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La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".
DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013
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DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013
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venerdì 23 ottobre 2015
ROMA. OPERAZIONE DAMA NERA - CORRUZIONE: ARRESTATI IMPRENDITORI, DIRIGENTI E FUNZIONARI DELLA DIREZIONE GENERALE DI ANAS SPA. COINVOLTI ANCHE UN AVVOCATO ED UN POLITICO, GIÀ SOTTOSEGRETARIO DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA ALLA FINE DEGLI ANNI ‘90.
Dalle prime ore dell’alba, circa 300 finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno
eseguendo n.10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Roma,
nei confronti di n.5 dirigenti e funzionari di ANAS SPA (Direzione Generale di Roma), n. 3
imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, n.1 avvocato e n.1
politico, già sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e Presidente della Regione
Calabria alla fine degli anni ‘90.
Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla scorta delle risultanze delle investigazioni
esperite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, coordinati dalla
Procura della Repubblica di Roma.
Sono 31 gli indagati coinvolti nell’odierna operazione di polizia, convenzionalmente
denominata DAMA NERA, che ha consentito di disarticolare una vera e propria cellula
criminale, costituita da dirigenti e funzionari “corrotti” di ANAS SPA i quali - abusando dei
poteri derivanti dall’incarico ricoperto nell’ambito della predetta azienda pubblica - sono
riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo
nazionale, in alcuni casi con l’intervento di un “colletto bianco” (un avvocato di Catanzaro) e
del citato esponente politico.
Nel dettaglio, gli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata)
della G. di F. di Roma, mutuando moduli investigativi utilizzati per il contrasto alla criminalità
organizzata, hanno condotto complesse ed articolate attività investigative, poste in essere
attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e video riprese, integrate dalle classiche,
ma sempre efficaci, attività di polizia giudiziaria (appostamenti e pedinamenti), all’esito delle
quali sono stati accertati determinanti indizi di reità in ordine a plurime fattispecie di reato,
quali associazione per delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e per atto
contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio.
Figura centrale è risultata la ACCROGLIANÒ Antonella – Dirigente Responsabile del
Coordinamento Tecnico Amministrativo di ANAS SPA – vero e proprio deus ex machina
all’interno del sodalizio, che ha visto la fattiva compartecipazione di ulteriori dirigenti
dell’azienda pubblica, quali DE GROSSI Oreste (Dirigente Responsabile del Servizio
Incarichi Tecnici della Condirezione Generale Tecnica), LAGROTTERIA Sergio Serafino (Dirigente Area Progettazione e Nuove Costruzioni) nonché di funzionari “di rango minore”,
quali PARLATO Giovanni e FERRANTE Antonino, tutti oggi destinatari di provvedimento
restrittivo.
Sul punto, assolutamente evidenti ed inequivocabili gli immorali principi che ispirano la
ACCROGLIANÒ nello svolgimento del suo incarico dirigenziale:
(a) tanto da offrire, in un esplicito do ut des, il suo sostegno ad un altro dipendente
ANAS (“…come si dice… sono una sua ammiratrice io… UNA SUA SPONSOR…
spero di esserlo anche in futuro…”);
(b) ovvero a far intendere, ai sodali PARLATO Giovanni e FERRANTE Nino, i suoi
illeciti propositi (“…speriamo di tenerci forte come abbiamo fatto fino ad adesso..
e di fare tutti un saltino in avanti per poterci aiutare... perché quello è poi lo
scopo.. capito? che chi.. io sono stata abituata in questo modo.. chi cresce, chi fa
un salto in avanti, si porta gli altri dietro.. QUESTA È LA SCUOLA…”), soprattutto
in relazione al recente cambio del top management di ANAS S.p.a.
Le conversazioni captate hanno consentito di far emergere come nel gruppo valesse la
regola per la quale “...SE VIAGGI DA SOLO NON FAI NIENTE... chi ha cercato di
viaggiare da solo, POI L'HANNO AZZOPPATO… perché, poi, alla fine, non ti riconoscono
più...”: in altre parole, trattavasi di un vero e proprio “sistema” criminogeno, specializzato e
consolidato da anni.
La condotta illecita posta in essere si è concretizzata nello sblocco di contenziosi in essere
con l’ANAS (ex art. 31-bis della cd. Legge MERLONI, ora previsto dall’art. 240 del c.d.
Codice degli Appalti), nella velocizzazione delle pratiche inerenti i relativi pagamenti, nella
disapplicazione di penali ed, ancora, nel favorire l’ottenimento di fondi illecitamente
maggiorati. In altri termini, le investigazioni esperite hanno consentito di accertare come i
predetti dipendenti pubblici si siano esclusivamente occupati di curare e favorire
l’interesse particolare di imprenditori con cui, per ragioni d’ufficio, si interfacciavano, a
completo discapito dell’interesse generale, riguardante la corretta edificazione di opere
pubbliche strategiche per la collettività.
