Qualcuno
dovrà pur dirla, prima o poi, la verità su Giovanni Campochiaro. Tutti gli
riconoscono una vena di simpatia e la particolare sagacia del giocatore di
razza, ma bisognerà sfatarlo questo mito! Altrimenti si corre il rischio di
farsi abbindolare dalla simpatia e dalla sagacia e di continuare a votare
(indipendentemente dal partito in cui di volta in volta è transitato) un
personaggio che, in vent’anni, è sempre stato nella stanza dei bottoni con
acrobazie degne del miglior saltimbanco da circo.
Bisognerà
pur smettere di essere spettatori passivi di uno spettacolo che non può piacere
e non può divertire.
Bisognerà,
per esempio, ricordarsi del projectfinancing nel cimitero (targato
Mastrominico, costruttori noti per essere finiti in manette) o delle opere
misteriosamente incompiute (tipo ex Santa Teresa, ex Palazzo Cappabianca,
Palazzetto dello Sport, per non parlare del “mistero dei misteri” denominato
Stu).
O forse
bisognerà cercare di capire se la rinnovata loquacità del Campochiaro non
derivi, per caso, dal tentativo di distogliere l’attenzione da altarini che
sembra siano sul punto di essere scoperti. O, sempre per pura ipotesi, dal
fatto che l’attuale amministrazione ha revocato l’incarico alla Gea (alla quale
pare che il soggetto in questione fosse particolarmente affezionato, a suo
tempo) e non ha accettato di affidarlo a una nota azienda nazionale, un
responsabile della quale era stato presentato al sindaco Di Muro dallo stesso
Campochiaro non più di un mese fa. Non è un mistero, del resto, che il
consigliere risulti particolarmente impegnato, in vari enti locali, nelle
attività di mediazione per stipulare contratti per l’energia. Non sarà che
questo suo “secondo” lavoro stia diventando un interesse preminente?