La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 10 aprile 2015

DEF, il Governo conferma 5 miliardi di tagli su Province per 2016-17 Pastacci, Upi “Impossibile: dopo 2015 non c’è più margine. Ad un anno esatto dal varo della riforma, si ferma tutto ”




“Con la Legge di stabilità 2015 ventitré Province su settantasei si vedranno ridotti  i bilanci in una percentuale che va dal 20 al 30 per cento della spesa corrente  in meno. La media nazionale è di oltre il 15%, che in valori assoluti significa quasi 9 milioni in meno a Provincia, con picchi che arrivano a quasi meno 35 milioni. E’ evidente che parlare di margini ulteriori di riduzioni per il prossimo biennio è del tutto impossibile. Vuol dire affossare la prima grande riforma istituzionale del Paese, la riforma degli enti di area vasta, proprio ad un anno dal suo varo”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi Alessandro Pastacci,  ricordando come “questi tagli arrivano quando l’attuazione della riforma delle Province, approvata esattamente un anno fa, l’8 aprile  2014, non è ancora neanche lontanatamene iniziata. Nel frattempo, con la legge finanziaria i nuovi enti sono stati messi nella condizione di non avere neanche le risorse sufficienti a coprire  le funzioni fondamentali che la Legge ha loro assegnato, dalla sicurezza delle strade provinciali alla gestione delle scuole superiori, dalla tutela dell’ambiente ai servizi di supporto e assistenza ai comuni.

Per molti enti – sottolinea Pastacci - questa stangata è la porta d’ingresso al dissesto, ma è evidente che se il Governo intende mantenere 2 miliardi di tagli per il 2016 e 3 miliardi di tagli per il 2017, anche quelle che riusciranno a chiudere il bilancio 2015 non saranno più in grado di fare nulla nei prossimi due anni.

Al Presidente del Consiglio – conclude il Presidente dell’Upi – chiederemo la disponibilità ad un incontro, dati alla mano, per verificare insieme i nostri conti e trovare quelle misure indispensabili per portare a termine la riforma senza pregiudicare la qualità del welfare locale e senza privare i cittadini e le imprese di servizi essenziali”.

Di seguito la tabella con le Province che dovranno versare un contributo dai 10 ai 35 milioni di euro.





PROVINCIA
CONTRIBUTO LEGGE STABILITA' 2015
INCIDENZA % SPESA CORRENTE
Caserta
34.617.951
22,41 %
Salerno
24.554.623
20,99 %
Verona
23.553.210
30,24 %
Lecce
23.237.795
26,04 %
Brescia
23.149.908
21,49 %
Monza Brianza
19.385.812
30,24 %
Treviso
18.864.976
29,53 %
Bergamo
18.228.358
16,72 %
Latina
17.662.336
30,24 %
Padova
17.015.690
30,24 %
Vicenza
15.932.957
30,24 %
Avellino
15.575.313
30,24 %
Taranto
14.376.761
30,24 %
Modena
13.719.257
28,15 %
Pavia
13.114.465
23,09 %
Perugia
11.381.089
10,99 %
Mantova
11.063.194
21,38 %
Ravenna
10.014.853
29,59 %






                                                                                               









Fonte: Tabella Governo riparto contributo Legge stabilità 2015 – Conferenza Stato Città Autonomie locali 31 marzo 2015 – su cui Upi ha espresso parere negativo