La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 26 marzo 2014

OMICIDIO MERCURIO - LA SQUADRA SI ALESSANDRO TOCCO ESEGUE LA MISURA RESTFITTIVA NEI CONFRONTI DI UN UFFICIALE DELL'ESERCITO

Nella serata di Lunedì 24 marzo, a Frignano (CE), la Squadra Mobile di Caserta, diretta dal Vice Questore dr. Alessandro TOCCO, ha arrestato MERCURIO Antonio, nato a Frignano (CE) il 14.11.1943, ivi res., colonnello dell’esercito in quiescenza, in quanto colpito da un ordine di carcerazione emesso dalla
Procura della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, essendo divenuta esecutiva una condanna a 12 anni e 7 mesi di reclusione emessa dalla Corte di Assise di Appello di Napoli, per i reati di omicidio aggravato e porto abusivo di arma comune da sparo. In particolare, MERCURIO Antonio è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio del fratello MERCURIO Carmine, cl. ’63, assassinato a colpi di pistola nel giugno 2010, al culmine di una disputa concernente la proprietà comune di un fondo agricolo.
Dopo l’omicidio era stato arrestato in flagranza di reato essendosi consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine, consegnando la pistola, una semiautomatica cal. 22, legalmente detenuta, con la quale aveva sparato al congiunto.
L’omicida, peraltro, aveva invocato la legittima difesa a giustificazione del suo gesto, infatti, secondo la sua versione, la vittima lo avrebbe affrontato con un grosso coltello a seguito di una violenta lite scaturita da dissidi relativi alla gestione di un fondo di proprietà comune, per cui, temendo di essere colpito, gli sparò.
La versione, evidentemente, non ha convinto i magistrati che hanno pronunciato la sentenza di condanna, irrevocabile, eseguita dalla Squadra Mobile di Caserta.