La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 3 giugno 2010

LA VERITA’ SULLE “ZONE F” nel libro del Prof. F. FORTE. PERCHE’ CHI HA STRAVOLTO LA NORMATIVA URBANISTICA UNITAMENTE A CHI NE HA BENEFICIATO NON DEVE PAGARE I DANNI ALLA COLLETTIVITA’? di GAETANO RAUSO

Ho letto con attenzione il libro del Prof. Francesco FORTE “L’ideazione urbanistica, architettura e città, un programma ed un progetto, S. Maria C. V. nella Regione Campania”. Il docente universitario estensore del nuovo PRG-PUC di Santa Maria C. V. a pag.168 del medesimo libro ha affermato, in maniera inequivocabile, che nelle ZONE F “dovrebbe essere vietata l’edificazione”. Ovviamente il Prof. Forte ha dovuto utilizzare il condizionale presente, in quanto su queste zone, nella città di S. Maria C.V. , hanno consentito di costruire edifici privati; chissà per quale motivo e chissà a vantaggio di chi. Il Prof. Forte ha altresì chiarito che nel PRG del 1980 adottato dal Comune di S. Maria C.V. con delib. Consiliare 443
(tutt’oggi vigente) e definitivamente approvato il 22.10.83, era stata regolarmente considerata la obbligatoria destinazione a spazi pubblici, calibrati con le modalità sancite dal DM 1444/68, ribadite nella L.R campana, per cui erano state previste zone di tipo F, cioè spazi pubblici destinati ad attrezzature d’interesse generale o integranti gli usi residenziali, articolate in sub zone. Il Prof. Forte nel suo libro ha chiarito, inoltre, quella che è la specifica normativa urbanistica inerente le zone F, ovvero: nella città di S.Maria C. V. una volta decaduto il vincolo a destinazione pubblica del suolo (come in effetti è già accaduto), le zone F non hanno più la destinazione assunta attraverso il PRG, ma devono uniformarsi al disposto della L.R. n.17 del 20.03.1982, per cui se dette zone rientrano nel perimetro del centro abitato, su di esse “ E’ VIETATA OGNI EDIFICAZIONE” mentre se esterne al centro abitato dovevano essere considerate alla stregua di ZONE AGRICOLE. E’ inutile quindi argomentare sulla differenza tra vincolo urbanistico di localizzazione di opere pubbliche e su quella di vincolo di destinazione a carattere conformativo della proprietà privata o, comunque, richiamarsi a sentenze ben diverse dalla realtà sammaritana. Fino alla noia, viene da chiedersi: nella città di S. Maria C. V. perché hanno consentito di costruire sui terreni destinati a zone F, per quale motivo ed a vantaggio di chi? Perché chi ha sbagliato, con dolo o senza, come pure chi ne ha beneficiato non deve pagare gli ingenti danni alla collettività alla quale sono stati sottratti per sempre questi importantissimi spazi ? Questa materia è intimamente legata a quella delle convenzioni urbanistiche, altra questione che si tende sempre ad affossare e che ha creato gravissimi  danni all’assetto urbanistico ed agli interessi economici della città. E’ giunta l’ora di fare chiarezza su tutto quanto è accaduto in città. Non è possibile che si rimandi ancora la nomina di una commissione di indagine sulle zone F e sull’edilizia convenzionata da tempo da me chiesta e che ho, in questi giorni chiesto ancora venga nominata; mentre la Magistratura, deve solo trarre , in maniera serena, le dovute conclusioni.

Gaetano Rauso