La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 27 gennaio 2009

Omicidio di camorra : Accusato da un albanese viene scagionato dai pentiti. La storia di Alberto Ogaristi

Talvolta i collaboratori di giustizia contano più dei magistrati e delle forze dell’ordine se si vuole sapere dei fatti delittuosi avvenuti fra gruppi criminali . Il caso di Alberto Ogaristi che fu difeso fino alla cassazione da Romolo Vignola e Massimo Biffa è balzato di nuovo alle cronache come un atto di ingiustizia. Alberto Ogaristi, 35 anni, di Casal di Principe (Caserta), è ritenuto, secondo gli inquirenti elemento di spicco del clan camorristico dei "casalesi", ed era ricercato dal 2004 perché condannato all'ergastolo per omicidio ei confronti di Antonio Amato , fu arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo del Comando provinciale di Caserta nell'abitazione del padre il 5 luglio 2007. Doveva scontare una condanna definitiva all’ergastolo. Ogaristi, quel giorno si era accorto della presenza dei militari, ed ha tentato inutilmente la fuga, ma lanciandosi dal balcone riportò lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. All’epoca era accusato di avere ucciso, in un agguato, il 18 febbraio del 2002, a Villa Literno, Antonio Amato, nell'ambito della faida tra i due gruppi dei casalesi che nella zona si contendono il predominio dei traffici illeciti e delle estorsioni. Amato faceva parte del gruppo Tavoletta e, secondo gli investigatori fu ucciso da esponenti dell'altra fazione, quella ritenuta ancora capeggiata da Francesco Bidognetti, detto "Cicciotte e mezzanotte” . Bene ieri mattina la svolta . Alaberto Ogaristi non partecipò mai all’agguato .. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta , a conclusione di indagini coordinate dalla Dda di Napoli che hanno arrestato i tre presunti responsabili. Amato e Qoqu rimasero vittime di un agguato nell'ambito della lotta tra le due fazioni del clan dei Casalesi, operanti tra Villa Literno e Castelvolturno, quelle del gruppo capeggiato da Francesco Bidognetti, detto «Cicciotto 'e mezzanotte» e dei «Cantiello-Tavoletta». Ad uccidere Amato, legato alla fazione dei «Cantiello-Tavoletta» e a ferire il cognato, secondo le risultanze di nuove indagini, non fu Ogaristi, accusato, anche sulla base delle indicazioni fornite agli investigatori da Telat (che riconobbe in uno dei suoi sicari Ogaristi), ma Luigi Guida, detto «'o drink», originario del rione Sanità di Napoli, ma nominato da Francesco Bidognetti, reggente del gruppo per un lungo periodo. Con lui Luigi Grassia, di 36 anni e Gaetano Ziello, di 29 anni, entrambi di Casal di Principe.