La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 11 maggio 2011

FAVORIRONO LA LATITANZA A ANTONIO IOVINE - FERMATE CINQUE PERSONE

Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli a conferma del Decreto di Fermo del P.M. della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli eseguito il 18 aprile u.s., nei confronti di persone legate al boss IOVINE Antonio, arrestato nel novembre 2010 dopo una lunghissima latitanza durata circa 15 anni.

I provvedimenti sono stati emessi per i reati di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione, usura, violenza privata aggravati dal metodo mafioso.

Tre delle persone fermate fanno parte della rete di favoreggiatori che hanno gestito la latitanza del boss, attraverso la messa a disposizione di autovetture per gli spostamenti, immobili per le riunioni fra affiliati e con gli imprenditori estorti, ed ogni ulteriore mezzo di sostegno. Fra loro DIANA Biagio, ritenuto uno dei più fidati uomini di IOVINE, non a caso cognato di BORRATA Marco, arrestato il 17 novembre 2010, e già condannato in primo grado, per avere ospitato il capoclan negli ultimi giorni prima del suo arresto.

Destinatari del provvedimento anche un dentista, CORVINO Vincenzo, e un odontotecnico, DE FATICO Antonio, accusati di usura ed estorsione nei confronti di un altro odontotecnico dello studio.

Il dentista fu Sindaco di Casal di Principe fra il 1995 ed il 1996, allorquando il Comune fu sciolto per infiltrazione mafiosa. Di rilievo il fatto che al momento dell’arresto di IOVINE Antonio, quest’ultimo aveva con sé dei pizzini, uno dei quali faceva inequivoco riferimento ad un appuntamento per il giorno dopo con il Corvino.

Le indagini, iniziate grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche ed alle videoriprese effettuate dai Carabinieri di Caserta negli ultimi due anni per la cattura del boss, hanno ricevuto conferme straordinarie dalle dichiarazioni della persona offesa che, esasperata dal tasso di interesse insopportabile (circa l’84 % annuo), si è affidata ai Carabinieri ed ha ricostruito una lunghissima storia di sopraffazioni e intimidazioni, iniziata nel 2002 e proseguita con ben cinque traumatici incontri al cospetto di IOVINE Antonio, organizzatore e terminale ultimo delle richieste estorsive e usurarie.

La persona offesa era stata anche costretta a cedere al boss il suo documento di identità, utile per gli spostamenti del latitante.

Uno dei destinatari del provvedimento restrittivo, CECORO Antonio cl. 1976 da Casal di Principe, è irreperibile dal 18 aprile 2011.