Nessuno poteva aspettarsi che dodici giorni fa e più
precisamente l’8 maggio 2014, ma che continuerà ancora, ci
sarebbe stato una scossa non solo politica , ma anche giudiziaria in una Italia
che si apprestava a votare per le elezioni europee. Ma non è neanche una bruttura pensare che il
mese di maggio 2014 poteva assomigliare a quel lontano 1992 e fino a quel
dicembre 1995 , quando scattò l’operazione Spartacus 1 e 2 .
Le operazioni avvenute con il provvedimento della
misura restrittiva della libertà personale nei confronti dell’ex Ministro Scajola
e dell’onorevole Matacena e di sua moglie Chiara Rizzo ha voluto dare il la ad un contesto fra politica e mafie
molte volte denunciato – anche da me per altri
episodi – ma mai fino ad ora adottato perché
vi era troppa omertà . La stessa, che in molti casi oggi è stata smascherata, passava in sordina , perché ogni
qual volta vi era sentore che vi era qualche personaggio politico indagato partivano dalle segretarie e dagli addetti
stampa comunicati “ di bella presenza “ di personaggi politici che non volevano
far trapelare, problemi personali.
Nonostante vi
erano giornalisti che per “ quieto vivere “ li pubblicavano per avere quella
credibilità non solo cartacea , ma anche interattiva , qualcuno però non si
esimeva da pubblicare anche le notizie che giungevano
da organi istituzionali e qualcuno di loro copiava qualche passo di ordinanze (
per chi non lo sa sono pubbliche ) ecco che questi personaggi politici
ricorrevano a querele di parte per bloccare quel giornalista che metteva il
naso negli affari di qualche politico o carica istituzionale . Lo stesso che
veniva isolato e messo in quarantena, perchè dava fastidio anche ai colleghi che
scrivevano per lo stesso giornale, lasciando il posto a loro raccomandati .
L’informazione giornalistica purtroppo,
nel terzo millennio, ha conosciuto nuove strade , le stesse che oggi sono
contestate anche da magistrati integgerimi che forse, proprio perché non conoscono
come si agisce nelle redazioni dei giornali provinciali, hanno indagati
colleghi campani.
Ma, tornando al la del provvedimento Scajola emesso per lo
più da un magistrato che proprio perché è un servitore della stato , Federico Cafiero
De Raho , non ha paura di nessuno , anzi è un cocktail di due menti eccelse quali
appunto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino , profondi conoscitori del loro
territorio e soprattutto hanno
perseguito un fine, quello di svelare il
connubio fra politica e criminalità organizzata.
Diversamente Il procuratore della Dda di
Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho
, giunto il 13 marzo 2013 , soprannominato
da me in un articolo dopo la sentenza di Spartacus 1 “ il superstite” , perché era rimasto
da solo a concludere un processo molto spesso chiacchierato, ma finito con la comminazione di 21 ergastoli
nel 2006, a Napoli ha lasciato una
eredità ai suoi colleghi formata da
varie indagini pronte per essere sviscerate, ma alcune già concluse pronte per
essere attuate . Una di questa è stata la vicenda Asl di Caserta con un
provvedimento della misura restrittiva della libertà personale nei confronti di
personaggi politici e funzionari amministrativi. La stessa che ha sviscerato numerosi enigmi , ma secondo l’opinione pubblica anche apparentemente
sciocchi, ma basilari per svelare, come
è accaduto anni addietro in Sicilia ,
quel connubio fra personaggi politici e
criminalità organizzata . Ma quella ordinanza, andata in carico a tre
magistrati che conoscevano già il territorio casertano come i pm Luigi Landofi , Annamaria Lucchetta
e il pm della Dda di Napoli Giovanni Conzo, nascondeva
per certi versi nuovi reati a cui la procura
della repubblica di Santa Maria Capua Vetere in persona del procuratore Dottor
Corrado Lembo aveva già provveduto il 3 febbraio 2014 e cioè quando il gip di Napoli
era in procinto di concludere le indagini e chiedere un provvedimenti nei
confronti di personaggi politici della regione Campania .
Il Dottor Lembo, peraltro “ battezzato”
nel 2008 come procuratore della repubblica di Santa Maria Capua Vetere dal procuratore antimafia “un certo” Pietro
Grasso oggi presidente del Senato e il dottor Federico Cafiero De Raho che ha ricevuto un encomio immediatamente dopo
la sentenza Spartacus,sono due personaggi della giustizia
italiana che per certi versi potrebbero assomigliare ai due pm di Palermo . Il
dottor De Raho, addirittura con il provvedimento chiesto ed ottenuto dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria emesso nei confronti di Scajola e Matacena ha
, come si dice in gergo cestistico “un
assist” a colleghi della Dda di Napoli quali appunto i pm della Dda di Napoli Cesare Sirignano e Antonello Ardituro come il provvedimento di qualche giorno fa della misura della libertà personale nei confronti di
operatori dell’ordine che entravano nella banca dati del Ministero degli interni.
Infatti , non a caso si è detto che il provvedimento di Scajola fosse legato a
questa ordinanza .