dal Corriere del Mezzogiorno di oggi pubblicato da Franco Tontoli
CASERTA — All’uscita del casello nord dell’autosole, il palo della segnaletica è una faretra di frecce e tra quelle che indirizzano a ristoranti e hotel spiccano le indicazioni per tre località, oltre al centro urbano: Aversa, Castel Volturno e Pontelatone. La provincia di Caserta ha 104 comuni, da qui si può proseguire per ciascuna cittadina della centuria; ma Pontelatone, perché un’indicazione per un 'paesino ridente', come si dice stucchevolmente delle località dell’entroterra, baciate dalla pace delle colline, peraltro non l’unico a vantare questa caratteristica? La ragione del privilegio va ricercata nel decennio dal 1983 e il 1993. A Pontelatone doveva essere realizzato un campo di golf, il «Borboni Napoli Golf & Country Club», il primo green della Campania con 18 buche, un impianto da venti miliardi delle allora lire previsto per il 1993. E che ancora non c’è. Ma c’è, invece, l’insegna toponomastica per la cui installazione si batterono, all’epoca, i sindaci del comprensorio collinare con Carlo Patrucco, presidente del Napoli Golf.
Il progetto del green fu affidato a un campione del tempo, Jack Nicklaus che disegnò un percorso lungo 63 ettari, con contorno di palestre, campi da tennis e piscine, impianti che avrebbero richiamato ristoranti e bar e altri locali di intrattenimento. Pontelatone sarebbe così diventata una Montecarlo senza mare liquido e salino ma con tanto mare verde e onde collinari che ancora la caratterizzano. «Ma ci voleva una segnaletica stradale adeguata per indirizzare i golfisti a Pontelatone — racconta Antonio Ventre, all’epoca deputato al parlamento — e si sudarono le rituali sette camicie per avere dall’Anas l’autorizzazione. E, insieme alla troppo frettolosa insegna, si avviò l’iter per ottenere l’apertura di un casello di uscita autostradale a Santa Maria Capua Vetere, sempre per indirizzare al realizzando campo di golf gli appassionati di tutta Italia. Si batterono Nicola Di Muro e con lui i sindaci Raffaele Raucci di San Tammaro, di Franco Zibella e Stefano Paolino di San Prisco. Animatore più di tutti del progetto-golf e casello autostradale, l’architetto Luigi Piscitelli, amico personale di Bettino Craxi». Il progetto, indubbiamente faraonico, non è mai decollato, l’indicazione per Pontelatone all’uscita autostradale di Caserta restava e, lentamente, proseguiva il cammino della pratica per ottenere un casello di uscita a Santa Maria Capua Vetere. «Il casello è stato inaugurato nel dicembre scorso, dopo ben 26 anni — ricorda l’ex parlamentare — e molti politici e pubblici amministratori di oggi se ne sono attribuiti la genitura. Ma storia e cronache dimostrano che furono altri». E, fra questi, anche un cartello toponomastico che fece da staffetta, ma per il casello non per il campo di golf rimasto allo stato progettuale.
Il progetto del green fu affidato a un campione del tempo, Jack Nicklaus che disegnò un percorso lungo 63 ettari, con contorno di palestre, campi da tennis e piscine, impianti che avrebbero richiamato ristoranti e bar e altri locali di intrattenimento. Pontelatone sarebbe così diventata una Montecarlo senza mare liquido e salino ma con tanto mare verde e onde collinari che ancora la caratterizzano. «Ma ci voleva una segnaletica stradale adeguata per indirizzare i golfisti a Pontelatone — racconta Antonio Ventre, all’epoca deputato al parlamento — e si sudarono le rituali sette camicie per avere dall’Anas l’autorizzazione. E, insieme alla troppo frettolosa insegna, si avviò l’iter per ottenere l’apertura di un casello di uscita autostradale a Santa Maria Capua Vetere, sempre per indirizzare al realizzando campo di golf gli appassionati di tutta Italia. Si batterono Nicola Di Muro e con lui i sindaci Raffaele Raucci di San Tammaro, di Franco Zibella e Stefano Paolino di San Prisco. Animatore più di tutti del progetto-golf e casello autostradale, l’architetto Luigi Piscitelli, amico personale di Bettino Craxi». Il progetto, indubbiamente faraonico, non è mai decollato, l’indicazione per Pontelatone all’uscita autostradale di Caserta restava e, lentamente, proseguiva il cammino della pratica per ottenere un casello di uscita a Santa Maria Capua Vetere. «Il casello è stato inaugurato nel dicembre scorso, dopo ben 26 anni — ricorda l’ex parlamentare — e molti politici e pubblici amministratori di oggi se ne sono attribuiti la genitura. Ma storia e cronache dimostrano che furono altri». E, fra questi, anche un cartello toponomastico che fece da staffetta, ma per il casello non per il campo di golf rimasto allo stato progettuale.