Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata
indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli -
Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Operativo della
Compagnia di Casal di Principe hanno eseguito un’ordinanza di custodia
cautelare, con la misura coercitiva del carcere, emessa dall’Ufficio GIP presso
il Tribunale di Napoli, nei confronti dei seguenti 3 (tre) indagati, gravemente
indiziati, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso:
- FONTANA Michele, alias "0’ sceriffo", classe
1970;
- FONTANA Michele, alias "puzzillo", classe 1971;
— NOBIS Raffaele, alias "scintilla", classe 1966.
Nel caso specifico viene contestata agli indagati un’estorsione
commessa tra il 2009 e il 2010 ai danni di un imprenditore - titolare di un’azienda
agricola, il quale, poiché impegnato nelle trattative relative all’acquisto di
un fondo, veniva obbligato a versare la somma di 5.000 euro destinata alle
famiglia dei carcerati di Casapesenna
La ricostruzioNe dell'episodio estorsivo rientra in una piu
ampia attivita investigativa, avviata nel gennaio del 2013, che ha permesso di
ricostruire numerosi episodi estorsivi commessi dal 2008 al 2010, per conto del
clan dei casalesi fazione Zagaria, ai darmi di imprenditori e commercianti
della provincia di Caserta
Le richieste di "pizzo" venivano spesso rateizzate
hel corso dell’armo con importi che variavano dai 3.000 ai 5.000 euro. Gli
affiliati esercitavano un controllo capillare del territorio, venendo a
conoscenza tempestivamente di ogni movimento economico degli imprenditori, per
esempio l’acquisto di un terreno, ma anche di appalti pubblici e lavori privati
eseguiti della regione, formulando immediatamente la richiesta di denaro.
Le misure cautelari seguono altri analoghi provvedimenti restrittivi
eseguiti il 4 luglio 2014 e il 28 gennaio 2014, in cui venivano contestati
altri episodi estorsivi al medesimo sodalizio criminale; tra i destinatari del
provvedimento del 28 germaio vi era anche Michele ZAGARIA, all’epoca capo dell’omonima
fazione e ritenuto il mandante dell’attivita delittuosa
Nel corso dell’attivita di indagine si e registrata la collaborazione di diversi imprenditori che hanno acquistato fiducia nelle istituzioni, iniziando a denunciare gli episodi di cui erano stati vittime.