La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 31 luglio 2014

CAMORRA - CLAN CASALESI - SEQUESTRI BENI AL BOSS PENTITO ANTONIO IOVINE PER DUE MILIONI DI EURO

Il sequestro dei beni ricondotti a IOVINE Antonio detto “o Ninno” è stato richiesto  con provvedimento dai magistrati della DDA interessati sono Il Procuratore Capo Giovanni Colangelo, il Procuratore Aggiunto Giuseppe BORRELLI, i sostituti Procuratori Antonello Ardituro, Cesare Sirignano, Alessandro D’Alessio.     


Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del Reparto Operativo di Caserta coordinati dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito di un’articolata indagine, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro nei confronti di dieci soggetti considerati intestatari fittizi di beni riconducibili ad Antonio Iovine detto “O’ Ninno”, esponente di vertice dell’omonima fazione della consorteria criminale dei Casalesi ed attualmente testimone di giustizia.
In particolare sono stati compiutamente identificati i dieci prestanomi che avevano intestati beni immobili e terreni dislocati tra le province di Caserta e Modena e riconducibili al citato Iovine.
Le dichiarazioni, e gli accertamenti ad esso conseguenti, hanno tracciato un quadro chiaro della situazione degli immobili che Iovine aveva messo da parte negli anni di latitanza e che costituiscono parte del proprio patrimonio esclusivamente personale;
E’ stato inoltre accertato che i fittizi proprietari non avevano palesemente disponibilità economiche tali da giustificare la proprietà dei cespiti;
Tra i beni oggetto delle indagini vi è anche una ditta, intestata ad uno degli indagati ma riconducibile di fatto al sodalizio camorristico, che aveva ottenuto in concessione un terreno da parte del comune di San Cipriano d’Aversa (CE) in area P.I.P. per edificarvi un capannone industriale poi non costruito.
Rilevante è poi la circostanza che uno degli intestatari fittizi, è la figlia del proprietario dell’abitazione in cui lo stesso Iovine fu catturato al termine della sua latitanza.
Il valore complessivo dei beni sequestrati (costituito da 4 ville di grandi dimensioni, 1 autorimessa, 1 appartamento e 2 terreni) è di circa 2 milioni di euro.