La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 22 maggio 2010

SCANDALO MARRAZZO . SCARCERATO LUCIANO SIMEONE IL CARABINIERE CHE SI INTRODUSSE NELL'APPARTAMENTO DEL VIADO

Napoli . Scandalo Marrazzo scarcerato il carabiniere napoletano Luciano Simeone di 42 anni. Simeone è stato scarcerato ed ha riacquistato la libertà dopo sei mesi di carcerazione preventiva . Lo ha fatto ieri nella tarda mattina dopo aver pranzato nell’istituto di pena militare di Santa Maria Capua Vetere dove era rinchiuso già dal 23 ottobre 2009, insieme altri 3 appartenenti ai miliari dell’arma . La scarcerazione e libertà è stata eseguita dopo anche la conclusione dell’incidente probatorio di venerdì mattina quando tutti i testimoni sono stati ascoltati dal Gup del tribunale di Roma che ha in carico il procedimento . Solo allora gli avvocati difensori alla fine del’incidente probatorio visto che non vi erano più gravi indizio di colpevolezza dopo le testimonianze acclarate dei testimoni, ha deciso la sua scarcerazione per libertà. Luciano Simeone è stato accusato perche abusavano dei poteri inerenti alle loro funzioni, introducendosi si trattenevano illegalmente nell’appartamento sito in Roma, in uso a persona individuata con il nome di Natalie, e ciò in concorso previo accordo con il Testini, Maresciallo capo in servizio presso lo stesso Comando. Si presentarono come Carabinieri e così abusando della loro qualità, con la minaccia di gravi conseguenze, costrinsero l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo a consegnare loro tre assegni, dell’importo complessivo di 20.000 euro. Dalle dichiarazioni finora rese dalle persone informate, nell’’incidente probatorio eseguito ieri mattina, da quelle delle persone indagate e dall’esito degli atti di perquisizione e sequestro eseguiti, i fatti possono essere così ricostruiti.



Nei primi giorni del mese di luglio, alcuni militari dell’Arma dei Carabinieri in servizio presso la Compagnia Carabinieri Roma Trionfale, identificati negli indagati sopra generalizzati, realizzavano un filmato, che ritraeva Piero Marrazzo, mentre si intratteneva con un transessuale all’interno di un’abitazione.Nel filmato (di cui è stata acquisita copia, probabilmente parziale) si vedono anche della polvere bianca, che, per le caratteristiche, le circostanze e le dichiarazioni rese, consisteva con ogni evidenza in cocaina, nonché un tesserino, sul quale si legge il nome di Marrazzo.


Tale fatto emerge anzitutto dalle dichiarazioni, almeno in parte concordi, rese da alcuni dei soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda. In particolare: da SCARFONE Massimiliano, un fotografo al quale si era rivolto il TAMBURRINO, su richiesta dei tre colleghi, perché lo aiutasse a individuare soggetti interessati ad acquistare il filmato; da MASI Domenico e da PIZZUTTI Carmen, rispettivamente titolare e dipendente della società Photo Masi, un’agenzia fotografica di Milano alla quale il video è stato consegnato da TAMBURRINO; dagli stessi indagati, in occasione delle perquisizioni eseguite a loro carico. secondo le dichiarazioni del tagliente ( altro carabiniere posto in statop di fermo ) , nei primi giorni dello scorso mese di luglio, egli stesso e SIMEONE furono avvisati dal CAFASSO, prima che morisse , presso un’abitazione romana, era in corso un festino al quale partecipavano alcuni transessuali. Recatisi sul posto e qualificatisi come Carabinieri, i due entrarono nell’appartamento e con asserito notevole imbarazzo riconobbero il MARRAZZO, il quale chiese di mantenere il riserbo sull’accaduto. Quindi i due militari si sarebbero allontanati, senza avere rinvenuto alcunché d’interesse per un’eventuale indagine penale. Solo in seguito CAFASSO avrebbe consegnato loro un filmato, peraltro realizzato in altra occasione rispetto a quella del loro intervento, come poteva desumersi dalle differenti caratteristiche fisiche del transessuale ritratto nel video.