Per l’illecito servizio prestato, è stato ampiamente documentato come i dipendenti
dell’Azienda abbiano ottenuto provviste corruttive in danaro ovvero richiesto l’assunzione
di persone “a loro vicine” e/o l’affidamento di lavori in sub appalto a soggetti agli
stessi riferibili. Meritevole di menzione è il linguaggio criptico utilizzato nel descrivere le
dazioni di denaro, definite alternativamente “libri”, “topolini” o
“medicinali/antinfiammatori”.
Allo stato, gli autori degli episodi di corruzione, nei confronti dei nominati pubblici ufficiali,
sono stati identificati in:
BOSCO LO GIUDICE Concetto Albino e COSTANZO Francesco Domenico, noti
imprenditori di origini catanesi, oggi destinatari di provvedimento restrittivo, a cui sono
riferibili le società di rilievo nazionale TECNIS SPA e COGIP INFRASTRUTTURE SPA,
entrambe con sede legale a Tremestieri Etneo (CT).
Pienamente coinvolto nell’illecito rapporto di corruttela è risultato il politico MEDURI Luigi
Giuseppe, anch’egli oggi tratto in arresto, già Presidente della Regione Calabria, dal
gennaio 1999 all’aprile 2000, Deputato nella XIV legislatura (Margherita Ulivo) e, dal
maggio 2006 al maggio 2008, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture (Governo
PRODI), oscuro faccendiere che, da un lato, ha sostenuto le illecite richieste degliimprenditori BOSCO LO GIUDICE e COSTANZO, dall’altro, si è interessato per la
corresponsione di indebite provviste di denaro da parte di questi ultimi in favore dei
dipendenti pubblici investigati ed ha, altresì, richiesto all’ACCROGLIANÒ l’assunzione e/o
la riconferma dell’impiego presso ANAS SPA di due geometri di suo diretto interesse.
Più nel dettaglio, la ACCROGLIANÒ veniva interessata dai predetti imprenditori siciliani
e, per conto degli stessi, dal MEDURI, non solo per la velocizzazione dei pagamenti
conseguenti all’iscrizione di “riserve” nelle contabilità di cantiere, risolte attraverso il
meccanismo del cd. “accordo bonario”, ma, anche e soprattutto, per l’ottenimento
dell’autorizzazione alla cessione di un ramo d’azienda (in realtà una vera e propria
cessione del contratto d’appalto, normativamente non lecita), concernente la
realizzazione della cd. Variante di Morbegno, in Lombardia, provincia di Sondrio.
In sintesi, emergeva come:
le aziende facenti capo ai predetti imprenditori catanesi, in A.T.I., risultassero
aggiudicatarie di un appalto dell’ANAS SPA, per un importo pari a oltre € 145 milioni
di euro, per la progettazione e l’esecuzione della Variante di Morbegno, dallo svincolo
di Fuentes allo svincolo del Tartano;
il COSTANZO Domenico ed il BOSCO Concetto intendessero cedere il ramo
d’azienda (in realtà, come detto, l’appalto), relativo alla realizzazione della citata
Variante di Morbegno, in favore di un’altra società con sede a Sondrio;
tale cessione fosse condizionata all’autorizzazione dell’appaltante ANAS SPA,
attraverso la cd. presa d’atto.
In relazione all’espletamento di tali “pratiche”, venivano documentati plurimi episodi di
corruzione, concretizzatisi in 6 dazioni di denaro, dal dicembre 2014 all’agosto 2015, per
un totale pari ad almeno €150.000,00;
VIDONI Giuliano - anch’egli destinatario di provvedimento restrittivo - titolare della
VIDONI SPA, con sede legale a Travagnacco (UD), importante azienda operante nella
realizzazione di opere pubbliche, aggiudicataria di appalti con l’ANAS SPA, nel periodo
tra il 2006 e il 2014, per un importo totale pari a oltre € 275 milioni di euro.
In particolare, la ACCROGLIANÒ si attivava per l’adozione degli atti finalizzati al
pagamento ed all’erogazione dei corrispettivi contrattuali in favore della società VIDONI
SPA, in via privilegiata rispetto ad altre imprese realizzatrici, facendosi indebitamente
promettere, quale corrispettivo, l’assunzione di un soggetto “di suo interesse” presso una
società del gruppo riconducibile all’imprenditore friulano: assunzione, poi, effettivamente
avvenuta nel febbraio 2015;
DE SANCTIS Francesca e DE SANCTIS Girolamo, titolari della DE SANCTIS
COSTRUZIONI SPA, con sede legale a Roma, destinatari di avviso di garanzia.
