Si svolgerà lunedì 12 marzo 2012 alle ore 17, presso Club del Benessere di Napoli (salita Pontecorvo, 11 /b), la cerimonia laica di saluto a Maurizio Mottola, scomparso martedì 22 febbraio. In tale occasione, l’anniversario del suo 61esimo compleanno, sarà allestita la mostra dello psichiatra e psicoterapeuta napoletano dal titolo Arte Accaduta - produzioni artistiche scaturite dall'interazione con il computer. “Mottola –spiegano il critico d’arte Maurizio Vitiello e l’artista partenopea Adriana Del Vento invitati a curatore l’inaugurazione– ci aveva coinvolto nella realizzazione dell’evento prima della sua tragica scomparsa e così abbiamo deciso, di comune accordo con i familiari Claudia, Marcello e Marianna di realizzare lo stesso la mostra nell’ambito di una più ampia commemorazione”. Nato a Napoli nel marzo del 1951, dopo essersi laureatosi giovanissimo in Medicina e Chirurgia, Maurizio Mottola svolse una brillante carriera all’interno del servizio sanitario nazionale come psichiatra e psicoterapeuta, fino a diventare dirigente medico di psichiatria all’ASL Napoli 1, presso l’Unità Operativa di Psicologia Clinica e dell’Età Evolutiva. Tale competenza lo portò, dall’ottobre 2000 al maggio 2009, ad essere componente della Commissione per la valutazione dell’idoneità delle scuole di formazione in psicoterapia del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, realizzando nove anni di presenza ininterrotta e partecipando ad oltre ottanta riunioni. La sue esperienza sul campo lo portò in diverse occasioni, l’ultima durante 2004, docente invitato alla Cattedra di Psichiatria della II° Università degli Studi di Napoli dove tenne i corsi in “Legislazione psichiatrica ed organizzazione dipartimentale dei servizi psichiatrici” e “Legislazione psichiatrica e normativa sulla psicoterapia”.
Il tutto senza dimenticare mai le sue passioni: la politica da un lato e l’arte dall’altro.
Sin dal 1973 fu impegnato come militante politico nel movimento radicale. Più volte candidato alle elezioni nella lista Pannella e nella lista Bonino, Mottola si legò alle iniziative radicali in favore dei diritti civili e per la libertà di scelta, con particolare attenzione per i temi del divorzio, opponendosi al referendum che ne chiedeva l’abolizione, per la depenalizzazione del reato di aborto, prima attraverso il libro Verso l’aborto non chirurgico e poi con la formazione dell’Associazione per l’aborto farmacologico, ponendo rilievo sull'interruzione volontaria della gravidanza attraverso l'aborto farmacologico tramite RU486. Poi, in quanto psichiatra, fu rilevante il suo impegno per l’abrogazione della legge manicomiale del 1904 che non s’interruppe con il successo per l’approvazione della legge 180/1978 di riforma psichiatrica. Infatti, in tutti i lustri successivi, Maurizio Mottola promosse ed organizzò convegni e dibattiti sul tema dell'applicazione e della valutazione di proposte di modifica della legge 180/1978 di riforma psichiatrica, sottolineando come “l'approvazione della legge 180 aveva evitato sia il referendum promosso dal Partito Radicale che l'ampio confronto nel paese sul tema della follia, che suscita ancora oggi una profonda paura, seconda unicamente alla paura della morte”. La passione per la politica proseguì affiancandosi a quella per il giornalismo e nel corso degli anni collaborò prima con Quaderni Radicali, rivista dell’ex-segretario del Partito Radicale Giuseppe Rippa, e , negli ultimi dieci anni della sua vita, anche con Agenzia Radicale, supplemento web di QR e con IL MESE di Quaderni Radicali rivista telematica.
L'esposizione di lunedì invece presenterà al pubblico le produzioni artistiche salienti, quelle scaturite dall’interazione con computer tra il 2007 e il 2011, nate per errore e trasformate in arte secondo una logica basata sul principio di causa ed effetto. “La nostra tradizione occidentale – ci riferisce Vitiello mentre sfoglia il comunicato stampa che Mottola aveva già preparato per l’evento- si basa molto sull'assunto poietico del fare partendo sempre da un'intenzione e un'abilità operativa. Invece utilizzando un approccio Zen, Maurizio non aveva effettuato nessun intervento se non quello di riprodurle per averne 99 copie numerate, facendo nascere un’arte accaduta. L'uomo – continua - può intervenire efficacemente sulla realtà, ma alla fine è la realtà che accade come risultante di un intreccio di forze il cui senso di svolgimento e cognitivamente inafferrabile nella sua complessità”. Al di là delle intenzioni dell'operatore di produrre opere d'arte attraverso un processo soggettivo di attribuzione di senso l’intero avvenimento, che prevederà una cerimonia commemorativa presieduta da amici, parenti e colleghi, e la cui mostra rappresenta solo un aspetto, sembra scaturire da metafora di equilibrio che rende omaggio al concetto Zen di “impermanenza”, in cui tutto diviene e continuamente si trasforma, evidenziando il ciclo vitale della nascita, della durata e della morte, che oltre gli esseri umani riguarda l’intero universo in continua trasformazione