La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 17 aprile 2010

CONVALIDATI I I FERMI PER NICOLA PANARO E ROSA DI BIASE, MA PANARO FU INDAGATO PER L'OMICIDIO DI LELLO LUBRANO, MA NON FU ARRESTATO


Lusciano . Confermato il fermo imposto dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli per Rosa di Biase . Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Antonio Baldassare, interrogando la donna che ha risposto alle domande , ma le risposte non state ritenute sufficienti . Il fermo quindi è stato trasformato in ordinanza di custodia cautelare con i reati di favoreggiamento ed inviato alla Dda di Napoli e Rosa di Biase ora è detenuta nel carcere di Pozzuoli. Sarà il tribunale del riesame a decidere se la donna potrà far ritorno a casa . Sia spetta dopo la presentazione del ricorso ai giudici partenopei che i magistrati fissano l’udienza per il riesame per la donna .



Diversamente è andata per Nicola Panaro che è stato interrogato sempre dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ma che si avvalso della facoltà di non rispondere. E’ stata notificata stammatina davanti al gip l’ordinanza di Spartacus 3 dove era risultato indagato , eppoi imputato. Nicola Panaro rimane detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il suo nome compare non solo nell’ordinanza di spartacus 3 , ma anche nei processi per la strage Scamperti e nei processi della faida di Pignataro Maggiore . Non a caso il giudice Antonella Terzi gip del tribunale di Napoli lo aveva inserito nell’ordinanza del 16 febbraio 2010 contestando il reato di omicidio di Raffaele Lubrano il 14 novembre del 2002 perché con Enrico MARTINELLI, Bruno LANZA , Vincenzo SCHIAVONE, Raffaele PICCOLO, Carmine NOVIELLO ,Giuseppe MISSO risultò indagato, ma noi fu applicata la misura per lo stesso. La vittima era stata predestinata perché i Lubrano avevano ucciso il fratello di Enrico Martinelli e quindi alle ore 20.30 circa, dopo aver lasciato il suo studio di via Vittorio Veneto, mentre percorreva la citata strada a bordo dell’autovettura di proprieta, una Toyota Land Cruiser, diretto verso la zona periferica, veniva dapprima superato da una Alfa Romeo 164 e poi bloccato all’altezza del Bar Giordano. Li il conducente dell’Alfa riusciva a sbarrare la strada all’auto,della vittima e il complice, che occupava il lato passeggero, iniziava ad esplodere una serie di colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della Toyota. Il Lubrano, nel disperato tentativo di sottrarsi all’azione di fuoco, riusciva ad invertire la marcia, tentando la fuga in direzione del centro abitato. L’autovettura del commando omicida si poneva all’inseguimento e gli occupanti continuavano ad esplodere numerosi colpi d’arma da fuoco lungo l’intero tragitto fino alla via Latina, posta a circa 500 metri dal bar Giordano, ove i killer raggiungevano e uccidevano Lubrano Raffaele, che, nel frattempo, dopo aver urtato con il suo fuoristrada contro il muro di un’abitazione, aveva tentato la fuga a piedi. Gli autori dell’efferato delitto si dileguavano in direzione di Pastorano, abbandonando l’Alfa Romeo 164 in località Arianova, ove veniva successivamente rinvenuta bruciata con all’interno una pistola semiautomatica, parzialmente distrutta, marca Tanfoglio cal, 9x21, con matricola punzonata e caricatore inserito. L'autovettura, Alfa Romeo 164 targata NAZ08335, risultava essere stata rubata ad Aversa il 12.1 1.2002.