La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 27 giugno 2011

LA CASSA DEL MEZZOGGIORNO DEL CLAN - LE ESTORSIONI AI DETENUTI AL 41BIS

Nel corso della notte, in Casal di Principe (CE), la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della DDA, nei confronti di due esponenti di rilievo del clan dei Casalesi - che imponevano “il pizzo” agli imprenditori del comprensorio - e di tre donne, mogli di affiliati di spicco dell’organizzazione camorrista, che percepivano mensilmente gli stipendi. Accertata l’esistenza di una cassa comune, alimentata attraverso gli introiti delle attività estorsive, destinata al pagamento degli stipendi agli affiliati ed ai familiari dei detenuti, e convenzionalmente denominata dagli affiliati arrestati “cassa del mezzogiorno”. Le indagini della Polizia di Stato hanno accertato come il clan assicurasse stipendi più elevati ai detenuti in regime di 41 bis, perché essi pagavano con il carcere duro la loro fedeltà al clan, ma soprattutto per la necessità di mantenere intatto il vincolo associativo che lega il camorrista al suo gruppo militante, posto che, nell’ ipotesi in cui non venisse più corrisposto lo stipendio, il camorrista detenuto si poteva ritenere legittimato a considerare interrotto tale vincolo e a decidere di collaborare con la giustizia. Evidenziata anche la nuova strategia dei Casalesi secondo cui, chiunque disponesse di ricchezze visibili, come ad es. coloro che costruivano per la propria famiglia una nuova abitazione, doveva pagare il pizzo agli emissari del clan, anche se imparentati con un affiliato.