La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 16 luglio 2009

STORIA DELLA PROVINCIA DI CASERTA . ECCO COME I POLITICI DELL'EPOCA PENSAVANO AL TERRITORIO

dal Corriere del Mezzogiorno di oggi pubblicato da Franco Tontoli
CASERTA — All’uscita del casello nord dell’autosole, il palo della segnaletica è una fa­retra di frecce e tra quelle che indirizzano a ristoranti e hotel spiccano le indicazioni per tre località, oltre al centro urba­no: Aversa, Castel Volturno e Pontelatone. La provincia di Caserta ha 104 comuni, da qui si può proseguire per ciascu­na cittadina della centuria; ma Pontelatone, perché un’indica­zione per un 'paesino riden­te', come si dice stucchevol­mente delle località dell’entro­terra, baciate dalla pace delle colline, peraltro non l’unico a vantare questa caratteristica? La ragione del privilegio va ri­cercata nel decennio dal 1983 e il 1993. A Pontelatone dove­va essere realizzato un campo di golf, il «Borboni Napoli Golf & Country Club», il pri­mo green della Campania con 18 buche, un impianto da ven­ti miliardi delle allora lire pre­visto per il 1993. E che ancora non c’è. Ma c’è, invece, l’inse­gna toponomastica per la cui installazione si batterono, al­l’epoca, i sindaci del compren­sorio collinare con Carlo Pa­trucco, presidente del Napoli Golf.
Il progetto del green fu affidato a un campione del tempo, Jack Nicklaus che dise­gnò un percorso lungo 63 etta­ri, con contorno di palestre, campi da tennis e piscine, im­pianti che avrebbero richiama­to ristoranti e bar e altri locali di intrattenimento. Pontelato­ne sarebbe così diventata una Montecarlo senza mare liqui­do e salino ma con tanto mare verde e onde collinari che an­cora la caratterizzano. «Ma ci voleva una segnaletica strada­le adeguata per indirizzare i golfisti a Pontelatone — rac­conta Antonio Ventre, all’epo­ca deputato al parlamento — e si sudarono le rituali sette ca­micie per avere dall’Anas l’au­torizzazione. E, insieme alla troppo frettolosa insegna, si avviò l’iter per ottenere l’aper­tura di un casello di uscita au­tostradale a Santa Maria Ca­pua Vetere, sempre per indiriz­zare al realizzando campo di golf gli appassionati di tutta Italia. Si batterono Nicola Di Muro e con lui i sindaci Raffae­le Raucci di San Tammaro, di Franco Zibella e Stefano Paoli­no di San Prisco. Animatore più di tutti del progetto-golf e casello autostradale, l’architet­to Luigi Piscitelli, amico perso­nale di Bettino Craxi». Il pro­getto, indubbiamente faraoni­co, non è mai decollato, l’indi­cazione per Pontelatone al­l’uscita autostradale di Caser­ta restava e, lentamente, pro­seguiva il cammino della prati­ca per ottenere un casello di uscita a Santa Maria Capua Ve­tere. «Il casello è stato inaugu­rato nel dicembre scorso, do­po ben 26 anni — ricorda l’ex parlamentare — e molti politi­ci e pubblici amministratori di oggi se ne sono attribuiti la genitura. Ma storia e cronache dimostrano che furono altri». E, fra questi, anche un cartello toponomastico che fece da staffetta, ma per il casello non per il campo di golf rimasto al­lo stato progettuale.