Sappiamo tutti che questa esperienza amministrativa è stata
un’esperienza amministrativa assolutamente particolare. Se negassimo questo,
saremmo dei folli. Ma è stata un’esperienza amministrativa per la quale io
credo che noi abbiamo operato in maniera assolutamente corretta, considerato
quelli che sono stati le condizioni, i momenti storici, le situazioni
particolari che noi abbiamo dovuto affrontare in quattro anni e per mezzo di
amministrazione e che credo affronteremo per la residua parte del mandato
amministrativo, chiaramente con la volontà del primo cittadino e con
l’esistenza della coesione all’interno della maggioranza… che io credo
esisteva, esiste, non è stata svilita.
La maggioranza è un dato politico, è un dato amministrativo, è un dato
numerico. Dopodiché le blaterazioni, gli interventi, i meccanismi, le
provocazioni fanno parte della dialettica politica, ma chiaramente non spaventano
nessuno, né chiaramente possono fare in modo che la dialettica sia soffocata da
quelle che possono sembrare grandi articolazioni e grandi pensieri.
Io credo che noi arriviamo a questo punto dell’amministrazione perché
vi sono stati dei momenti in cui la politica non ha funzionato, ma non certo da
parte di chi oggi è ancora nei banchi della maggioranza, perché io ho vissuto
in prima persona i momenti del ballottaggio e dell’apparentamento e li abbiamo
vissuti con grande drammaticità interna sapendo che saremmo andati incontro a
delle difficoltà di questione amministrativa, ma che avremmo superato con buona
volontà.
Poi vi sono stati degli atteggiamenti diversi, vi è stato qualcuno che
si è discostato da quella impostazione che poi quando se ne dovrà discutere nei
momenti futuri di confronto, se ne potrà discutere…ma io credo che appartenere
ad un partito politico significhi discutere all’interno di diverse tematiche.
Ci sono, poi, dei meccanismi differenziati che portano a fare dei passi in
avanti o dei passi indietro…ma questo è il dato centrale della negazione della
politica.
Se devo dire che il partito democratico ha sbagliato a fare un accordo
di carattere elettorale in fase di ballottaggio nell’apparentamento con liste
civiche, anche di provenienza diverse, ebbene io vi dico che quella è stata una
scelta metabolizzata all’interno di ampie discussioni che ci sono state dopo il
momento della prima valutazione.
Detto questo, io credo che si debbano ripristinare alcuni momenti di
verità. Non esiste oggi la stessa maggioranza che esisteva ieri ma questo non è
l’aspetto peculiare di questa amministrazione. Io definirei questa città un po’
“sfortunata” dal punto di vista delle amministrazioni comunali…ma questo
probabilmente a partire dagli anni 80/90. Io non ricordo una amministrazione,
tranne la prima amministrazione Iodice, che abbia avuto in carica la durata per
i cinque anni del mandato.
Poniamoci anche noi, come consiglieri comunali, che cosa significa
essere ballerini sulle posizioni e cosa significa tradire, in termini lati, il
mandato elettorale. La prima giunta del sindaco De Pascale cade per una bega
interna ad una forza politica. Il primo mandato Iodice porta la scadenza dei
cinque anni sulla base di un patto di fine consiliatura che, sappiamo perché,
si venne a creare e perché ha creato una serie di ritardi, anche in relazione a
meccanismi collegati alla vicenda giudiziaria, perché, guarda caso, in
quell’anno, io ero candidato sindaco contro Iodice e, in quell’anno, si
verificò la vicenda del palazzo Santagata, della vicenda del palazzo di
Cosentino… e mi fermo su questo per non dire altro.
Il centro destra fece un patto di resistenza e vinse, dopo il primo
quinquennio, la seconda amministrazione Iodice, la quale, al quarto anno, non
riuscì a portare avanti una serie di posizioni diverse e si arrivò, ancora una
volta, ad andare a casa un anno prima. Dopodiché, il centro sinistra vince
un’altra volta in città, ma ancora una volta chi ballava in città, faceva i
passaggi da una parte all’altra e ne determinava la caduta anche di quella
amministrazione che cambiava totalmente orientamento. Sto parlando di
aggregazioni politiche, chiaramente, tutto erano tranne che politiche. Oggi mi
si viene a dire che questa amministrazione…non so che e non so cosa.
