La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 4 gennaio 2012

DIECI APPARTENENTI AL CLAN DI GIUSEPPE SETOLA ESTORCEVANO I PASSARELLI - MA C'E' ANCHE CHI FACEVA LA CRESTA SULLA CAMORRA

1. Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta e della Stazione di Parete hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia (PP.MM. Dott. Sirignano, Falcone, Conzo, Maresca, Milita), nei confronti di dieci affiliati e fiancheggiatori dell’ala stragista del clan “dei casalesi”, cd. “gruppo Setola”, resisi responsabili a vario titolo di estorsione e detenzione illegale di armi, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan “dei casalesi”.

2. I provvedimenti traggono origine da due distinte attività d’indagine condotte dai citati reparti nel periodo in cui il gruppo SETOLA stava ponendo in essere in provincia di Caserta la cd. “strategia del terrore” (maggio 2008 – gennaio 2009), che viene concordemente indicata, da numerosi provvedimenti giudiziari, come la più aggressiva e sanguinaria degli ultimi anni di storia della criminalità organizzata in provincia di Caserta, in quanto bersaglio del gruppo erano testimoni di giustizia, imprenditori, congiunti di collaboratori di giustizia, tutti reati, commessi al fine di rafforzare il gruppo Bidognetti (di cui SETOLA Giuseppe era reggente in quel periodo storico).

3. Nella presente vicenda delittuosa, ai soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo, è contestata l’estorsione commessa nei confronti degli imprenditori PASSARELLI, a loro volta già oggetto di indagini per riciclaggio di ingenti capitali della camorra casalese in attività imprenditoriali. Nello specifico, gli esiti delle investigazioni a carico dei PASSARELLI sono sfociati nel decreto di sequestro preventivo di beni (per un valore complessivo di circa 660 milioni di euro), eseguito il 15 luglio 2010 da questo Comando, nonché ulteriormente avvalorati dall’esito di una peculiare prosecuzione investigativa cui ha dato seguito l’emissione della misura cautelare in carcere eseguita l’8 febbraio 2011 sempre nei confronti degli eredi di PASSARELLI Dante (deceduto per cause naturali nel 2004) e loro congiunti. E’ in tale ambito che, imprenditori notoriamente legati alla consorteria criminale casalese, principalmente per esserne i “ripulitori” del denaro e dei beni acquisiti illecitamente, come sono, appunto, i componenti della famiglia PASSARELLI, si ritrovano ad essere anche vittime di condotte estorsive attuate da affiliati allo stesso cartello casalese. La vicenda sostanzialmente presenta i canoni classici del reato di estorsione aggravata, posta in essere ai danni di imprenditori (poiché tale è la veste che assumono, nella singola circostanza, i fratelli PASSARELLI) ad opera di affiliati ad un’organizzazione di tipo mafioso (quali sono, appunto, SETOLA Giuseppe e i propri complici in relazione alla loro organicità al clan dei Casalesi). Il sodalizio capeggiato da SETOLA Giuseppe, nel periodo in cui quest’ultimo è stato latitante (7 Aprile 2008 – 14 Gennaio 2009), ha dato luogo, nei territori “governati” dalla falange del clan “dei casalesi” riconducibile alla famiglia BIDOGNETTI (ma non solo in quelli), alla realizzazione di una incessante serie di delitti, caratterizzati da spaventosa violenza e straordinaria brutalità, capaci di conferire, in breve tempo, al gruppo criminale (non a caso denominato gruppo stragista) una infelice notorietà anche a livello mondiale. Il gruppo stragista, nel periodo in esame, sebbene fosse formalmente confederato al clan dei Casalesi, ha evidenziato una notevole autonomia di gestione dei singoli affari illeciti i quali, pur rimanendo genericamente ascritti al novero delle attività delittuose gestite dall’organizzazione casalese, si presentano, in realtà, come fatti costituenti l’atto finale di un più generale disegno criminoso, un obiettivo complessivo da conseguire e presentare, da parte di SETOLA Giuseppe, ai vertici del clan senza troppe spiegazioni sui metodi coi quali è stato raggiunto. Emerge indiscutibilmente, in capo a SETOLA Giuseppe, l’attribuzione del più ampio margine decisionale circa l’attuazione dei programmi criminali sul territorio.

