La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

mercoledì 2 giugno 2010

BORRIELLO ATTACCA SAVIANO, "HA LUCRATO SULLA MIA CITTA'"

AGI/ITALPRESS) - Roma, 2 giu. - "Per me, Saviano e' uno che ha lucrato sulla mia citta'. Non c'era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos'e' la camorra. Lui pero' ha detto solo cose brutte e si e' dimenticato di tutto il resto". Cosi' l'attaccante del Milan Marco Borriello, fresco di "taglio" nella Nazionale azzurra che andra' ai Mondiali sudafricani, in un'intervista a GQ in edicola da domani, ha risposto alla domanda su cosa pensasse di Roberto Saviano, autore del libro 'Gomorra'. E sulla sua citta', quella dove e' nato e cresciuto prima di andar via di casa per cercare fortuna giocando a calcio, Borriello dice: "San Giovanni a Teduccio, a Napoli, il quartiere con il piu' alto tasso di famiglie malavitose in Italia, pare. Come si cresce in un ambiente del genere? Non e' la giungla, ma nemmeno Disneyland. Diciamo che ti tempra e ti insegna a stare sveglio fin da piccolo. Prendi un bambino di 8 anni di Napoli e uno venuto su altrove: la differenza si vede", dice Borriello che da piccolo ha dovuto fare a meno della figura paterna: "Crescere senza una figura maschile di riferimento e' stato duro. Per fortuna, abbiamo avuto una mamma che ci ha fatto anche da papa'. Comunque e' un'esperienza che mi ha rafforzato e reso piu' responsabile. Altrimenti non sarei andato via da casa a 14 anni. Ho sempre avuto una famiglia alle spalle, che mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare niente. Poi a un certo punto e' capitato uno spiacevole episodio, ma l'affetto c'e' sempre stato". Sulla difficolta' a convincere la critica sul fatto che fosse un giocatore vero, l'attaccante napoletano risponde: "In campo ho sempre dovuto faticare il doppio".


Essere protagonisti del gossip e' il prezzo della popolarita'.

"Mi sono fidanzato a 22 anni con una ragazza di 19 che e' subito diventata piu' famosa di me. Adesso, appena mi vedono in giro con una mi tirano dentro, ma non e' colpa mia. Io non sono malato di popolarita'. La mia e' una vita tranquilla, faccio cose reali: vado al bar, al negozio, a spasso. Se mi chiedono un autografo sono contento".

Parla anche dell'omosessualita' nel calcio. "Su alcuni ho avuto dei sospetti, ma i nomi non li faccio. Non omosessuali puri, forse. Magari bisessuali".

Meglio gli ipocriti che cambiano maglia ogni anno e le baciano tutte o gli isterici come Balotelli che la buttano a terra e mandano lo stadio a quel paese? "Meglio Balotelli, tutta la vita. Capisco i tifosi, ma capisco anche lui. Contro il Barcellona ha fatto un brutto gesto, pero' e' difficile stare sereni a 18 anni quando tutti i giornali parlano di te e hai lo spogliatoio contro. Al Milan lo accoglieremmo a braccia aperte.

La nostra e' una societa' forte. E troverebbe compagni disposti ad aiutarlo, mica gente che lo prende a calci nel sedere". .