Questa è forse un’amministrazione molto più coerente rispetto ad altre
perché al suo interno ha forze che si sono dichiarate, fin dall’inizio, come
forze variegate e hanno trovato una coincidenza all’interno di un meccanismo di
gestione amministrativa complessa che, fino ad oggi, è durata quattro anni e
mezzo, nonostante le pressanti bordate inviate a destra e a manca che,
francamente, poi sono state rinviate al mittente.
Si dica quello che si vuole, sono i numeri quelli che contano!
L’amministrazione oggi resta in piedi nonostante le contraddizioni di
Agosto, quando si diceva che non sarebbe stato approvato il bilancio.
Il bilancio è stato approvato ed è stato approvato come documento
politico con tutte le difficoltà che questo potesse avere, per le restrizioni
note a tutti.
Sembra molto chiaro quello che sta succedendo da qualche anno. C’è
la tendenza, in alcune società particolarmente avanzate, ma anche medievali, a
ricostruirsi quello che si è perso, attraverso i meccanismi che si avvicinano
temporalmente ad alcune scadenze elettorali. E, quindi, di volta in volta, ci
si prepara a ricostruire proprie autonomie quando non si ha avuto la forza di
esprimerle prima e si crede di poterle ricostruire in sei, sette mesi.
La coerenza del comportamento è
un valore che, per chi vi parla, imprescindibile. Noi abbiamo fatto un patto
con i cittadini, in relazione al quale, abbiamo portato avanti una serie di
obiettivi sui quali abbiamo lavorato. Non è un problemi se si sono portati
avanti al 5-20-30% o se sono falliti. Se qualcosa non si è fatta è perché non
vi è stata la possibilità di farla.
Parlate del PUC? Ma ve lo ricordate dell’arch. Forte?
Quante volte nelle passate amministrazioni abbiamo ragionato
dell’arch. Forte.
Si tratta di un piano che è durato 14 anni, che è costato molto di più
di un Piemontese. Non mi venite a dire adesso che quattro anni è un tempo
biblico per un piano regolatore. E’ un tempo ordinario. Si assiste un mandato
che è stato conferito ad un professionista con un pool universitario. Purtroppo
Piemontese è deceduto. Ci volete addebitare questo? Lo abbiamo ucciso noi? Noi
abbiamo ucciso Piemontese per evitare che si facesse il piano regolatore?!?
Evitiamo di dirci fandonie! Di che cosa vogliamo parlare?
Vogliamo parlare dei problemi che avete indicato nella mozione,
riguardo il tribunale o altro?
Dov’è la cittadella giudiziaria? Dov’è il milione di euro che abbiamo
versato per il piano di fattibilità?
Dobbiamo parlare di ragioni concrete? Mettiamole da parte…non ci
interessano i problemi amministrativi, si affrontano di volta in volta, con
serietà, prendendo atto di quelle cose che sono le situazioni oggettive e
finanziarie.
Io non sono assolutamente per posizioni trasversali o di altra natura.
Io sono sempre stato coerente e mi si dica tutto tranne che ho
ballato.
Altri devono stare attenti a dire se lo hanno fatto o meno.
Questa maggioranza ha una coerenza. Ho fatto accordi con Mattucci?
Bene, ne sono onorato. Mi ha fatto piacere. Abbiamo condiviso delle opinioni,
dei meccanismi, delle idee che ci hanno consentito di fare alcune cose. Altre
non ne abbiamo fatte? Non è un problema! Chi è senza peccato scagli la prima
pietra!
Chi può dire che ha fatto tutto del suo programma, me lo dimostri…me
lo faccia vedere.
E allora, io capisco la strumentalità della manovra, capisco la
necessità di andare a recuperare nicchie all’interno delle quali bisogna
andarsi a muovere per avere una ricostruibilità politica ma questa si
ricostruisce all’interno della coerenza, all’interno della dialettica, non all’interno
del dubbio gioco della doppia sfaccettatura, per cui in una parte faccio A e in
un’altra faccio B. La coerenza è un bene al quale o si crede o non si crede.
Noi ci crediamo. Stiamo andando avanti.
Dobbiamo andare a casa? Lo decidiamo noi. Abbiamo autonomia di
giudizio e capacità di decisione.
Ma nessuno ci viene a dire quello che dobbiamo fare. Certi giochetti
non servono a nessuno.
