La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 30 ottobre 2012

CAMORRA A MACERATA CAMPANIA - LA DDA ORDINA IL FERMO PER DUE APPARTENENTI AL CLAN BIFONE

Operazione nei confronti del clan camorristico "Bifone" operante in Porti o di Caserta e Comuni limitrofi, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere coordinati dalla Procura di Napoli — Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato, in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip di Napoli, all’arresto di PARRETTA Rocco, della moglie BIFONE Angela (sorella del più noto BIFONE Antonio, capo omonimo clan attualmente detenuto al regime del 41 bis) e di un loro collaboratore, RUSSO Antonio, nonché al sequestro di beniper circa due milioni di euro, in relazione ai reati di usura ed estorsione. L’attività di indagine, sviluppata dai Carabinieri della Stazione di Macerata Campania, ha tratto origine da un episodio di intimidazione in danno di un agricoltore casertano che il 13 agosto del 2011 rinvenne all’esterno della propria abitazione un cacciavite conficcato nel proprio portone di casa, a cui erano attaccati una busta contenente un proiettile ed un foglio di carta con chiare frasi minacciose.

Le successive indagini permettevano di ricondurre la condotta intimidatorie a PARRETTA Rocco. Le minacce erano finalizzate a costringere l’ agricoltore al pagamento di prestiti usurari contratti con lo stesso indagato. Per tale vicenda PARRETTA Rocco e già stato condannato in primo grado a seguito di giudizio abbreviato alla pena di armi otto di reclusione e 12000 euro di multa . Le successive indagini, basate essenzialmente su attività di intercettazione telefonica e sulle dichiarazioni delle persone offese, hanno svelato l’esistenza di numerosissimi rapporti usurai posti in essere soprattutto dai coniugi PARRETTA in danno di almeno 60 persone, residenti in Portico di Caserta e nei l comuni limitrofi

La pratica estorsiva ed usuraia ha interessato prevalentemente soggetti operanti nelsettore commerciale, artigianale ed imprenditoriale, dove la criminalità s’inserì che in modo diretto, per poter gestire e riciclate i propri proventi illeciti.I coniugi Barretta — Bifone, spendendo la loro appartenenza comunque vicinanza alla famiglia criminale dei Bifone di Portico di Caserta, famiglia camorristi a da sempre affiliata al clan dei "Belforte di Marcianise", pretendevano la restituzione e del denaro, praticando un interesse usuraio del 15% mensile sulla somma prestata non esitavano a utilizzare minacce e violenze mei conftonti delle vittime che non riuscivano a restituire quanto pattuito nei tempi e nei modi concordati.Va sottolineato come per lo sviluppo delle indagini particolare valenza hanno assunto le dichiarazioni rese dalle parti offese, che hanno avuto fiducia nell’operato della Magistratura e dei Carabinieri e hanno collaborato, non solo confermando l’esistenza del prestito usuraio, ma anche scrivendo in modo particolareggiato tu e le caratteristiche del prestito. Nel corso delle operazioni sono stati eseguiti aenche numerosi sequestri di beni mobili ed immobili per un valore di circa due milioni e mezzo di euro tra cui 21 certificati di deposito e buoni fruttiferi, 13 conti correnti, due polizze vita, un appartamento ubicato in Riva presso Chieri (TO), due locali commerciali ubicati in Curti (CE e 5 veicoli di cui due autovetture e tre motocicli riconducibili al Parretta Rocco /o a componenti del nucleo familiare.