Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 596 del 17/03/2016
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
LORENZIN, ministro della salute. Signor Presidente, cercherò di rispondere in dieci minuti anche se non è semplice perché ognuna di queste domande meriterebbe una risposta estremamente approfondita.
Sono debitrice dalla precedente interrogazione di una risposta perlomeno lampo. Per quanto riguarda la fibromialgia siamo in attesa dei cut-off, e senza questo sarà difficile che riusciamo a inserirli nei LEA, nonostante dobbiamo dare assistenza alle persone che hanno questa sindrome.
Per quanto riguarda la sindrome di sensibilità chimica multipla, tra l'altro una sindrome estremamente particolare, come sa l'interrogante, senatore Romano, si sono già espressi più volte sia il Consiglio superiore di sanità sia l'Istituto superiore di sanità. È veramente ancora complesso identificare la malattia in modo tale da poterla inserire all'interno dei LEA, però recepisco la domanda e anche la richiesta che viene dalle associazioni e quindi mi impegno a mandare una nuova richiesta di esame, per avere un aggiornamento dei dati scientifici attuali, al Consiglio superiore di sanità.
Per quanto riguarda il tema dei vaccini che, come sapete, mi sta più a cuore come Ministro - perché ritengo che le vaccinazioni siano l'ABC della sanità pubblica - ricordo a tutti una notissima vignetta dove ci sono due persone dell'epoca di Neanderthal l'una vicino all'altra.
Una dice: «Qualcosa proprio non va. La nostra aria è pulita, la nostra acqua è pura, tutti facciamo molto esercizio fisico, tutto quello che mangiamo è biologico, eppure nessuno di noi vive più di trent'anni». Ecco, rispetto a quel periodo la nostra prospettiva di vita è di ottantacinque anni, almeno per quanto riguarda le donne (gli uomini un po' meno), ma siamo quasi tutti vaccinati. È questa la cosa che ha fatto la differenza enorme negli ultimi cento anni e questo è il motivo per cui noi dobbiamo fare politiche attive per vaccinazioni di massa, per mantenere l'effetto gregge nel nostro Paese.
L'effetto gregge serve soprattutto a quei bambini che non possono essere vaccinati, o perché troppo piccoli o perché hanno patologie che non consentono loro di ricevere una vaccinazione, per permettere loro di stare a scuola o in una comunità insieme agli altri bambini senza rischiare, a volte, purtroppo, la vita.
Questa è la filosofia di fondo per cui noi dobbiamo continuare a fare informazione in favore dei vaccini e questa è la filosofia che ci ha portato al nuovo Piano nazionale vaccini, che - lo voglio evidenziare - è finanziato per circa 220 milioni di euro ed è in Conferenza Stato-Regioni, per garantire un nuovo modello di promozione della vaccinazione.
Come è stato detto dai colleghi senatori, molte vaccinazioni non sono obbligatorie, sono volontarie. È difficile per i cittadini capire la differenza tra vaccinazione obbligatoria e vaccinazione volontaria o facoltativa; questo fa parte di un approccio filosofico che ormai hanno avuto quasi tutti i Paesi occidentali dall'inizio degli anni Novanta. Il piano nazionale dei vaccini vuole andare a incidere su questo, sull'educazione e sulla formazione, non solo dei genitori dei bambini che devono essere vaccinati, ma anche degli operatori sanitari. È, quindi, assolutamente necessario un coinvolgimento dei pediatri di libera scelta, dei neonatologi, dei medici di medicina generale, dei soggetti attivi.
Inoltre, partiranno campagne istituzionali, previste dal piano nazionale vaccini, per quanto riguarda la promozione della vaccinazione, ma anche per una corretta informazione delle famiglie rispetto ai possibili effetti avversi, che sono pochi, rarissimi, ma sui quali comunque, come per qualsiasi somministrazione di un farmaco, abbiamo una casistica. I genitori, quindi, devono essere preparati ad affrontare la vaccinazione con serenità e i medici e i pediatri devono essere preparati a seguire il bambino nella fase della vaccinazione. Questo sicuramente renderà non solo non più sicura la vaccinazione (che è già sicura), ma anche più accogliente e rassicurante per le famiglie l'accesso a questo importantissimo strumento di prevenzione.
Vengo ora ad una domanda, estremamente interessante, che mi ha posto la senatrice Silvestro, circa la necessità di potenziare la ricerca indipendente: io ne sono assolutamente sicura. Infatti, la ricerca indipendente ci permette anche di sfatare alcune situazioni o di avere una maggiore certezza su un processo che un grande Stato come il nostro non può far altro che favorire. A questo proposito, proprio il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute ha inserito questo topic nell'ultimo bando che è stato finanziato su alcuni progetti. Inoltre, abbiamo dodici milioni di euro appositamente approvati nei bandi di AIFA, proprio per la ricerca indipendente, che prevedono di inserirsi in questo contesto. Infine, anche nel bando finalizzato alla ricerca del Ministero della sanità sono stati previsti fondi per la ricerca indipendente. Questo per dire che c'è una particolare sensibilità nel riservare parte del finanziamento su questo tema.