Io ritengo che la mozione di sfiducia sia infondata, affermi concetti
non rispondenti al vero perché l’amministrazione ha operato in maniera
assolutamente lineare con enormi sacrifici. Perché quello che si è verificato a
S. Maria e negli altri comuni, per condizioni di carattere generale che ha
dovuto vivere la Nazione, li abbiamo subiti anche noi. Non ci sono mai stati
tagli così massicci dal governo centrale alle amministrazioni periferiche che
hanno messo in ginocchio grandi comuni della provincia di Caserta.
Questo Comune, a differenza di altri, non è in dissesto!
Comuni come Caserta e come Capua, nonostante le amministrazioni
precedenti, non hanno avuto il dissesto. Stiamo parlando di amministrazioni
ampiamente di centro destra. Sia Caserta che Capua, non hanno avuto la capacità
di reggere l’impatto di una maggioranza politica. Cercate piuttosto di
riflettere su questo: com’è possibile che una grande provincia che ha
un’espressione di centro destra non riesce a gestire un’amministrazione?
Evidentemente il tema della gestione politica amministrativa è estraneo alla
gestione ben più alta del tutelare una forza politica alla quale poi ci
ostiniamo a dare fiducia in questa provincia!?!
Io siedo ai tavoli con persone con cui ho condiviso un percorso e un
programma amministrativo. Altri hanno ritenuto di fare scelte diverse e sono
legittime, però non credo che se legittime sono le scelte di alcuni, scellerate
o illegittime sono quelle degli altri, soprattutto quando non si dimostra il
perché sarebbero scellerate o illegittime.
Noi come amministrazione abbiamo dimostrato di:
a) sapere mettere insieme sensibilità diverse e, forse per chi non
comprende il valore dei rapporti umani, “contrapposte”. La contrapposizione si
scinde e si scioglie quando il rapporto umano e l’intelligenza consentono di
dialogare anche al di là degli steccati di natura politica;
b) abbiamo condiviso momenti amministrativi, li abbiamo portati avanti
in maniera assolutamente corretta.
Abbiamo salvato il Comune, nonostante le difficoltà che ci sono state,
dal baratro amministrativo-finanziario. Certo, abbiamo vissuto difficoltà e ci
sono cittadini che ci dicono “c’è la basola rotta” e questo perché nei bilanci
abbiamo potuto mettere soltanto 40.000 euro per le spese di manutenzione
stradale.
Adesso abbiamo recuperato dei finanziamenti e delle economie di spesa
e i 40 sono diventati 70.
Vi è stata una solidarietà amministrativa che ci siamo dati nei momenti di difficoltà per andare a rigettare quelle manifestazioni di intolleranza nei confronti di un consenso che si andava a creare in città.
Allora io mi domando: la mozione di sfiducia ha un senso?
Noi navighiamo in un consiglio che è complesso, non so quale sarà
l’esito.
Cominciamo col dire che chi deve sfiduciare deve avere la forza di
sfiduciare. La sfiducia è un’espressione positiva di contrarietà, per cui o la
recuperate o non c’è. Tutto il resto è polemica, è valutazione politica, è
ricostruzione di verginità, altro non è.
C’è dunque una maggioranza numerica. Non c’è una maggioranza che
consente la votazione della sfiducia? Questo è il dato tecnico.
Il dato politico è qualcosa su cui non avete inciso perché la sfiducia
si vota se voi incidete sulla rottura del patto di unità politica e non mi
sembra che la vostra mozione dica questo.
Noi abbiamo dato alla città una continuità amministrativa e faccio
solo una riflessione:
quale gestione è preferibile, la migliore gestione commissariale,
burocratica e tecnica o la peggiore gestione amministrativa che valuta, in
termini concreti, la contrapposizione di interessi nelle ristrettezze
economiche e nelle difficoltà operative, una scelta per la città?
Questo è ciò che si deve valutare e invito a quelli che la pensano
come me a votare contro la mozione e a ridare fiducia a questa amministrazione
e a questo sindaco a cui si riconosce una capacità dialettica alternativa a chi
oggi rappresenta l’opposizione, che mantiene ancora una maggioranza numerica
amministrativa, di coesione politica nel governare la città.
Il voto della mozione di sfiducia, ci spossessa del rapporto di
governabilità con la città.
La città non ci ha votati perché noi ci auto sfiduciamo. Esiste ancora
il vincolo di maggioranza , per cui chiedo di votare contro perché la mozione
di sfiducia è infondata e non ha valore.