La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 12 gennaio 2011

CASERTA - BARACCOPOLI A PALAZZO REALE

In questi giorni Alessandra Stanley, già capo dell’ufficio di Roma del New York Times, ha pubblicato sul prestigioso giornale Usa un articolo in cui magnifica la Reggia di Caserta e la indica in assoluto come il più bel Palazzo Reale che ha visitato nel mondo. Un pizzico di pubblicità positiva (dopo le immagini dell'immondizia rilanciate con ossessione in ogni angolo della Terra e il gioco al massacro dei politici italiani che fanno di tutto per l'immagine del nostro Paese pure di attuare i loro piani ribaltonistici) non guasta.
Ma la Stanley ha magnificato in realtà i Borbone e il Vanvitelli, coloro che ossia hanno realizzato un tale splendore architettonico. Non certo i politici e le istituzioni casertane (Soprintendenza inclusa). Già perchè gli amministratori di ora sono invece responsabili di un'altra opera: aver consentito l'installazione di baracche, macchinette mangiasoldi,giochi elettronici e schifezze varie per il periodo natalizio (come si vede nelle foto) che restano tutt'ora ad “insozzare e deturpare” il monumento vanvitelliano e i Giardini della Flora. Tutto questo corredo di scandalose installazioni verrebbe giustificato da una pista di pattinaggio che poteva essere ubicata senz'altro in un luogo migliore. Ma forse chi ha consentito questo scempio ha considerato che in quel luogo il cantiere per il rifacimento della Flora già grida vendetta a Dio per come è tenuto, che il chiosco turistico dell'Ept è sempre chiuso ed è lo specchio di una politica del turismo inesistente e quindi, “schifezzaper schifezza” anche la baraccopoli ai piedi della Reggia ci stava bene.

Complimenti e speriamo che il NewYork Times non lo venga a sapere.