La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

sabato 16 luglio 2011

CASERTA - FESTINI HARD CON MINORI - ARRESTATI IN QUATTRO FRA CUI ANCHE IL APDRE E LO ZIO DELLE BIMBE DI 10 E 15 ANNI - SONO STATI ANCHE CONDANNATI DAL TRIBUNALE DI SANTA MARIA CV

Nel corso della notte, la Squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere ed una agli arresti domiciliari, emesse dal Tribunale di Santa Maria C. V. su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito delle pesanti condanne inflitte ieri sera per alcuni gravissimi episodi di violenza sessuale consumati nel 2007 in danno di due bambine minori di Gricignano d’Aversa (CE). In particolare, la I^ Sezione del Tribunale di Santa Maria C. V. aveva emesso la sentenza di condanna nei confronti di:



1. PEZONE Vincenzo, nato a Gricignano d’Aversa (CE) il 16-101963, ivi res.;

2. PEZONE Antonio, nato a Villaricca il 11-03-1973, fratello di Vincenzo, res. a Gricignano d’Aversa (CE);

3. PEZONE Filomena, nata ad Aversa (CE) il 19-10-1987, res. a Gricignano d’Aversa (CE), figlia di Vincenzo, e

4. OMERO Franco, nato a Cesa (CE) il 3-12-1987, ivi res., all’epoca dei fatti fidanzato di Filomena.



I quattro, secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria C. V. (CE) e condotte dalla Sezione Reati sessuali ed in danno di Minori della Squadra Mobile di Caserta, nel 2007, avevano costretto le due figlie minori di Vincenzo, che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 15 e 10 anni, a subire ripetuti atti sessuali completi. Secondo le indagini, il padre e lo zio, Vincenzo e Antonio PEZONE, avrebbero ripetutamente abusato sessualmente delle due bambine, la più piccola delle quali, in alcune circostanze, era stata costretta dalla sorella maggiore Filomena ad assistere e partecipare ad atti sessuali con il suo fidanzato di allora, OMERO Franco. Le indagini scaturivano dalle segnalazioni dei servizi sociali e di una coppia a cui era stata affidata, dopo la morte prematura della madre nel 2007, la più piccola delle minori, per la situazione precaria del nucleo familiare, che viveva in condizioni di degrado e di ristrettezze materiali, al punto che la bambina versava in uno stato di grave denutrizione tanto da pesare solo 24 chili. Nel nuovo contesto, la bambina rivelava non solo le vessazioni morali ed i maltrattamenti fisici cui erano state sottoposte, ma anche gli abituali abusi sessuali a cui erano costrette le sorelline dai congiunti conviventi. Secondo le indagini, PEZONE Vincenzo, costringeva le figlie, prima di violentarle, a guardare film pornografici, o ad assistere ai suoi rapporti con la convivente di allora, mentre lo zio, per i rapporti consumati con le nipoti, gli corrispondeva delle piccole somme di denaro.

L’uomo, inoltre, seviziava con le sigarette le sue figlie, la più piccola delle quali, allorquando fu affidata, presentava le cicatrici da ustioni sugli arti.

Ieri sera, il Tribunale di Santa Maria aveva pronunciato la sentenza di condanna nei confronti di tutti gli imputati, infliggendo 16 anni di reclusione a PEZONE Vincenzo, 13 anni a PEZONE Antonio, 12 anni ad OMERO Franco ed 8 anni di reclusione a PEZONE Filomena.

Date le pesanti pene, ed il concreto pericolo di fuga degli imputati, la Procura della Repubblica richiedeva in udienza l’emissione nei loro confronti di un misura cautelare restrittiva, provvedimento che veniva tempestivamente adottato dal Tribunale, che disponeva la custodia cautelare in carcere per i tre uomini e gli arresti domiciliari per la donna, poi eseguiti dalla Polizia di Stato. Nella circostanza, il PEZONE Antonio tentava inutilmente la fuga, uscendo da una finestra e nascondendosi su di una tettoia, ma veniva immediatamente bloccato dai poliziotti che avevano circondato la sua abitazione.