Nessuno poteva mai immaginare che
l’ordinanza “sfornata” dalla Regione Campania e firmata dal presidente Vincenzo
De Luca governatore della Campania e “vicere’
di Napoli” potesse essere individuata con il numero 27 e voi dite che c’entra?
C’entra eccome perché nella cabala napoletana ( non lo dico io) il numero 27 rappresenta in gergo napoletano o’ rinale.
Ma adesso andiamo a sviscerare
del perché di questa similitudine.
Il provvedimento, fatto in fretta e di furia, ci fa capire, aldilà dei risvolti che
si potranno avere sui giorni di festa del Santo Natale , come, forse per
incuria o per dimenticanza, l’ordinanza regionale non abbia rispettato tutti i crismi necessari,
affinchè alcune attività potessero vendere indisturbati alcolici e super
alcolici a persone e giovani che vorrebbero brindare insieme ad altri per gli
auguri di Natale e per un anno migliore.
Non a caso, ma è un dato di fatto,
che nella ordinanza emanata con il numero 27 non ci fosse un rigo allo stop
della vendita degli alcolici e dei superalcolici, nei giorni a cui si fa
riferimento, ai supermercati e ai distributori automatici che possono vendere
questi beni, ed è il caso della prima attività (per chi non capisce) anche dopo le ore 20.00 perché alcuni
supermercati restano aperti anche dopo la normale chiusura. Per quanto riguarda
i distributori automatici che sono aperti 24 ore su 24 con birre di ogni specie,
anche in questo caso nell’ordinanza non si fa nessun riferimento.
Ma una domanda sorge spontanea
per dirla alla Lubrano, usciranno come i funghi i furbetti di Natale e
capodanno venderanno indisturbati alcolici e superalcolici perché nella nostra
regione può accadere di tutto?
Siamo d’accordo che l’ordinanza è
stata creata per cercare di arginare gli assembramenti in questo periodo di
covid , anche se sono stati imposti dei
divieti , ma non c’è riferimento a quali sono le forze dell ordine preposti al controllo.
Ecco che il provvedimento
legislativo regionale, avallato da tutte le forze politiche di maggioranza di
cui fanno parte noti esponenti della provincia di Caserta,(San Gennaro dei
poveri e l’eminenza grigia di Mondragone
che ha le mani su Caserta e Santa Maria
Capua Vetere) potrebbe avere una similitudine con l’ordinanza emanata come un vero e proprio vaso da notte che serve soltanto a cacciare
quel liquido per liberarsi di qualcosa che sta sullo stomaco.
Ma molto spesso alcuni
provvedimenti legislativi regionale assumono per lo più similitudini ad una
storia già scritta ai tempi dei vicere’ di Napoli e del Regno delle due Sicilie
, dove un vecchio detto “ feste , farina e forca” la fa da padrona anche in
questo periodo di covid.
La festa è individuata per
festeggiare un evento, la farina significa il cenone e la forca, guarda caso , significava la morte
. E’ come con questa ordinanza fosse scritto come in trecento anni della storia
napoletana, si fa festa si mangia e dopo potete anche morire “a chi
disobbedisce a me” perché voi non siete niente e comando io.
Ciò significa che non è cambiato
niente. Come il popolo veniva trattato all’epoca così viene trattato oggi perché
io vi metto in una certa maniera i divieti, ma noi uomini delle istituzioni continuiamo
a fare tutto quello che abbiamo sempre fatto così non ci potete vedere.
Caro Carlo sindaco di Caserta, tu che ti sei sforzato affinchè il centro storico venisse riqualificato come un vero e proprio villaggio natalizio con un mercatino a Piazza Vanvitelli, la pista di pattinaggio a Piazza redentore e tutto intorno un passeggio fra le vie del centro speriamo in zona ztl, non è meglio che lasci stare il presidente che “potrebbe” soffrire di qualche malattia schizzofrenico dovuta ai troppi vaccini che si è fatto ??
ALMENO IO HO IL CORAGGIO DI DIRLO