La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 28 luglio 2010

Iva fatturata ma non versata. Le Entrate scoprono una frode carosello da 22 milioni di euro

L’Ufficio Antifrode della Direzione Regionale delle Entrate della Campania ha scoperto una frode carosello nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ittici, per un importo di circa 22 milioni di euro, tra Iva non versata (12 milioni) e maggiore imposta accertata Ires e Irap (10 milioni).




Il progetto evasivo – Un soggetto interposto (missing trader) operante nell’import di prodotti ittici dalla Grecia, emette, a partire dal 2005, fatture con Iva, senza mai effettuare alcun versamento di imposta, nei confronti di una società acquirente per un imponibile complessivo di 34 milioni di euro. Quest’ultima acquista la merce dal fornitore (il soggetto interposto o missing trader) per poi rivenderla alla grande distribuzione.

Il missing trader, che non versa l'Iva né imposte dirette, emette fatture con regolare addebito dell’Iva nei confronti della società acquirente, applicando, però, prezzi di vendita inferiori allo stesso costo di acquisto della merce.

Questo meccanismo consente di immettere sul mercato la merce ad un prezzo inferiore in quanto non caricato dell'Iva dovuta ma non versata.



La ricostruzione della frode - Lo schema fraudolento risulta chiaro da un’analisi congiunta degli aspetti patrimoniali, economici ed organizzativi delle due società italiane. Il missing trader non ha infatti dipendenti se non l’amministratore unico e non risulta documentato il possesso dei beni strumentali necessari per lo svolgimento dell’attività operativa. La società interposta, inoltre, pur gestendo un notevole volume d’affari, non possiede alcun affidamento bancario ed è stata guidata dall’attuale amministratore della società acquirente.

Al termine dell’indagine, i soggetti coinvolti nella frode sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria competente.

Il recupero delle imposte evase avverrà tramite l’emissione di avvisi di accertamento.



“Con questa operazione – afferma il Direttore Regionale delle Entrate Enrico Sangermano - la struttura antifrode della Direzione Regionale porta a casa un bel risultato per l’erario. L’attività investigativa di intelligence continuerà lungo questo indirizzo per il presidio efficace del territorio, con azioni specifiche e mirate di contrasto all’evasione”.