La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 27 agosto 2010

S.Arpino Accusata di essere stata complice di una rapina e tratta in arresto su ordine del Gip presso il Tribunale di Nola, la 24enne Rosa Aliya Ali, nata in Pakistan ma residente a S. Arpino è stata scarcerata.

Ad emettere il provvedimento è stato il Tribunale del Riesame di Napoli che ha così accolto la tesi difensiva dell'avvocato Enzo Guida che ne aveva chiesto la liberazione.

La donna era stata accusata di aver partecipato ad una rapina commessa lo scorso 27 luglio a S. Giuseppe Vesuviano, ai danni di un cittadino cinese. Secondo l'accusa Rosa Aliya avrebbe agito in concorso con altri due uomini, di cui uno, Domenico Romano, di S. Antimo, tratto in arresto in flagranza di reato. La donna, secondo la ricostruzione dei fatti, si trovava a bordo di una autovettura, con la quale avrebbe tagliato la strada alla vittima, bloccandone la marcia e consentendo ai suoi presunti complici, a bordo di una motocicletta, di mettere a segno il colpo. La vittima infatti era stato costretto, sotto minaccia di una arma, a consegnare circa 5 mila euro che aveva appena prelevato da una banca. Nello stesso momento in cui la rapina veniva posta in atto, sopraggiungevano i Carabinieri i quali si ponevano all'inseguimento della motocicletta riuscendo ad acciuffare uno dei malviventi, mentre l'altro riusciva a scappare.

Nel vano portaoggetti della motocicletta venivano trovati dei documenti di identità in copia, della Rosa Aliya, cui era intestata la motocicletta.

Sulla base di questi documenti i Carabinieri hanno ritenuto di individuare l'indagata come la persona che guidava l'autovettura, ritenendola complice della rapina.

La donna si è sempre dichiarata innocente e la difesa ha cercato di smontare l'accusa, sia mettendo in dubbio che l'auto avesse partecipato alla rapina, sia contestando l'esito della individuazione forografica.

Alla fine il Tribunale del Riesame ha scarcerato la donna, che ha lasciato il carcere femminile di Pozzuoli, rimettendola in libertà in attesa del processo.