“Scrittori in carta e ossa. Una sera con…”
Don Aniello Manganiello
autore del libro “Gesù è più forte della camorra” (Rizzoli)
Ci sono due modi di intendere la missione apostolica in un territorio difficile come Scampia: uno è chinare la testa, non esporsi, parlare solo se interrogati; l’altro è quello del padre guanelliano don Aniello Manganiello. Questo modo di agire è tangibile anche tra le pagine del libro "Gesù è più forte della camorra. I miei sedici anni a Scampia tra lotta e misericordia" che don Aniello, reduce da presentazioni in tutt'Italia e in diversi programmi televisivi di approfondimento giornalistico, presenta venerdì 23 settembre (ore 18.30) nella Libreria Spartaco-Interno4 di via Martucci a Santa Maria Capua Vetere. "Gesù è più forte della camorra" è il diario in prima linea dei sedici anni napoletani di don Aniello, ma è anche un richiamo forte a chi propone parole nobili – legalità, moralità, non violenza – eppure si tiene lontano dalla realtà del quartiere. Una testimonianza necessaria per capire cosa significa nascere, vivere e morire a Scampia.
Il libro
Come mai questi camorristi, pur vedendo amici ammazzati con ferocia e pur convivendo con la morte sin da piccoli, non smettono di vivere nell’illegalità? Me lo sono sempre chiesto benedicendo quelle salme, e la mia risposta è che nessuno aveva mai aiutato quei ragazzi perché la loro esistenza era considerata senza alcun valore.
Sin dal primo giorno, a Scampia, don Aniello ha prestato aiuto ai malati di Aids e ai tossicodipendenti, ha condotto battaglie sociali a favore di famiglie troppo frettolosamente etichettate come malavitose, ha visitato le case di camorristi veri e li ha ascoltati, ne ha ottenuto la fiducia e talvolta ha visto persino compiersi conversioni e ripensamenti radicali. Con questi metodi, però, è diventato un personaggio scomodo: nel quartiere è stato oggetto di continue minacce, fuori si è fatto nemici nell’amministrazione comunale e negli alti ranghi ecclesiastici, a suo giudizio non sufficientemente impegnati – nonostante i proclami – dalla parte dei più deboli. Nel 2010, dopo l’ennesimo scontro, la Congregazione dei padri guanelliani ha rotto gli indugi e ha deciso di allontanare don Aniello dal “suo” rione, riportandolo a Roma, in una parrocchia del borghese quartiere Prati, dove aveva operato per anni.
Lo scrittore “in carta e ossa”
Don ANIELLO MANGANIELLO, di origini campane, dai primi anni Novanta al settembre 2010 è stato il parroco di Santa Maria della Provvidenza, a Scampia. Il suo trasferimento ha suscitato le proteste della gente e ha avuto una grande eco sui media.