All’alba di oggi, 9 giugno 2010, a conclusione di una complessa attività investigativa tesa a contrastare il mercato di sostanza stupefacente del tipo “cocaina” nell’hinterland casertano, i Carabinieri della Stazione di San Prisco, con il supporto dei Comandi Arma territorialmente, di unità cinofile e di un elicottero, hanno eseguito nelle province di Caserta (Santa Maria Capua Vetere, Bellona, Casagiove, San Nicola la Strada) e Napoli una vasta operazione antidroga finalizzata all’esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere (per sei persone, di cui una allo stato irreperibile) e degli arresti domiciliari (per quattro persone, di cui una allo stato irreperibile) nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di “detenzione e cessione di sostanza stupefacente tipo cocaina”.
1. SVILUPPO DELL’INDAGINE
L’attività d’indagine è stata:
- avviata a seguito di un sequestro di “cocaina” effettuato nei confronti di un tossicodipendente nel marzo 2009 dai Carabinieri della Stazione di San Prisco all’interno del rione IACP di Santa Maria Capua Vetere;
- coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed effettuata mediante numerose intercettazioni telefoniche sulle utenze utilizzate dai soggetti coinvolti, supportate da servizi di riscontro (quali attività di controllo ed osservazione e sequestri di stupefacente operati nei confronti degli acquirenti), che hanno consentito di pervenire all’identificazione di numerosi detentori e spacciatori di sostanza stupefacente.
Personaggio principale dell’attività di spaccio è risultato essere FEOLA Nicola, dipendente del Comune di Casagiove con mansioni di caposquadra degli operatori ecologici: la sua abitazione nel rione IACP di Santa Maria Capua Vetere rappresentava la base logistica per la custodia ed il confezionamento della sostanza stupefacente e presso la stessa si recavano molti tossicodipendenti per acquistare le dosi. Lo stesso si avvaleva della collaborazione della moglie PASQUARIELLO Teresa (centralinista presso il comune di Casagiove), del figlio BUONO Marco (allo stato latitante) e del cognato della PASQUARIELLO, BUONO Salvatore per la consegna delle dosi (chiamate in gergo pane o pizze o camerieri o nipoti) agli acquirenti, che hanno precedentemente preso accordi con uno dei due coniugi per l’esatta definizione del luogo e delle modalità di consegna e della quantità da smerciare.
Oltre che presso l’abitazione dei coniugi FEOLA-PASQUARIELLO, lo spaccio avveniva anche presso il luogo di lavoro dei suddetti (ossia il Municipio di Casagiove), oppure sulla pubblica via. In alcuni casi, lo stupefacente veniva ceduto a pusher di vari comuni del Casertano che a loro volta provvedevano a spacciare al dettaglio. Le cessioni hanno avuto luogo anche nei pressi o all’interno di alcuni ristoranti (in Santa Maria Capua Vetere e Caserta) ove lavoravano, con mansioni diverse, un destinatario del provvedimento restrittivo ed un assuntore.
L’approvvigionamento avveniva prevalentemente in Napoli-Secondigliano da un soggetto gravato da numerosi precedenti per reati specifici.
Il numero di cessioni di stupefacente si aggirava tra le 30/40 dosi al giorno, durante la settimana, fino a raggiungere le oltre cento cessioni durante i fine settimana.
Oltre ai provvedimenti restrittivi, è stato anche eseguito un decreto di sequestro di preventivo di una Fiat 500, utilizzata da IACOVONE Daniela per spacciare cocaina sul litorale compreso tra Licola e Varcaturo ed in molti locali del quartiere Vomero di Napoli, per conto di SALZANO Giovanni.