Nel pomeriggio del 27 aprile tre
malviventi, di cui due armati di pistola,fecero irruzione nella gioielleria
sita in via Ponte Carolino di Maddaloni (CE), ove, a seguito del tentativo di
rapina, ingaggiarono un conflitto a fuoco con due carabinieri della Compagnia
Carabinieri di Maddaloni, presenti sul posto. Durante l’azione delittuosa
l’App. Della Ratta Tiziano venne attinto da un colpo al torace decedendo
all’istante mentre il Mar. Ca. Trombetta Domenico venne solo ferito anche se
attinto da 3 colpi alle gambe e 2 all'addome. Nel corso della rapina rimasero
feriti anche due rapinatori, Gaglione Vincenza e Covato AngeIo,tratti in
arresto e successivamente deceduti presso l'OspedaIe Civile di Caserta. Le attività
investigative, iniziate con l’immediato intervento del Sostituto di questo
ufficio sul luogo della rapina, proseguirono incessantemente da parte dei
Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta portando, attraverso controlli di
videoregistrazioni effettuate da telecamere installate nel Iuogo dei fatti come
in quello ove il gruppo dei rapinatori si riunì prima deIl‘esecuzione della
rapina nonché intercettazioni telefoniche- individuazioni fotografiche—veritiere
di controlli dio persone precedenti effettuati da diversi uffici di polizia sul
territorio campano-perquisizioni, in meno di 48 ore all’individuazione di un
gruppo criminale -i cui componenti erano quasi tutti incensurati- ben piu
numeroso rispetto ai tre rapinatori entrati nella gioielleria. lnfatti,nel
corso della notte immediatamente successiva alla rapina, fu emesso dalla
Procura della Repubblica di S. Maria C,V. un decreto di fermo di indiziato di
delitto per i reati di concorso in omicidio, tentato omicidio, tentata rapina,
pono e detenzione di arma da fuoco clandestina e ricettazione nei confronti di
Esposito Nuzzo Rosario, De Rosa Giuseppe, lazzetta Antonio, Capone Antonio,
Brucci Paolo, Ronga Domenico, quasi tutti rintracciati alle prime luci dellalba
del giorno successivo dai suddetti Carabinieri unitamente a quelli del Comando
Provinciale di Napoli, costantemente coordinati dalla Procura della Repubblica
di S. Maria C,V..
Gli inquirenti ricostruirono il
ruolo dei singoli soggetti ed in particolare accertarono che il Covato ed il
Iazzetta furono coloro che materialmente ingaggiarono il conflitto a fuoco con
i militari della Compagnia di Maddaloni, Ia Gaglione agevolò L’ingresso dei
complici all’interno della gioielleria, gli altri quelli facevano parte di due
aliquote di riserva del gruppo, disposte nelle vicinanze del luogo del delitto,
al fine di assicurare il supporto e Ia copertura durante Ia fuga. Nel corso
delle perquisizioni effettuate nella notte successiva aII'omicidio in diverse zone
del Comune di Maddaloni, fu rinvenuta e sottoposta a sequestro,aII’interno dei
giardini pubblici di via Feudo una pistola Beretta mod. 98 S completa di
caricature con 9 colpi e matricola punzonata, utilizzata dal IAZZETTA per la
commissione dei reati in parola.
Le indagini,svolte in piena
sinergia dagli inquirenti, consentirono di identificare compitamente la
restante parte del gruppo dei rapinatori compreso il basista,con Ia successiva
emissione,nei due giorni successivi all'omicidio,di altri decreti dl fermo nel confronti
di Della Valle Vincenzo e Bruslin Djordjevic. Tutti i decreti di fermo eseguiti
nelle ore successive (con esclusione,per quanto di seguito si preciserà,di
quello relativo al Djordjevic) furono sottoposti alla convalida ,c0n esito
positiv0,di vari giudici che adottarono anche le ordinanze di custodia
cautelare in carcere ove attualmente si trovano gli indagati,anche a seguito
delle decisioni del Tribunale per il riesame di Napoli in ordine alle relative
istanze degli indagati . Invero il Djordjevic era sfuggito alla cattura
determinando cosi l'inizi0 di una vera caccia aIl’uomo condotta sul territorio
campano,in particolare nei campi nomadi ove poteva aver trovato rifugio,e
proseguita sul territorio nazionale. La caccia serrata indusse il Djordjevic a
cercare rifugio all'ester0 e poiché questa ipotesi fu presa in considerazione
dagli investigatori le ricerche si estesero, sulla base di elementi conoscitivi
acquisiti dai C.C. del Comando Provinciale di Caserta, prima alla Francia e poi
al Belgio -tramite il Servizio per Ia Cooperazione lnternazionale di Polizia ed
in particolare "Sirene Francia" e "Sirene Belgio"-
ricorrendo anche ad intercettazioni telefoniche e all'osservazi0ne costante di
obiettivi sensibili. Nell’ambito di tali ricerche si e attivata anche Ia
Squadra Mobile della Questura di Napoli gia impegnata in altre attivita di indagini
-anche tecniche- relative ad altri soggetti di etnia Rom, attività che ha fornito
ulteriori informazioni.
Contemporaneamente alle ricerche
allestero fu emesso,daIl"uffici0 G.i.p. del Tribunale di S. Maria C.V.,nei
confronti del ricercato un mandato di arresto europeo -per i reati di rapina detenzione
e porto illegali di armi e ricettazione delle stesse connessi alI’omicidio
deII’App. Tiziano Della Ratta-,mandato che faceva seguito aIl‘adozione –da parte
dello stesso ufficio G.i.p.- delI'ordinanza di custodia cautelare in carcere
richiesta dalla Procura della Repubblica. Le ricerche,condotte senza
sosta,hann0 consentito alla Polizia beIga,in data 8/1/2014,di rintracciare il
Djordjevic hella cittadina di Charleroi e di dare esecuzione al predetto mandato
con Ia conduzione dell’arresto innanzi al Magistrato belga,al quale Ia Conte di
Appello di Napoli -tramite il Ministero della Giustizia italiano - trasmetterà
il mandato di arresto europeo originale e tradotto in lingua francese,per le
valutazioni di sua competenza in ordine all’estradizione in Italia del
Djordjevic.
Stretto riserbo su ulteriori
risvolti investigativi.