La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 30 ottobre 2012

CAMORRA A MARCIANISE - OMICIDIO DI GIOVANNI - FERMO PER AFFILIATI AL CLAN BERFORTE

A conclusione delle indagini coordinate da questa direzione Distrettuale Antimafia suIl’omicidio di DI GIOVANNI Michele, commesso in Marcizmise (CE) il 16 gennaio 2006, i Carabinieri del nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione alI’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emesso dal GIP presse il Tribunale di Napoli nei confronti di cinque affiliati al clan "Belforte", ritenuti responsabili di aver partecipato, con modi diversi, al delitto.

Le indagini, condotte nell’immediatezza dalla Stazione CC di Marcianise, attraverso dichiarazioni rese da fonti testimoniali, attività tecniche e le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia DI GRAZIA Paolo, DI GRAZIA Riccardo e GERARDI Antonio, avevano portato nel luglio 2006 all’emissione di un decreto di fermo del P.M. nei confronti di quattro indagati (FRONCILLO Michele, nonché AVETA Pasquale e CUCCARO Domenico, quali esecutori materiali; e SEVERI Francesco, quale "specchiettista"). ll provvedimento restrittivo non fu convalidato e l’indagine, in assenza di ulteriori acquisizioni, fu archiviata. Le successive collaborazioni di FRONCLLLO Michele, AVETA Pasquale e CUCCARO Domenico hanno consentito la riapertura del procedimento penale. Le dichiarazioni dei collaboratore di giustizia, corroborate dai riscontri eseguiti dal nucleo Investigativo CC di Caserta, hanno confermato l’originario impianto accusatorio, sia in relazione al movente sia in relazione ai mandanti, esecutori materiali e basisti. L’ulteriore approfondimento investigativo ha consentito di accertare, nell'attuale fase cautelare , che l’agguato venne deciso in occasione di una riunione dei vertici del clan presso l’abitazione di BUTTONE Bruno, riunione a cui aveva partecipato anche Piccolo Gaetano; fu commesso da AVETA Pasquale e CUCCARO Domenico, (entrambi viaggianti a bordo di un ciclomotore rubalo, CUCCARO alla guida e AVETA passeggero che ha materialmente sparato mediante l’esplosione di cinque colpi di pistola a tamburo mentre la vittima viaggiava a bordo del suo scooter nei pressi del Parco Primavera di Marcianise. Le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di BUTTONE Claudio, fratello di BUTTONE Bruno,SEVERI Francesco e SPARACO Giuseppe, che avrebbero partecipato a vario titolo alla fase esecutiva del delitto.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i successivi riscontri compiuti dai CC di Caserta uno evidenziato anche il movente dell’omicidio: l'omicidio sarebbe stato realizzato per punire MicheIe DI GIOVANNI, il quale, non solo si sarebbe impossessato, unitamente al pregiudicato SPINA Francesco, scomparso il 25 dicembre 2004 (vittima di "lupara bianca"), nel febbraio 2003 di circa 500 kilogrammi di cocaina, di proprietà di FRONCILLO Michele, attualmente collaboratore di giustizia ed al ’epoca elemento di vertice del clan “Belforte", con compiti di gestione del narcotraffico, ma avrebbe anche effettuato alcune richieste estorsive per conto del Clan‘Piccolo noi confronti di imprendi rigidi taglieggiati dal clan Belforte. La sua "esemplare punizione" doveva servire per riaffermare l’indiscussa supremazia del clan ogni settore d’affari. .

I destinatari del provvedimento cautelare, tutti già detenuti per ultra causa, sono:- BUTTONE Bruno cl.’72 e PICCOLO Gaetano cl.’60, con il ruolo di mandanti unitamente a FRONCILLO Michele);

- BUTTONE Claudio cl.’82 (fratello di Bruno), con il 11.1010 di aver procurato ad AVETA Pasquale e CUCCARO Domenico le armi utilizzate per compiere l’agguato;

- SEVERI Francesco cl.’70, con il ruolo di "specchiettista”;

- SPARACO Giuseppe cl.‘68, incaricato del recupero delle armi c del motociclo utilizzato per commettere l’omicidio.