Nessuno ignora che la criminalità organizzata sia una piaga del Sud. Ma non si possono marchiare interi Paesi. Da cui scappare… per venire al mondo
Mi permetto di evidenziare che occorrerebbe dare maggiore spazio alle notizie «buone» che provengono dal Sud e particolarmente dalla provincia di Caserta, troppo maltrattata e vituperata dai media, in rapporto alla presenza, sul territorio in questione, dì malavitosi che rap¬presentano una netta minoranza. A Casal di Principe ad esempio, pare che tutti i mali siano da imputare a tutti gli abitanti, senza distinzione. Ne hanno preso spunto giornalisti e scrittori, tra cui lo stesso Roberto Saviano e ne è scaturita una “filmistica” gangsteriana che coinvolge, nell’immagine del male, l’intera Campania.
Non ignoro la presenza della criminalità organizzata e ne auspico, come tutte le persone di buon senso, la scomparsa. Occorre però sottoline¬are che questa terra non è soltanto «maledetta» e «fatalistica», non fosse altro perché rende testimo¬nianza anche e soprattutto di realtà esemplari, tra cui quella assunta, recentemente, dalla Scuola «Guido Carli», di Casal di Principe che ha voluto rompere il muro degli stereotipa e sensibilizzare le coscienze sulla cultura della legalità, presentando al XXIV Salone Internazionale del Libro di Torino opere che, senza mezzi termini, condannano “l’impero del male”, riscuotendo attenzione e consensi.
Sarebbe bene evidenziarlo maggiormente, così come è il caso, purtroppo, di evidenziare il fatto che molte famiglie «perbene» fanno nascere ì loro figli in strutture sanitarie, pubbliche e private, al-trove piuttosto che a Casal di Principe, in modo da evitare che su i documenti di identità dei loro figli appaia il nome di un comune identificato, nell’immaginario collettivo, con il celeberrimo clan.
Si partorisce così a Caserta, a Napoli a Roma, per sfuggire all’onta indelebile. Un espediente che fa un pò tristezza.
Ciro Centore – avvocato -72 anni – Caserta