La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 6 luglio 2012

CASO FABOZZI - SI AFFIEVOLISCONO LE ACCUSE SULL'EX SINDACO DI VILLA LITERNO


Gli avvocati Umberto Del Basso De Caro e Mario Griffo, legali del consigliere regionale Enrico Fabozzi, intervengono in merito all’incidente probatorio che si è svolto lunedì scorso, 2 luglio 2012, con l’interrogatorio dell’imprenditore Giovanni Malinconico, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato, tra gli altri, Enrico Fabozzi per concorso esterno in associazione camorristica, turbativa d’asta e corruzione. Secondo i legali del consigliere regionale, l’interrogatorio di Malinconico conferma in modo inequivocabile la totale estraneità di Fabozzi ai fatti contestati. L’incidente probatorio riguarda l’ordinanza per turbativa d’asta relativa all’appalto dei lavori per la riqualificazione urbana di Villa Literno per un importo di circa 14 milioni di euro.

Malinconico, indagato e agli arresti domiciliari, interrogato in contraddittorio con gli altri coindagati, ha dichiarato e ribadito che non c’è stato alcun accordo con Fabozzi per truccare l’appalto, escludendo anche l’ipotesi di una qualsivoglia corruzione relativa alla gara.

I fatti risalgono a quando Enrico Fabozzi era sindaco di Villa Literno e l’ordinanza per turbativa d’asta segue un’altra ordinanza contenente le accuse di concorso esterno in associazione camorristica, corruzione, voto di scambio e riciclaggio. Tutti i capi di imputazione della suddetta prima ordinanza sono stati annullati dalla Cassazione in data 26 aprile 2012, mentre l’accusa di riciclaggio era già stata oggetto di annullamento per mancanza di gravità indiziaria da parte del tribunale del Riesame di Napoli in data 5 dicembre 2011. C’è da segnalare, inoltre, che l’appalto al centro dell’inchiesta è stato vagliato, per bene due volte, e giudicato perfettamente legittimo sia dal Tar, che dal Consiglio di Stato.

In merito al presunto pagamento di danaro (30mila euro) da parte di Malinconico in favore di Fabozzi, gli avvocati del consigliere regionale sottolineano che è “lo stesso Malinconico, durante l’incidente probatorio, a dichiarare, con estrema chiarezza, che il presunto versamento di quei soldi era finalizzato a finanziare la campagna elettorale di Fabozzi alle comunali di Villa Literno del 2008 e le elezioni politiche che si svolsero lo stesso giorno, sgombrando il campo da qualsiasi collegamento con l’appalto in questione e confermando che detto appalto si è svolto in modo assolutamente trasparente”. Non occorre essere dei fini giuristi per comprendere che la turbata libertà degli incanti è cosa completamente differente dal contributo finanziario alla campagna elettorale.

Tramite i suoi avvocati, il consigliere regionale Enrico Fabozzi fa sapere di essere “sereno perché innocente, ma fortemente spaventato dall’assoluto pregiudizio sulla sua colpevolezza, a danno di qualsiasi beneficio del dubbio. A fronte della chiusura delle indagini, della sentenza della Cassazione, che ha annullato in toto tutti i capi d’imputazione della prima ordinanza, e dopo 8 mesi di carcerazione – ha concluso Fabozzi tramite i suoi legali – appare sempre più evidente che nei miei confronti non è stata adottata una misura cautelare, ma una pena preventiva”.