La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 28 febbraio 2009

La sede della DC adesso nelle mani di facciendieri croati. C'è l'udienza a Roma



Fra i 120 immobili spariti della vecchia Dc vi è anche un appartamento in Corso Trieste a Caserta. E’ la sede della vecchie segretaria provinciale della democrazia Cristiana . A fare piena luce su ciò che abbiamo constatato e la fissazione dell’udienza dibattimentale che si sta svolgendo in questi giorni a Roma per il processo che potrebbe fare finalmente luce sul giallo immobiliare scoppiato nel 2002 allorché Pierluigi Castagnetti, segretario del Ppi, scoprì che il patrimonio da destinare alla nascente Margherita non esisteva più. Parallelamente, a Perugia, si sta invece processando per corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio Pierluigi Baccarini, magistrato del tribunale fallimentare capitolino, coinvolto in una serie di presunti fallimenti «pilotati», tra cui proprio quello della «Immobiliare Europa Srl» di Angiolino Zandomeneghi che controllava il patrimonio della vecchia Dc. E proprio la settimana scorsa la sezione fallimentare del tribunale civile di Roma, al termine di una lunga e complicata battaglia legale, ha confermato la sentenza di fallimento di questa immobiliare «democristiana» con motivazioni aspramente contestate dalla difesa di Zandomeneghi: non si sarebbe, infatti, tenuto conto né del ruolo avuto nel fallimento del magistrato attualmente sotto processo a Perugia né della effettiva sede legale della società che avrebbe dovuto portare al trasferimento del procedimento civile da Roma a Verona. A Caserta invece l’appartamento è stato venduto alla società di Zandomeneghi che è fallita e quindi l’appartamento che all’interno risulta essere ubicato la chiesa di Gesù Cristo è passato ad una società croata. L’inizio dell’affaire lo si può collocare al 1994, quando la Dc di Mino Martinazzoli, o quel che ne restava, inizia a sgretolarsi. Nasce così il Ppi. Di lì a poco, con gli «scissionisti» Pierferdinando Casini e Clemente Mastella, prende corpo anche il Ccd. L’anno successivo Rocco Buttiglione esce e fonda il Cdu mentre Gerardo Bianco si mette alla guida del Ppi-Gonfalone. Quattro anni dopo, non avendo ottenuto quanto pattuito, il Ccd chiede il fallimento delle società «ammiraglie» che detenevano l’intero patrimonio. La magistratura interviene e decide che siano i tesorieri a gestire il tutto. È qui che Angiolino Zandomeneghi, l’uomo intorno a cui ruotano i processi (per la stessa vicenda a Roma è imputato, a Perugia è parte lesa) fiuta l’affare. E con un gioco di prestigio fatto di prestanomi e trucchi contabili, complicità e misteri societari - ipotizza il pm capitolino Luca Palamara - riesce ad acquistare a due lire quanto era rimasto agli eredi della Dc dopo le prime vendite avvenute negli anni novanta di un patrimonio complessivo costituito da 508 immobili.