RICCIARDELLO Giuseppe, titolare della RICCIARDELLO COSTRUZIONI SRL, con
sede legale a Roma, destinatario di avviso di garanzia.
Ulteriore episodio corruttivo accertato ha riguardato l’esproprio di un terreno da parte di
ANAS SPA, in relazione al quale è stata documentata la corresponsione di una provvista
corruttiva, per un importo pari a € 50.000,00, materialmente effettuata da parte del legale
catanzarese Avv. Eugenio BATTAGLIA, oggi destinatario di provvedimento restrittivo, per
conto dei proprietari del cespite, identificati nei fratelli Giuseppe e Saverio SILVAGNI,
anch’essi di origini calabresi ma da tempo dimoranti a Roma, destinatari di avviso di
garanzia.
Sempre nel corso delle indagini, è stato altresì individuato un gravissimo episodio,
assolutamente esplicativo dello spessore criminale della dirigente pubblica ACCROGLIANÒ Antonella. È stato rilevato, infatti, come quest’ultima avesse “consigliato” ai titolari di
un’azienda, aggiudicataria di un appalto pubblico in Calabria, di subappaltare alcune opere a
ditte facenti capo ad imprenditori già noti alle cronache giudiziarie per contiguità alla
criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetista, i quali avrebbero garantito la necessaria
sicurezza in un territorio ad alta densità mafiosa.
In particolare, la ACCROGLIANO’, nei rapporti corruttivi con la DE SANCTIS SPA, in ordine
alla realizzazione di opere pubbliche nel comune di Palizzi (RC), non solo richiedeva
l’assunzione di operai/geometri, ma esercitava inequivoche pressioni affinché la fornitura del
calcestruzzo ovvero il movimento terra - attività notoriamente di interesse quasi esclusivo
delle cosche di ‘ndrangheta in quei territori - venisse affidato a persona di fiducia della
ACCROGLIANÒ stessa, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o
pressioni di gruppi criminali egemoni nella zona di competenza.
Da ultimo, ad aggravare ulteriormente il già fosco quadro indiziario, è emerso un chiaro
episodio di voto di scambio, concernente la promessa di assunzione lavorativa in ANAS
S.p.a. ovvero in società collegate, effettuata dalla ACCROGLIANÒ Antonella in favore di un
soggetto calabrese, in cambio del sostegno elettorale fornito al fratello, candidato (non
eletto) alle elezioni regionali in Calabria dello scorso Novembre 2014.
In ultima analisi, sulla scorta dei consistenti elementi probatori raccolti, in data odierna, i
finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma – G.I.C.O. hanno dato esecuzione ai
seguenti provvedimenti emessi dal Tribunale e dalla Procura della Repubblica di Roma:
ordinanza di custodia cautelare personale – in carcere ed agli arresti domiciliari – a firma
del GIP dr.ssa Giulia PROTO, nei confronti di:
1. ACCROGLIANÒ Antonella – cl. 1961 – carcere;
2. DE GROSSI Oreste – cl. 1956 – carcere;
3. LAGROTTERIA Sergio Serafino – cl. 1967 – carcere;
4. PARLATO Giovanni – cl. 1967 – carcere;
5. FERRANTE Antonino – cl. 1961 – carcere;
6. BATTAGLIA Eugenio – cl. 1962 – domiciliare;
7. BOSCO LO GIUDICE Concetto Albino – cl. 1963 – domiciliare;
8. COSTANZO Francesco Domenico – cl. 1962 – domiciliare;
9. MEDURI Luigi Giuseppe – cl. 1942 – domiciliare;
10. VIDONI Giuliano – cl. 1945 – domiciliare;
per i reati di associazione per delinquere [art. 416 c.p.], corruzione per l’esercizio della
funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio [artt. 110, 318, 319 e 321 c.p.], induzione
indebita a dare o promettere utilità [art. 319 quater comma 1 e 2 c.p.] e voto di scambio
[artt. 110 c.p. e 96 comma 1 e 2 DPR n. 361/1957];
sequestro per equivalente delle somme corruttive allo stato accertate nei confronti di tutti
i dipendenti pubblici infedeli, fino a concorrenza di € 200.000,00.
Oltre 90 le perquisizioni effettuate in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli
Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo, con il supporto anche dei
Nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza alle sedi di Bari, Arezzo, Catanzaro,
Catania, Gorizia, Cosenza, Padova, Messina, Siracusa, Udine, Torino, Vercelli e Venezia