CONFEDERAZIONE
DELLE CONFRATERNITE DELLE DIOCESI D’ITALIA
Eretta
dalla Conferenza Episcopale Italiana
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PRIORATO
DELLE CONFRATERNITE DELLA DIOCESI DI CAPUA
“Beati
mortui qui in domino moriuntur”.
Beati coloro che morirono nel nome del Signore. Brocardo che, per
quel che concerne il cimitero di Santa Maria Capua Vetere, dovrebbe
essere posto nella forma dell’interrogativo. Si, perché il sacro
luogo cittadino è continuamente oltraggiato. Intere cappelle
saccheggiate: si va dall’asportazione dei portafiori, agli arredi,
ai pavimenti. Una situazione che va avanti da tempo e che ormai è
divenuta insostenibile. A tal punto che diverse confraternite
sammaritane hanno sporto querela – seppur nei confronti di ignoti –
non solo per i reati di furto aggravato ma anche per vilipendio delle
tombe.
Una
condizione di degrado, incuria ed abbandono che è giunta a
coinvolgere oltre che il “Priorato
delle Confraternite della Diocesi di Capua”
rappresentato da Angelo
Adinolfi,
anche nella qualità di vice coordinatore regionale della
“Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia”
coordinato dal cavaliere Felice
Grilletto;
coloro si sono rivolti all’avvocato
Francesco Fabozzi
affinchè non solo curasse la stesura delle querele ma ne studiasse
giuridicamente il fenomeno ovvero individuare l’eventuale profilo
di responsabilità in capo al sindaco, all’assessore al ramo, al
dirigente competente.
“Quanto
accade al cimitero di Santa Maria Capua Vetere ha dell’assurdo. Un
qualcosa di inaccettabile – afferma
Angelo
Adinolfi
– che colpisce direttamente il cuore di ciascuno. Violare il luogo
sacro e comunque una tomba rappresenta per il sentire di ciascun
fedele una delle azioni peggiori integrante gli estremi di reato tra
i più efferati. Non esagero. Recarsi a rendere saluto ad un proprio
caro e trovarsi al cospetto di una situazione di oltraggio, è come
sentirsi violentato fin nel profondo. Mi auguro che chi di competenza
intervenga al più presto per forre fine ad uno scempio
inaccettabile”. Per
Angelo Adinolfi “siamo
al cospetto di una situazione limite che vede il cimitero di Santa
Maria quale esempio tra i più negativi della Diocesi di Capua ed
oltre. In quanto responsabile del Priorato ed in rappresentanza della
Confederazione, non raccolgo solo lamentele dei rispettivi direttivi
e dei singoli priori e le loro denunce ma anche quelle di privati
possessori di cappelle ormai esausti e giunti sino alla decisione di
non addobbarne più gli interni al fine di non vedere oltraggiare le
tombe dei propri cari. Meglio spoglie che oggetto di vilipendio.
Abbiamo inoltrato all’attenzione del sindaco, dell’assessore al
ramo e del dirigente del settore una severa denuncia ma anche un
accorato appello; si lavori tutti assieme per trovare una soluzione
che metta al sicuro il cimitero dalle scorribande indisturbate dei
profanatori”. Per
l’avvocato
Francesco Fabozzi,
legale del Priorato nonché nella qualità di confratello e
commissario straordinario nominato con decreto Arcivescovile, “non
vorrei fossimo in presenza di inquietanti azioni delinquenziali che,
a mio avviso, vanno oltre il semplice spoglio delle tombe per fini
modestamente economici. Auspichiamo che tutti gli organi di vigilanza
e controllo intervengano con urgenza in piena sintonia con il
Priorato e con la Confederazione”.