Ammonta a circa 1.553.000 euro il danno arrecato alle casse della NAPOLI SERVIZI S.p.a. emerso a seguito di accertamenti eseguiti dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, su delega dei Vice Procuratori della Corte dei Conti per la Campania, dott. Pierpaolo GRASSO e dott. Ferruccio CAPALBO.
L’attività d’indagine, delegata dalla Procura contabile alle Fiamme Gialle è stata inizialmente orientata a verificare alcune irregolarità commesse nell’erogazione di emolumenti aggiuntivi della retribuzione (cd. “superminimi”) a personale dipendente della NAPOLI SERVIZI S.p.a., società interamente partecipata dal Comune di Napoli costituita nel 1999 per lo svolgimento in house dei servizi di pulizia ordinaria e straordinaria, custodia e manutenzione del patrimonio immobiliare e delle aree verdi del capoluogo partenopeo.
Effettivamente, i primi riscontri documentali hanno consentito ai militari del Gruppo Tutela Spesa Pubblica di accertare l’indebita corresponsione, avvenuta tra il 2008 e il 2011, di indennità accessorie ad alcuni dipendenti aziendali – per un importo complessivo di circa 695.000 euro – riconosciute e pagate in modo ingiustificato, senza cioè predeterminare i criteri e/o indicare i particolari meriti lavorativi dei relativi beneficiari.
I Finanzieri hanno poi esteso d’iniziativa i controlli anche ad altri aspetti della gestione societaria, consentendo in tal modo ulteriori approfondimenti alla Magistratura contabile, conclusi con la rilevazione di altre fattispecie di danno pubblico.
In particolare, sono state ricostruite le vicende relative all’assunzione diretta di alcuni funzionari aziendali nonché dell’attuale Direttore Generale della NAPOLI SERVIZI S.p.a., risultata anch’essa irregolare sotto diversi aspetti.
Le Fiamme Gialle hanno così appurato che quattro funzionari sono stati assunti, negli anni 2007-2008, senza osservare le precise direttive che il Comune di Napoli, con apposita delibera del 2007, aveva impartito a tutte le proprie società interamente partecipate in merito alle modalità di selezione del relativo personale. La società, infatti, ha proceduto alle assunzioni non solo senza alcuna preventiva programmazione e rilevazione dell’effettivo e concreto fabbisogno di personale, ma in assenza di ogni forma di pubblica selezione. Ne è scaturito un danno all’Erario quantificato in circa 433.000 euro.
Analoghe irregolarità hanno riguardato anche l’assunzione quale dirigente a tempo indeterminato di un consigliere di amministrazione, nonché amministratore delegato e direttore generale della società stessa. Questi, infatti, è stato nominato, nel 2008, dirigente della NAPOLI SERVIZI S.p.a. senza alcuna selezione pubblica e in palese violazione di disposizioni impartite dal Comune di Napoli sul reclutamento del personale nelle società partecipate, le quali - per garantire la trasparenza e la parità di trattamento nella selezione del personale ed evitare indebite pressioni da parte degli organi apicali nelle procedure stesse - vietano espressamente (nei casi di assunzione diretta dettata da motivi di urgenza) l’assunzione di parenti e di altri soggetti legati a dirigenti o quadri dell’ente assuntore.
Nel caso intercettato dalla Guardia di Finanza, il conflitto di interessi è apparso ancora più evidente, trattandosi, non dell’assunzione diretta di un parente, ma di quella di un soggetto che già rivestiva all’interno della NAPOLI SERVIZI S.p.a. il ruolo di amministratore delegato e direttore generale. Il danno all’Erario accertato dal Corpo con riferimento a questa vicenda ammonta a circa 170.000 euro, pari alla maggiore retribuzione percepita quale dirigente (145.000 euro lordi annui) rispetto a quella – stranamente inferiore – spettante come direttore generale (110.000 euro lordi annui), cui lo stesso aveva però rinunciato.
Un’ultima fattispecie di danno erariale (pari a circa 255.000 euro) contestata nell’atto di invito con il quale la Procura della Corte dei conti, ha formalizzato le richieste risarcitorie relative alla gestione della NAPOLI SERVIZI S.p.a., riguarda l’indebita attribuzione, dal 2003 al 2010, ai consiglieri d’amministrazione della società partecipata di un compenso annuale di circa 20.600 euro, in luogo dei gettoni di presenza, per la partecipazione alle adunanze degli organi sociali. Tale decisione venne assunta nonostante l’espresso parere contrario del collegio sindacale della società che, per procedere in tale modo, aveva richiamato la necessità di una modifica statutaria, poi effettivamente intervenuta solo nel 2010.
La chiusura dell’indagine contabile ha condotto alla contestazione, a titolo di dolo e/o colpa grave, nei confronti del direttore generale, di 4 (quattro) consiglieri di amministrazione pro-tempore e 4 (quattro) componenti del collegio sindacale pro-tempore della NAPOLI SERVIZI S.p.a., nonché di 2 (due) amministratori pro-tempore del Comune di Napoli, per un danno erariale complessivo pari a circa 1.553.000 euro.
Nei confronti del direttore generale della partecipata e di uno dei due amministratori pubblici (ex assessore del Comune di Napoli) è stato anche richiesto il sequestro conservativo di valori e beni, sino a concorrenza dell’intero danno erariale accertato.