In questo senso depongono concordemente numerose indagini condotte dalla D.D.A. della Procura di Napoli. In siffatto ambito criminale, cioè quello contraddistinto dalla piena autonomia gestionale degli affari illeciti da parte di Giuseppe SETOLA, vengono ad annidarsi alcune vicende delittuose, come quella oggetto della presente misura cautelare, che a primo acchitto sembrano poco comprensibili ma che in definitiva, lumeggiati dalla inamovibile volontà del gruppo SETOLA di pervenire ad ogni costo al raggiungimento del suddetto obiettivo, finiscono per delinearsi in maniera chiara ed infelicemente logica. Il caso non è isolato: si prendano ad esempio, a questo proposito, le vicende estorsive perpetrate da SETOLA Giuseppe ed i propri affiliati ai danni del noto concessionario di motocicli TAMBURRINO Luigi, che dimostrano, concretamente, la tesi descritta poc’anzi: i noti rapporti – anche di parentela – del TAMBURRINO con la famiglia BIDOGNETTI (indiscutibilmente posta al vertice del clan “dei casalesi”) e la ritenuta appartenenza dell’imprenditore stesso al sodalizio criminoso, non sono evidentemente serviti ad evitare, da parte del gruppo stragista, la realizzazione di complesse e multiformi condotte estorsive ai suoi danni poiché, evidentemente, ritenute indispensabili al raggiungimento dell’obiettivo economico assegnato a SETOLA Giuseppe.

4. I soggetti destinatari della misura cautelare in carcere sono:

- SETOLA Giuseppe cl.’70;

- SANTORO Salvatore cl.’87;

- GRANATO Davide cl.’75;

- LETIZIA Giovanni cl.’80;

- CIRILLO Alessandro cl.’76;

- ALFIERO Massimo cl.’72;

- NATALE Carmine cl.’57;

- NATALE Emilio cl.’86;

- MASSARO Arturo cl.’68;

- ESPOSITO Stefano cl.’84,

i primi sette già detenuti, mentre gli ultimi tre liberi.

5. Di seguito si riportano i capi d’imputazione contestati agli arrestati:

- in particolare, con minaccia consistita nel far valere la forza di intimidazione che promana dall’associazione camorristica di cui gli stessi fanno parte, costringevano PASSARELLI Biagio, Franco, Davide e Gianluca al versamento della somma di denaro pari ad euro 120.000,00 euro, richiesta a titolo estorsivo per svariate motivazioni ed in particolare:

30.000,00 euro per l’acquisto di un immobile sito in Lusciano;

25.000,00 euro come prestito personale in favore di SETOLA Giuseppe;

25.000,00 euro per la struttura realizzata quale sede della Commerciale Europea, di Pignataro Maggiore;

40.000,00 euro a titolo di provento estorsivo periodico;

- inoltre, SETOLA Giuseppe, LETIZIA Giovanni e CIRILLO Alessandro detenevano e portavano in luogo pubblico un fucile mitragliatore “Kalashnikov” e due pistole semiautomatiche, armi rinvenute e sequestrate il 30.09.2008 da questo Comando in Giugliano in Campania (NA) – località Varcaturo – in occasione dell’arresto dei latitanti CIRILLO Alessandro, LETIZIA Giovanni e SPAGNUOLO Oreste. Nello specifico, il giorno 15 Settembre 2008, in Villa Literno, al fine di costringere i componenti della famiglia PASSARELLI a presentarsi al cospetto di SETOLA Giuseppe e di altri affiliati al gruppo, esplodevano numerosissimi colpi di arma da fuoco, all’indirizzo delle saracinesche dell’attività commerciale MD, esercizio commerciale che al momento dell’agguato era fortunatamente chiuso al pubblico, ubicato in Villa Literno, nell’immobile di proprietà della famiglia PASSARELLI;

infine sempre gli stessi, in epoca compresa tra il 16 ed il 30 Settembre 2008, in Varcaturo (NA), presso il ristorante ARAMACAO, al fine di portare a compimento il loro proposito estorsivo, illecitamente detenevano e portavano le armi sopra indicate, durante il pranzo consumato unitamente alle vittime dell’estorsione, mettendole in bella vista dei fratelli PASSARELLI, con ciò intensificando la minaccia estorsiva perpetrata nei confronti di questi ultimi.