Nel
pomeriggio del 20 agosto 2012, a seguito
di un’incessante attività di ricerca e pressione info-operativa
esercitata dai Carabinieri del Nucleo
Investigativo di Caserta, in collaborazione con i colleghi del
Reparto Territoriale di Aversa, si
è consegnato presso la Stazione CC di Frignano il pregiudicato
VANACORE
Gennaro,
detto Pasquale, cl.’72 da Villa di Briano (CE).
Era
ricercato dal 10 agosto u.s., allorquando si era reso irreperibile
all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto,
emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei
confronti suoi e di DEL
VECCHIO Giuseppe,
cl.’80 da Casal di Principe, già tratto in arresto, ritenuti
entrambi elementi di vertice del gruppo Schiavone.
L’accusa
nei confronti di entrambi è di tentata estorsione aggravata dal
metodo mafioso.
Il
provvedimento è scaturito da una attività d’indagine, grazie alla
quale in soli 20 giorni, mediante riscontri tecnici, servizi sul
territorio e penetrante attività informativa, i Carabinieri sono
riusciti ad acquisire gravi e concordanti elementi di colpevolezza a
carico di entrambi gli indagati, accusati di aver posto in essere
condotte estorsive ai danni del titolare di un caseificio operante
nell’agro aversano, mediante ripetute visite presso l’attività
commerciale ed anche nel corso di incontri occasionali per strada, al
bar, dal barbiere, ecc., al fine di costringerlo a versare una
tangente di complessivi 30.000 Euro (15.000 subito e 5.000 nelle
canoniche scadenze di ferragosto, Natale e Pasqua).
Le
dichiarazioni rese dal recente collaboratore di giustizia VENOSA
Salvatore, che da ultimo rivestiva una funzione apicale nel clan “dei
casalesi”, hanno arricchito il provvedimento restrittivo di
importanti elementi relativi allo spessore criminale recentemente
assunto dal DEL VECCHIO e dal VANACORE nell’ambito del sodalizio
casalese. I predetti, infatti, costituivano, unitamente allo stesso
VENOSA ed a RECCIA Oreste (fermato il 31 agosto u.s.), il vero e
proprio “direttorio” del clan ed erano deputati alla gestione
della cassa comune ed al pagamento degli stipendi agli affiliati
sottoposti al regime del “carcere duro” (art. 41bis O.P.).