La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

giovedì 1 dicembre 2011

COLPO DI SCENA AL PROCESSO DELL’ AVV. MICHELE SANTONASTASO


LA DIFESA CONTESTA UNA ACCUSA “COPIA E INCOLLA” GIA’ ARCHIVIATA NEL 1995. SAREBBERO NULLI TUTTI GLI ATTI ESEGUITI FINORA.

INTANTO IL PROFESSIONISTA E’ IN CARCERE DA OLTRE UN ANNO – PROSSIMA UDIENZA IL 7 DICEMBRE PER LA REPLICA DELLA DDA -

S. Maria C.V. ( di Ferdinando Terlizzi ) E’ iniziato ieri pomeriggio, innanzi la prima sezione penale del Tribunale di S. Maria C.V. ( Presidente Orazio Rossi, giudici Francesca Auriemma e Paola Cervo ), il dibattimento a carico dell’avvocato Michele Santonastaso che risponde di 416 bis, e di corruzione, insieme al perito Alberto Fichera ( difeso dall’avv. Bruno Von Arx ) e Francesco Bidognetti – quest’ultimo detenuto in regime di 41 bis in video conferenza dal supercarcere di Parma - difeso dagli avvocati Emilio Martino e Elsa Cardone e per l’occasione dall’avv. Nicola Filippelli. La pubblica accusa è stata sostenuta, questa volta, dalla Dottoressa Manuela Lucchetta della DDA di Napoli che ha chiesto un rinvio per interloquire alla richiesta della difesa.

In apertura di udienza l’avvocato Giuseppe Garofalo che difende il penalista casertano, assieme agli avvocati Gaetano Pastore e Stefano Sorrentino ha sollevato una eccezione preliminare che, se accolta potrebbe, diametralmente ribaltare la situazione a favore di Santonastaso.

Tuttavia, al termine delle richieste, il Presidente del collegio ha fissato per il prossimo 7 dicembre ore 14 l’udienza per la replica della pubblica accusa, mentre ha rinviato in prosieguo per il 16 dicembre l’udienza per sciogliere la riserva.

Si tratta – secondo la difesa - di una accusa all’avvocato Santonastaso, che sarebbe già stata archiviata dalla stessa DdA negli anni 1995/1997 nell’ambito del processo Spartacus. La DdA avrebbe intentato un nuovo processo riportandosi integralmente alle vecchie contestazioni archiviate con l’aggiunta di qualche fatto nuovo. Secondo Garofalo ciò comporterebbe la decadenza assoluta di tutti gli atti provocando una nullità degli stessi.

Nel corso del suo intervento il decano del Foro sammaritano ha invocato una sentenza della Suprema Corte di Cassazione (Sezioni Unite Pres. Giuliani)ed ha chiarito che la giurisprudenza di legittimità infatti in data 24 giugno 2010 – ha stabilito che la violazione dello schema previsto dall’art. 414 c.p.p. determina la mancanza di una condizione di procedibilità e non l’inutilizzabilità degli atti assunti successivamente al decreto di archiviazione. “Ciò – ha sostenuto Garofalo – determinerebbe il totale naufragio di questo processo”. Dopo una dotta disquisizione sulla qualifica del “fatto” ha chiesto l’annullamento degli atti fin qui prodotti contro il suo assistito. Gli altri difensori si sono associati.

In effetti al termine delle eccezioni è stata depositata una memoria - con la quale si evidenzia – il rifiuto del responsabile del registro generale notizie di Napoli di fornire un elenco cronologico delle notizie a carico dell’avvocato Michele Santonastaso impedendo, con tale diniego, la difesa del medesimo.

Tra l’altro appare addirittura risibile la motivazione della negazione “respinge l’istanza sul presupposto della mancanza dell’interesse all’informazione”. La difesa, quindi si è trovata nella impossibilità di verificare il profilo di utilizzabilità degli atti delle indagini compiute dopo la scadenza del termine di legge.

“La mancata conoscenza – ha spiegato l’avvocato Sorrentino – dell’esatta cronologia delle iscrizioni procedimentali a carico del Santonastaso ha determinato un “vulnus” difensivo in quanto non è possibile rilevare eventuali nullità degli atti delle indagini preliminari come previsto dal codice di rito”.

Per quanto attiene invece alla accezione di completa nullità degli atti per violazione dell’art. 414 del codice di procedura penale – ha spiegato Giuseppe Garofalo – che dopo il provvedimento emesso il giudice avrebbe dovuto autorizzare con decreto motivato la riapertura delle indagini su richiesta del pubblico ministero motivando come esigenza di nuove investigazioni. Tutto ciò non è stato fatto per Michele Santonastaso.

Avvocati, giuristi, operatori del diritto, l’imputato e principalmente i suoi familiari ( la moglie e 4 figli ) attendono con il fiato sospeso il verdetto del Presidente Orazio Rossi ( che in Tribunale è ritenuto da molti un magistrato equanime e garantista ) fissato per l’udienza del 16 dicembre nel corso della quale scioglierà la riserva sulle eccezioni della difesa e la successiva replica della Pubblica Accusa che sarà prospettata nella udienza del 7 dicembre.