrastrutture, negano i più elementari diritti ai cittadini, quelli collegati alla stessa sopravvivenza. E così, in una dinamica degna di un romanzo di KafKa, i cittadini, costretti ad arrangiarsi come meglio possono con pozzi e quant’altro per avere l’acqua, non possono fare a meno di incappare nelle maglie delle severe leggi che regolamentano il settore, essendo l’acqua un bene pubblico, il cui attingi mento è integralmente regolamentato dalle leggi, sia in ordine al regime autorizzatorio, sia in ordine alle infrastrutture necessarie per l’attingimento: oltre al danno, anche la beffa! Bene farebbe, la Provincia di Caserta, a controllare i pozzi dei latifondisti, nuovi acquirenti terrieri della zona presenti nelle varie compagne di Sessa Aurunca e di Cellole, che attingono notevoli quantità di acqua per le produzioni agricole anziché i piccoli commercianti che dedicano la loro vita e le loro attività alle utenze basilari per la sussistenza di un paese. Si vocifera che gli abitanti di Casamare vogliano associarsi in un comitato per far valere, in maniera compatta, i propri diritti di cittadini, al fine di ottenere dagli enti competenti le infrastrutture necessarie per la loro sussistenza in un territorio che si allontana sempre di più dal resto del mondo civile.
GRAVI INADEMPIENZE DEI COMUNI DI CELLOLE E SESSA AURUNCA
IL TAR SOSPENDE IL PROVVEDIMENTO PER L’ABBATTIMENTO DI UN POZZO ORDINATO DALLA PROVINCIA – UN BAR BERSAGLIATO DA INGIUSTI PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI – COSTITUITO UN COMITATO PER IL PROBLEMA DELLA MANCANZA D’ACQUA – VARI GIUDIZI IN CORSO -
Sessa Aurunca ( Mediapress)- Un ulteriore tassello del puzzle della “questione acqua della frazione Casamare” è stato scritto dal TAR di Napoli. E’ noto, infatti, che il borgo Casamare (in parte frazione di Cellole e in parte frazione di Sessa Aurunca) non ha né una condotta idrica comunale né una rete fognaria. Quello che in passato era un borgo di contadini oggi è cresciuto anche perché attraversato dalla SS. Appia, ed è diventato sede di diversi esercizi commerciali frequentati non solo dagli abitanti del luogo, ma anche dai vari utenti e turisti che transitano sulla SS. Appia. Poco prima dell’estate, a seguito di vari controlli scaturiti dall’uso delle acque si è abbattuta su alcuni titolari di esercizi commerciali di Casamare la mannaia dei provvedimenti amministrativi di tipo restrittivo. Tra gli altri, a farne le spese anche l’unico Bar della frazione, molto frequentato da passanti e locali. La titolare del bar, da sempre ligia al proprio dovere, se da un lato a seguito di vari controlli ha ulteriormente perfezionato ogni struttura per la tutela degli utenti del bar nel rispetto delle vigenti leggi, da un altro lato è stata costretta a rivolgersi al proprio legale di fiducia, Avvocato Giuseppe Monarca di Sessa Aurunca per resistere a vari provvedimenti e per tutelare i propri diritti. L’Avvocato Giuseppe Monarca, infatti, dopo un attento esame per individuare la competenza ( essendo il settore - come è noto – anche disciplinato dal Tribunale Superiore delle Acqua Pubbliche con un coacervo di leggi e regolamenti, ciarpame addirittura di regi decreti ) nell’interesse della titolare dell’esercizio commerciale (e dei proprietari dell’intero stabile composto da vari appartamenti) ha depositato tempestivamente un ricorso al TAR di Napoli nei confronti dell’ordinanza di abbattimento e sigillatura del pozzo emessa dal Settore Acque Pubbliche della Provincia di Caserta ai danni della titolare del Bar, e, a seguito di discussione orale con cui illustrava non solo le problematiche particolari, ma anche quelle generali del territorio, ha ottenuto in data 3 settembre 2009 un provvedimento positivo dal TAR di Napoli che ha sospeso l’ordinanza di demolizione e sigillatura del pozzo asservito allo stabile. La situazione, comunque, si presta ad ulteriori risvolti considerato i notevoli costi che il predetto Bar deve sostenere per acquistare l’acqua potabile, nonché quelli sostenuti per impiantare un cisterna in regola, e , pertanto, non si escludono ulteriori iniziative giudiziarie per i danni derivanti dalla omissione degli Enti pubblici che non garantiscono quello che è un diritto primordiale di ogni cittadino e di ogni essere umano, specie se contribuente, appunto l’acqua, bene vitale. Anche questa volta le amministrazioni interessate (Cellole, Sessa Aurunca) si distinguono per un primato al negativo: in Italia, il paese del cosiddetto “oro bianco”, ossia il Paese dell’abbondanza delle acque, si assiste impotenti alle omissioni delle amministrazioni comunali che, non intervenendo con idonee infrastrutture, negano i più elementari diritti ai cittadini, quelli collegati alla stessa sopravvivenza. E così, in una dinamica degna di un romanzo di KafKa, i cittadini, costretti ad arrangiarsi come meglio possono con pozzi e quant’altro per avere l’acqua, non possono fare a meno di incappare nelle maglie delle severe leggi che regolamentano il settore, essendo l’acqua un bene pubblico, il cui attingi mento è integralmente regolamentato dalle leggi, sia in ordine al regime autorizzatorio, sia in ordine alle infrastrutture necessarie per l’attingimento: oltre al danno, anche la beffa! Bene farebbe, la Provincia di Caserta, a controllare i pozzi dei latifondisti, nuovi acquirenti terrieri della zona presenti nelle varie compagne di Sessa Aurunca e di Cellole, che attingono notevoli quantità di acqua per le produzioni agricole anziché i piccoli commercianti che dedicano la loro vita e le loro attività alle utenze basilari per la sussistenza di un paese. Si vocifera che gli abitanti di Casamare vogliano associarsi in un comitato per far valere, in maniera compatta, i propri diritti di cittadini, al fine di ottenere dagli enti competenti le infrastrutture necessarie per la loro sussistenza in un territorio che si allontana sempre di più dal resto del mondo civile.