C’era una volta il re. Potrebbe essere un inizio di
una favola raccontata da una mamma o da un papà per far addormentare un
bambino, ma in realtà quello che vi stiamo per raccontare è un fatto realmente
accaduto fra le mura del suntuoso ed imponente Palazzo Reale di Caserta
costruito alla fine del 1700 per volere dei Borboni, che custodisce segreti
ancora non tutte svelate.
Ebbene, manco a farlo apposta, il 25 febbraio del 1795
e ne ricorre oggi il 227esimo anniversario, nella notte fra il 24 febbraio e il
25 febbraio di quell’anno si prese una importante decisione, l’arresto del
presidente della gran corte della vicaria cav. Luigi de Medici accusato di
tradimento o meglio cospirazione alla corona del Re Ferdinando. La riunione,
chiesta espressamente dal Re Ferdinando di Borbone nella sala del trono del
palazzo reale di Caserta fra bracieri (perché era pieno inverno) e pausa
pranzo, parteciparono oltre al Re Ferdinando anche la regina Maria
Carolina, quattro segretari di stato Giovanni Acton, Carlo de Marco,
il marchese Saverio Simonetti, il marchese Gioacchino Corradini, Tommaso
d’Avalos marchese di Vasto, Filippo Orsini duca di Gravina Francesco Loffredo
principe di Migliano, il cardinale Fabrizio Ruffo e il generale
principe Francesco Pignatelli. Erano in undici.
Questo avvenimento è custodito nell’ultimo libro
uscito qualche mese fa a firma di uno decani storici della Regione Campania e
del Regno delle Due Sicilie Avvocato Giuseppe Garofalo intitolato “Le ragioni
del Boia” che racchiude una delle più accattivanti confessioni di un avvocato
della fine del 700 e inizi 800.
Vincenzo de Jorio arrestato il 10 maggio del 1809 in
piena dinastia buonapartiana nel cortile di Castelcapuano a Napoli
davanti ad una folla di curiosi e guarda caso fu trasferito nella
fortezza di Capua. In trentuno varcano la soglia undici uomini e
nove donne e tutti erano accusati di cospirazione. Il processo si svolge il 24
novembre del 1809. Lì iniziò Vincenzo de Jorio a scrivere le sue
memorie raccontando la storia della Rivoluzione Napoletana avvenuta tra la fine
del 1700 e il 1800.
Tra i suoi manoscritti, c’è un avvenimento che
l’avvocato Giuseppe Garofalo aveva raccontato nel suo libro " Le ragione del Boia " in base alla
testimonianza dell’avvocato Vincenzo De Jorio che fu uno degli avvocati
penalisti più importanti del regno di Napoli in quanto aveva difeso molti
cittadini napoletani che si professavano giacobini i quali volevano sovvertire
il regno delle due Sicilie della famiglia dei Borboni.
I processi ai quali partecipò l’avvocato De
Jorio come avvocato difensore , il presidente era il cav. Luigi de Medici
massimo esponente della Gran Corte della Vicaria che nutriva una
particolare “ simpatia “ per i giacobini , perché erano anche rappresentati da
persone integerrime delle migliori famiglie napoletane di quel tempo. Basti
pensare che il presidente della Gran Corte della Vicaria Luigi de Medici ( oggi
potrebbe essere equiparato al presidente della Gran Corte di Cassazione
Italiana) addirittura fece arrestare processare e condannare addirittura
persone ma anche integerrimi personaggi di spicco napoletani come i fratelli
Giordano dove primeggiava una figura particolare quella del
professore di matematica della Nunziatella Annibale , che viveva fisso a
casa di luigi de Medici e quest’ultimo gli aveva fatto anche da
padrino di cresima.
La sera del 24 febbraio del 1795 tutti i convocati si
recarono con le loro carrozze a palazzo Reale a Caserta e quando giunsero il
personale al gran completo e le guardie posizionati sugli scaloni, guardando i
convocati che passavano davanti a loro, si resero conto che stava
accadendo qualcosa di eccezionale. Dopo un giorno e mezzo, perché si giocava
anche sulla credibilità del regno, si decise sull’arresto luigi de Medici
avvenuto poi dopo tre giorni il 28 febbraio del 1795.
Questo aneddoto per certi versi fa
ricordare, una importante operazione eseguita dalla Dda di
Catanzaro dove il procuratore della città calabrese Nicola Gratteri
ha eseguito a dicembre 2019, dopo una importante riunione fiume con tutte i
maggiori esponenti delle istituzione, cosi come avvenne 225 anni a Caserta
nella sala del trono, addirittura indagando ed
arrestando un personaggio istituzionale perché forniva notizie di persone indagate
ad un onorevole di una fazione politica che in quel frangente era
all’opposizione nella nostra nazione .
Come dire passa il tempo ma non è cambiato
niente
!!!