La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 1 dicembre 2011

RIFIUTI IN PROVINCIA ECCO LE RAGIONE E COME E' STATO ATTUATO IL PIANO PROVINACIALE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALE DEL 2009

La Provincia di Caserta ha provveduto a redigere il proprio Piano Provinciale di Gestione Rifiuti Urbani & Speciali nel 2009 e ad avviare la fase di VAS nell’autunno del 2010 redigendo il previsto Rapporto Ambientale ed avviando la fase di consultazione. Il Piano si pone un obiettivo fondamentale, in linea e in ottemperanza con la Direttiva 2006/12/CE e il D. Lgsvo 152/2006 s.m.i., ossia il raggiungimento di un’autonomia gestionale (dalla fase di raccolta allo smaltimento del rifiuto non valorizzabile altrimenti) ottenuta nel rispetto del criterio di prossimità attraverso l’attivazione di una raccolta differenziata sostenibile e coerente con le richieste di mercato e la realizzazione di una dotazione impiantistica per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti residuali e speciali non pericolosi. Il raggiungimento dell’autosufficienza provinciale sia per i rifiuti urbani che per gli speciali non pericolosi (attualmente gestiti fuori provincia o illegalmente) è inscindibilmente legato alla realizzazione di un impianto di termovalorizzazione con una portata annua media di ingresso di circa 250.000t/anno di rifiuti di origine urbana che sia in grado di trattare anche i rifiuti stoccati “provvisoriamente” su piazzole oltre che di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica differenziata di circa 60.000t/anno.

La potenzialità dell’impianto è facilmente ottenibile senza dover fare conti complicati:

produzione pro-capite: 1,2kg/ab/giorno

popolazione: 1.000.000ab

produzione totale: 1.200.000kg/giorno=438.000t/anno

con una raccolta differenziata media del 50% si ha:

produzione rifiuto non recuperabile: 219.000t/anno

a cui vanno aggiunti:

scarti non conformi dalla differenziata + compost fuori specifica:

27.000t/anno+26.000t/anno=53.000t/anno

per un totale di: 272.000t/anno

rifiuti stoccati su piazzole pari a: 750.000t

per una potenzialità in 20 anni di: 37.500t/anno

quindi: 272.000+37.500≅310.000t/anno

Dopo 20 anni avremo ripulito il territorio provinciale e la linea si sarà ripagata quindi potrà essere chiusa se non necessaria. La potenzialità è quindi: 219.000t/anno per smaltire l’indifferenziato che sale a 272.000t/anno per garantirci autosufficienza e prezzi più bassi smaltendo anche gli scarti della filiera differenziata. Si arriva a 310.000t/anno se si dovranno eliminare i rifiuti stoccati “provvisoriamente” sul nostro territorio negli ultimi anni. Ovviamente si potrebbe anche fare un’ennesima discarica, che aggraverebbe ulteriormente lo stato di salute del territorio, innalzerebbe la TARSU ulteriormente e probabilmente verrebbe “utilizzata” dalla Regione nella prossima (molto prossima) emergenza rifiuti.

Va comunque precisato che è altamente probabile che la Provincia sia costretta a procedere al trasporto di tali rifiuti in discarica per obbligo normativo o per l’insorgenza di problemi ambientali. In questo caso (e si comprende, quindi, perché il dato sulla potenzialità dell’impianto non sia ancora definitivo) non sarà necessario smaltire nell’impianto le 37500 t/anno di rifiuti stoccati. Ovviamente, in tal caso, la Provincia dichiarerà lo stato d’emergenza, avendo esaurito la volumetria residua della discarica.

Per la realizzazione di tali impianti la Regione Campania avrebbe dovuto, ai sensi della Legge 1/2011 nominare “commissari straordinari per ………”. La nomina per il Commissario che avrebbe dovuto avere funzioni di stazione appaltante per l’impianto di termovalorizzazione, pur richiesta fin dalla primavera 2011 non è stata mai effettuata bloccando di fatto la procedura di progettazione ed appalto. Da tale azione, e da molte altre che non si riportano per brevità, nasce il concreto sospetto dell’esistenza di un disegno, non riportato in alcun Piano ma purtroppo appare chiaro, di costruire una filiera industriale di gestione integrata autonoma ed economicamente sostenibile unicamente per l’asse Napoli-Salerno, lasciando che le altre province non abbiano né il ritorno economico di un impianto di recupero energetico (unica voce di costo positiva rispetto a quelle di raccolta, selezione, bio-stabilizzazione, smaltimento in discarica che costituiscono il computo della TARSU) né l’autonomia gestionale (sancita dalla Legge 26/2009). E’ ancora più grave dover rilevare che è ormai evidente, a dispetto di quanto previsto dal documento inviato a Bruxelles dalla Regione Campania e di quanto previsto da ogni normativa nazionale ed europea, il progetto di delocalizzare il termovalorizzatore di Napoli Est a Giugliano - Villa Literno dimensionandolo non pari a 400.000t/anno (potenzialità prevista) ma di oltre il doppio realizzando di fatto un impianto molto più grande di quello di Acerra. Infatti, per smaltire le 8 milioni di ecoballe stoccate ci vogliono 1250t/giorno per 20 anni, per smaltire quelli della provincia di Caserta ci vogliono circa 750t/giorno e aggiungendo quelli di Napoli si arriva a potenzialità dell’ordine di 1.000.000t/anno (Acerra è 600.000t/anno). Un impianto di tali dimensioni è al di fuori di ogni logica di sostenibilità e da ogni criterio di prossimità e l’unico motivo per cui si vuole arrivare ad un tale obiettivo è solo ed esclusivamente la sostituzione del business da “emergenza rifiuti” ad un business almeno paragonabile.

A ulteriore sostegno dell’esigenza che la Provincia di Caserta ha di realizzare una gestione industriale della filiera di gestione dei rifiuti occorre comprendere quale sia la situazione attuale. La provincia di Caserta è attualmente l’unica ad essere autonoma dal punto di vista dello smaltimento grazie alla discarica di Maruzzella 3 in San Tammaro più volte utilizzata, previa emissione di ordinanze presidenziali ad hoc per lo smaltimento dei rifiuti napoletani e salernitani.

Da quanto detto si comprende l’esigenza dell’Ente provinciale, competente in tema di gestione integrata dei rifiuti, a difendere il territorio da ulteriori aggressioni ambientali e ad implementare un sistema industriale sostenibile ambientalmente ed economicamente. A tal fine si vuole precisare che questo Ente ha già posto in essere le attività preliminari all’emissione del bando di gara individuando un sito idoneo esente da vincoli, concordando con l’amministrazione comunale la destinazione d’uso per un impianto di termovalorizzazione tramite gassificazione o combustione (la scelta sarà basata su quale sarà l’impatto più basso e non a priori) e, infine, richiedendo alla società provinciale di redigere il progetto preliminare. Il prosieguo delle attività sarebbe in carico al commissario straordinario, che non è però stato nominato dalla Regione Campania, e verrà quindi probabilmente affidato alla Società Provinciale GISEC che seguirà una procedura di appalto ordinaria.