Durante la scorsa notte, ad epilogo di una articolata indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la Squadra Mobile di Caserta, con l’ausilio degli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della D.D.A., nei confronti delle persone di seguito elencate:
1. CIRILLO Alfonso, nato a Casal di Principe (CE) il 17.06.1972, ivi res., incensurato;
2. DELL’AVERSANO Cristofaro, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 16.10.1968, pregiudicato, detenuto;
3. BOTTA Sara, nata a Napoli il 17.06.1972, ivi res., moglie del detenuto BIANCO Cesare, nato a Casal di Principe (CE) il 21.03.1966;
4. TESSITORE Mariagrazia, nata a Capua (CE) il 29.05.1971, res. a Casal di Principe (CE), moglie del detenuto RECCIA Oreste, nato a S. Cipriano d’Aversa (CE) il 04.11.1969;
5. CAMMISA Anna, nata a San Cipriano d’Aversa (CE) il 30.01.1969, res. a Casal di Principe (CE), moglie del detenuto BIANCO Augusto nato a Casal di Principe il 26.12.1963, cugino di Cesare;
Il CIRILLO ed il DELL’AVERSANO sono gravemente indiziati di associazione mafiosa, estorsione continuata aggravata ex art. 7 D. L. 152/91, mentre le tre donne sono indagate per ricettazione aggravata ex art. 7 D. L. 152/91. L’operazione di questa notte rappresenta la naturale prosecuzione di quella denominata “Spartacus 3” che, nel settembre 2008, aveva portato alla emissione dell’O.C.C.C. nr. 871/08 nei confronti di 103 affiliati al clan “dei Casalesi-ala SCHIAVONE”, avviata a seguito del sequestro presso l’abitazione di SCHIAVONE Vincenzo alias “Copertone”, del libro mastro del clan, in cui erano elencati i nomi di oltre cento affiliati al gruppo, con l’annotazione del relativo status e stipendio, tra i quali lo stesso DELL’AVERSANO Cristofaro che, arrestato e condannato con rito abbreviato, era stato scarcerato nel novembre 2010.
Le tre donne, mogli di altrettanti affiliati attualmente detenuti, invece, sono ritenute responsabili di ricettazione aggravata ex art. 7 D. L. 152/91, per avere ricevuto mensilmente uno stipendio dalle casse del sodalizio camorrista, che gli veniva consegnato di volta in volta dagli emissari dell’organizzazione incaricati di raccogliere i proventi delle estorsioni e delle altre attività delittuose da esso realizzate.
Le indagini che hanno portato alla emissione dei provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Polizia di Stato questa notte, hanno evidenziato il ruolo assunto, immediatamente dopo la sua scarcerazione, da DELL’AVERSANO Cristofaro, storico esponente del clan, a cui era stato affidato il controllo delle attività estorsive nel comprensorio di Casal di Principe e, soprattutto, il delicato compito di gestire la cassa comune del clan e di corrispondere gli stipendi ai famigliari degli affiliati detenuti.
L’ascesa ai vertici dell’organizzazione del DELL’AVERSANO è stata confermata dal suo arresto, operato dalla Squadra Mobile di Caserta nel febbraio scorso, mentre partecipava insieme ad altri esponenti dell’organizzazione camorrista ad un vero e proprio summit di camorra in un’abitazione di Casal di Principe (CE). In quella circostanza i poliziotti sequestravano anche numerosi “pizzinni” ed una sofisticata attrezzatura per rilevare la presenza di microspie.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il pregiudicato era coadiuvato dall’insospettabile CIRILLO Alfonso, operaio carpentiere incensurato, ma legato da vincoli famigliari ad esponenti del clan quali DI PUORTO Sigismondo e BIANCO Augusto. All’uomo è stato contestato anche il reato di favoreggiamento aggravato ex art. 7 D. L. 152/91 per avere agevolato la latitanza di SCHIAVONE Vincenzo “Copertone”, avendolo ospitato per un lungo periodo presso la sua abitazione, prima della sua cattura avvenuta in una clinica di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) la scorsa Pasqua.
DELL’AVERSANO e CIRILLO sono gravemente indiziati anche di alcune estorsioni perpetrate in danno di imprenditori e commercianti casalesi.
Le tre donne arrestate, invece, sono ritenute responsabili di ricettazione per avere percepito regolarmente gli stipendi, che gli venivano consegnati dagli stessi DELL’AVERSANO e CIRILLO o da altri emissari del clan. I rispettivi mariti, attualmente detenuti, erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Spartacus 3” del settembre 2008, in quanto i loro nominativi risultavano nel libro mastro, che conteneva l’elenco degli affiliati a cui veniva corrisposto regolarmente uno stipendio, sequestrato dalla Squadra Mobile di Caserta a SCHIAVONE Vincenzo “Copertone”.
Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno evidenziato la fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’organizzazione camorrista del pagamento degli “stipendi” agli affiliati ed ai famigliari dei detenuti, indispensabile per prevenire defezioni e propositi di collaborazione con la giustizia, in particolare da parte dei detenuti che non possono provvedere al sostentamento materiale dei loro congiunti.