Ancora una volta giungono notizie allarmanti per la nostra città. Stavolta nel mirino è finita, di nuovo, l’Agenzia delle Entrate, che rientrerebbe in un piano di chiusure di alcuni uffici territoriali predisposto dal Ministero dell’Economia.
Già nel novembre di tre anni fa, da sindaco, mi sono preoccupato di scongiurare questa ipotesi, lavorando fianco a fianco con i sindacati (Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa) e manifestando la disponibilità dell’amministrazione comunale a offrire locali adeguati (tra quelli di proprietà comunale) per lo svolgimento delle funzioni e per il mantenimento della sede dell’ufficio a Santa Maria Capua Vetere.
Più di recente, era stata ipotizzata anche la soluzione dell’ex convento di San Francesco, lasciato dall’università, che oltre tutto è un bene demaniale e che ben avrebbe potuto costituire la sede di un polo dell’amministrazione finanziaria.
Oggi, non più da sindaco ma da cittadino che non coinvolto nelle prossime elezioni comunali, lancio un appello accorato a tutti coloro che si impegneranno nella tornata amministrativa affinché si facciano carico della vicenda, investendone anche i loro referenti politici e istituzionali a livello regionale e parlamentare. Per Santa Maria Capua Vetere sarebbe un grave danno perdere l’Agenzia delle Entrate, ipotesi contro la quale ci siamo battuti con forza negli ultimi anni.
Ricordo a me stesso che l’ufficio territoriale della nostra città attribuisce in media seimila codici fiscali l’anno, registra e liquida oltre 12mila atti, esegue circa duemila controlli, con un carico di lavoro pari a circa il 20% del dato complessivo dell’intera provincia di Caserta.