L’operazione
eseguita dai carabinieri e dalla dia su richiesta del sostituto procuratore
della Dda di Napoli Luigi Landolfi e firmata del gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli ha certamente dato una
sterzata alle indagini chiuse dai magistrati napoletani sull’affare camorra – politici – dirigenti e
funzionari (non lo dico io, ma i comunicati che non mi sono giunti – perché fanno
figli e figliastri ) . Non a caso tutto si dovrà appurare adesso con
gli interrogatori di coloro che sono stati coinvolti con provvedimenti di
restrizione della libertà personale che
si svolgeranno nei 15 giorni da oggi poiché vi sono anche persone con provvedimenti
cautelativi che sono nei propri domicili. I provvedimenti dei 13 arresti che hanno coinvolto numerosi
personaggi politici e amministrativi e soprattutto imprenditori, non sono altro
che azione
propedeutiche di altre che nei prossimi mesi verrano eseguite. L’individuazione
di soggetti ha fatto si che si localizzasse la sfera politica imprenditoriale e camorristica che
deve ancora chiudersi, e si sa quando il cerchio si chiude qualcosa scappa
sempre , riferendomi a qualche personaggio imprenditoriale , come anche ex
personaggi politici adesso amministrativi, potrebbero anche sovvarcare le
accuse e quindi uscirne puliti per un ennesima volta .
Non si può non tener conto, ancora come nei tribunali e fra stessi magistrati
della dda di Napoli , serpeggia dopo il cambio della guardia non un protagonismo
ne ribellione s’intende, ma una sorta di dire ci sono anche io. Per questi
motivi un magistrato della Dda di napoli, colpita nel suo inconscio , legata in matrimonio con un suo collega della
procura partenopea , per giunta imparentata con uno a cui è stata notificata la
misura restrittiva della libertà personale a casa, non si è presentata
in udienza davanti alla corte di assise di un tribunale campano per legittimo impedimento,
se lo avrebbe fatto un imputato gli avrebbero mandato i carabinieri a casa per
accertarsi . Non desideriamo evidenziare
uno scandalo fra gli stessi magistrati dopo i provvedimenti dei 13 arresti, ma
sarebbe ora che qualcuno scendesse dal piedistallo, ( non è il caso di
questo provvedimento restrittivo ) e capissero le esigenze delle persone che
lavorano nella pubblica amministrazione che rischiano,ogni giorno con il loro lavoro di vessazioni e minaccie
soprattutto da altri colleghi, iscritti ai sindacati il metodo intimidatorio e nulla possono fare .