E’ inutile
affermare, che l’organizzazione che c’è
stata per il congresso assemblea di ieri pomeriggio alla Cappella Palatina della
Reggia di Caserta è stato magistrale, anzi ancora una volta noi casertani abbiamo fatto vedere
“ a quelli del nord “ che abbiamo la capacità di agire e reagire a delle
sterili polemiche che ormai per gli
industriali sono oramai già dimenticate . Ma non posso non esimermi da alcune considerazione che
desidero fare dopo tutti gli interventi eseguiti nel corso della giornata sia
dal presidente di Confindustria che dai suoi emissari casertani.
Tutti sono
al corrente che in Italia la crisi ha fatto in modo che il prodotto interno
lordo sia stato trasferito in altri stati sottosviluppati, adesso divenute
grandi città industriali e per giunta gli industriali italiani e casertani hanno
istituito in quei paesi la loro stabile organizzazione all’estero con l’apertura
di conti correnti bancari in Hong – Kong
, Singapore, Turchia e Ucraina per non
parlare di Malta , Cipro e Medio oriente, se è vero che la pubblica amministrazione
è lo spreco principale del nostro sistema, perchè gli industriali non fanno
rientrare i loro capitali sparsi sul mondo in Italia visto che da settembre
2012 a maggio 2013 sono sparito 150 miliardi
di euro ?? Ma ve la ricordate la canzone d Gino Paoli – eravamo quattro amici
al bar ??
Sono sempre
convinto che il termine usato per la massa può convincere fino ad un certo
punto , ma non può convincere il lavoratore come status, perché anche i
sindacati oramai hanno fatto il loro tempo ed hanno sprecato energie basilari che non
hanno più radici su un libero convincimento nella gente comune. Le chiacchere, gli
interventi , ma soprattutto il suo, sarà ricordato come quello che in
televisione ai salotti buoni delle reti nazionali e commerciali, e il giorno dopo si è tutto dimenticato perché lascierà gli
industriali casertani nel baratro più tremendo di un territorio che ha
conosciuto soltanto dalla prima repubblica miseria .