Castel Volturno,
camorra, omicidio Maresca, 20 anni dopo l’arresto il tribunale di Santa Maria
Capua Vetere condanna all’ergastolo Francesco Bidognetti e Giuseppe
Dell’Aversano
Castel Volturno
(Caserta) – E’ stata la seconda corte di
assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a condannare Francesco Bidognetti e Giuseppe dell’Aversano
alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per l’omicidio di Carolina Maresca
avvenuto il 4 luglio del 1992 . per i quattro collaboratori di giustizia
Domenico Bidognetti , raffaele cantone, pasquale Giovanni Vargas e Verde Enrico
la pena è stata di 13 anni di reclusione. Furono gli agenti della squadra investigativa di
Pubblica sicurezza di Castel Volturno (Caserta), diretti dal Vice Questore dr.
Davide Della Cioppa, ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei
confronti dei responsabili dell’omicidio di Carolina Maresca, la donna
barbaramente uccisa il 4 luglio 1992 in Castel Volturno), colpevole solo di
essere l’amante di Raffaele Venosa, nipote del ben più noto boss del clan dei
casalesi Luigi Venosa, detto “ò cucchiere”, all’epoca latitante perché colpito
da provvedimento restrittivo per associazione mafiosa.
Venti anni da quel triste giorno, le indagini,
condotte dagli investigatori della polizia locale e dirette dal sostituto
procuratore presso la DDA di Napoli d.ssa Anna Maria Lucchetta, e dal
procuratore aggiunto dr. Federico Cafiero de Raho, hanno consentito di far luce
sulle modalità e sulle ragioni di quell’efferato delitto, consumato in pieno
giorno, in estate avanzata, nell’’affollatissima strada Domitiana. I
provvedimenti sono stati possibili anche grazie all’importante apporto
informativo di alcuni collaboratori di giustizia.
La storia
L’omicidio di Carolina
Maresca avvenne il 4 luglio 1992 alle 17 circa, presso l’esercizio commerciale
“Alimentari Sangermano”, sito al Km 32+400 della SS. Domitiana. All’arrivo sul
posto, dopo pochi minuti, degli agenti del commissariato di Castel Volturno,
trovarono uno scenario da brivido: la giovane giaceva a terra senza vita, in
una pozza di sangue, colpita alla testa da un colpo si pistola sparato a
bruciapelo, un proiettile, come provato dai due bossoli cal. 9 Parabellum e
dall’ogiva sequestrati dagli agenti sul luogo del delitto.
A sottolineare la chiara matrice camorristica dell’esecuzione, fu il rinvenimento sotto il corpo della donna di una foto che ritraeva il suo amante Raffaele Venosa, lasciata dai killer come messaggio per il latitante la sfortunata aveva in qualche modo, anche indirettamente, favorito o agevolato, Luigi Venosa detto ‘O Cucchiere.
A sottolineare la chiara matrice camorristica dell’esecuzione, fu il rinvenimento sotto il corpo della donna di una foto che ritraeva il suo amante Raffaele Venosa, lasciata dai killer come messaggio per il latitante la sfortunata aveva in qualche modo, anche indirettamente, favorito o agevolato, Luigi Venosa detto ‘O Cucchiere.
In quel periodo,
infatti, nell’intero Agro aversano era un atto una vera e propria faida di
camorra, che vedeva contrapposte due diverse fazioni del clan dei casalesi. Da
una parte il gruppo facente capo ai boss Schiavone Francesco detto “Sandokan” e
Bidognetti Francesco detto “cicciotto e mezzanotte”, dall’altro il gruppo
facente capo alle famiglie De Falco– Venosa – Quadrano – Esposito e La Torre.
E nello stesso tempo,
il territorio di Castel Volturno, vedeva contrapporsi, a colpi d’arma da fuoco,
il gruppo facente capo all’emergente boss Giulio Luise, poi assassinato nel
marzo del 2001, aderente al gruppo Venosa –De Falco e Pasquale Morrone, deceduto
in carcere nel 2006, affiliato al gruppo Schiavone –Bidognetti.
Maresca Carolina era
stata arrestata, qualche anno prima, in flagranza di reato perché trovata in
possesso di circa 1,5 Kg. di hashish, inoltre la donna, ea conosciuta perché
appartenente ad una nota famiglia malavitosa napoletana, proveniente dai
“quartieri spagnoli”, tutta decimata in agguati camorristici.
Ultimo, in ordine di
tempo, il fratello Giuseppe Maresca, soprannominato “Babà”, considerato il re
indiscusso del contrabbando in quel quartiere, assassinato in un agguato
verificatosi a Napoli, alla Salita Pontecorvo, il 19 settembre 1987.
L’omicidio della
Maresca fece allora scalpore perché a cadere vittima della camorra, era una
madre, ed era la seconda donna a rimanere vittima di un agguato mafioso in
“Terra di Lavoro”.
La prima, infatti, fu Caterina Mancini, uccisa in un agguato camorristico il 5 marzo 1992 ed il cui cadavere, crivellato da numerosi colpi, unitamente a quello di De Falco Giuseppe, detto “barbacane” e fratello dei boss De Falco Vincenzo, detto “ò fuggiasco”e De Falco Nunzio detto “ò lupo”, venne rinvenuto all’interno di una Fiat Uno, alla cui guida vi era proprio la Mancino, lungo l’asse mediano in direzione di Castel Volturno.
La prima, infatti, fu Caterina Mancini, uccisa in un agguato camorristico il 5 marzo 1992 ed il cui cadavere, crivellato da numerosi colpi, unitamente a quello di De Falco Giuseppe, detto “barbacane” e fratello dei boss De Falco Vincenzo, detto “ò fuggiasco”e De Falco Nunzio detto “ò lupo”, venne rinvenuto all’interno di una Fiat Uno, alla cui guida vi era proprio la Mancino, lungo l’asse mediano in direzione di Castel Volturno.
Le indagini condotte
all’epoca, pur delineando il quadro all’interno del quale l’omicidio era da
inquadrarsi, non consentirono di acquisire elementi probatori riguardo ai
mandanti ed agli esecutori materiali del barbaro assassinio anche per il clima
omertoso che interessava, e purtroppo interessa tuttora, l’agro aversano.
Le indagini, l’arresto
La d.ssa Anna Maria
Lucchetta, p.m. presso la Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, assumeva,
nello scorso agosto, la direzione delle indagini relative all’omicidio della
Maresca, e, sollecitati dal Magistrato, alcuni collaboratori di giustizia
rendevano interessanti dichiarazioni che, opportunamente suffragate da
riscontri investigativi, consentivano, seppur a distanza di venti anni, di fare
giustizia per quell’efferato delitto.
Nonostante il lungo
lasso di tempo trascorso, che avrebbe potuto vanificare l’attività di Polizia
Giudiziaria, per l’omicidio Maresca il Gip, presso il Tribunale di Napoli d.ssa
Giuliana Pollio, ha emesso ordinanze cautelari, eseguite dagli uomini della
pubblica sicurezza di Castel Volturno e la squadra mobile di Caserta nei
confronti di:
Bidognetti Francesco,
alias “cicciotto è mezzanotte”, Schiavone Francesco, alias “cicciariello”, posizione
stralciata Dell’Aversano Giuseppe, alias “peppe ò diavolo” e Vargas Pasquale
Giovanni.