Tra l'altro, questo è anche uno dei topic che stiamo affrontando in ambito G7 e nel dibattito sulla global health security agenda. A questo proposito, ricordo che per i prossimi cinque anni l'Italia è leader in questo settore, quindi noi stiamo adottando, oltre al nuovo piano di prevenzione vaccinale nel nostro Paese, anche misure di confronto a livello internazionale e nei Paesi di cui abbiamo il tutoraggio, secondo il G7.
Infine, la questione della meningite e del meningococco C in Toscana meriterebbe un'attenta comunicazione. A partire dal 2015 in Toscana si sono verificati quarantatre casi di meningite da meningococco C.
Purtroppo abbiamo avuto casi precedenti negli ultimi anni. La malattia ha avuto un andamento di questo tipo negli anni e la Regione Toscana è intervenuta nell'area in cui in modo particolare si sono concentrati - anzi, si sono concentrati solo in quell'area - i casi di meningite con una vaccinazione di massa, secondo i criteri: prima la fascia dei più piccoli, poi le fasce adolescenziali. Si è poi visto che mano a mano cresceva la possibilità di contrarre il batterio, finché si è arrivati alla decisione di fare una vaccinazione di massa.
Fin dal primo momento abbiamo seguito l'andamento di quello che avveniva in Toscana e sono stati decisi ed approntati degli studi particolari da effettuare anche con il tampone alla faringe alle persone che venivano a sottoporsi alla vaccinazione. C'è pertanto uno studio che sta progredendo su questo. L'Istituto è stato coinvolto ed anche con il Ministero abbiamo sollecitato questo tipo di procedura, anche negli anni precedenti. Si tratta sicuramente di un caso assolutamente interessante, anche dal punto di vista scientifico, cercare di comprendere l'andamento di questi focolai in quest'area.
Comunque, per rassicurare la popolazione, vorrei precisare che si è vaccinato un numero veramente notevole di cittadini, e noi stiamo seguendo l'andamento non solo della vaccinazione, ma anche degli studi che verranno approntati e che si stanno effettuando anche su persone già vaccinate per quanto riguarda quest'area.
Quanto al tema della poliomielite e dei migranti, che mi è stato sottoposto, abbiamo avuto sicuramente una certezza in questi anni: l'esperienza enorme che l'Italia ha acquisito sui flussi migratori. Probabilmente è una delle esperienze più forti a livello sanitario e mondiale, da Mare nostrum in poi. Il primo punto è che i virus non girano sui barconi ma - ahimè - girano in prima classe, e abbiamo visto con ebola che è accaduto proprio questo.
Il secondo punto è che l'Italia ha fatto un lavoro straordinario, motivo per il quale dovremmo vantarci a livello internazionale e rivendicare il lavoro che abbiamo svolto; meriteremmo il premio Nobel. Oltre ad aver salvato più di 100.000 persone dall'annegamento, abbiamo fatto loro screening, le abbiamo visitate e vaccinate.
Il meccanismo è che quando vengono prese queste persone o arrivano nel nostro Paese, se non hanno il libretto vaccinale, noi le rivacciniamo. Abbiamo pertanto garantito una copertura non solo per i cittadini italiani, ma anche per quelli di tutta Europa, cioè dei Paesi in cui queste persone sono defluite. È a questo punto veramente importante che siano vaccinati i nostri cittadini e che le persone si sottopongano a vaccinazioni ed anche ai richiami di alcuni tipi di vaccinazione dopo molti anni dall'ultimo vaccino, così come consigliato dai propri medici.
L'ultima cosa a tale proposito è che abbiamo avuto a novembre un'importantissima riunione dell'OMS a Roma, voluta da noi, che ha previsto una Carta della salute dei migranti, che poi è stata portata ed approvata dalle Nazioni Unite, ovviamente approvata anche a livello europeo, in cui noi facciamo un fascicolo del migrante e lo seguiamo nei suoi spostamenti, avendo in questo modo non solo l'identificazione della persona, ma anche patologie o eventuali vaccinazioni che la persona ha riscontrato o avuto nel nostro Paese o in altri hub. Ciò è estremamente importante per controllare il sistema salute e garantire le norme di igiene dal punto di vista della trasmissione dei virus e di altro su tutto il contesto europeo. Questa è stata un'iniziativa italiana del Ministero della salute che ha avuto riscontro a livello mondiale.