E LA PROSSIMA PUNTATA TOCCHERà A SANTA MARIA CAPUA VETERE ... DIREMO QUANTI SAMMARITANI HANNO FATTO E CONTINUANO A FARE IL DOPPIO GIOCO FACENDO GLI INFAMI COMPRESO I GIORNALISTI SAMMARITANI E CASERTANI CHE HANNO FATTO UNA BELLA FRITTURA DI PESCE PER DIRLA ALLA DE LUCA !!!
MEDITATE GENTE ...MEDITATE GENTE
MEDITATE GENTE ...MEDITATE GENTE
Comune di Caserta quanti
episodi di malaffare sono accaduti dopo Tangentopoli !!!!
Non è facile parlare
delle vicende giudiziarie avvenute per lo più nel capoluogo di provincia sia a
livello comunale che a livello provinciale, ma ciò che è venuto fuori
attraverso le migliaia e migliaia di pagine di ordinanze di custodia cautelare
e addirittura di richieste di rinvio a giudizio che hanno corroborato le
inchieste fra politica, camorra e appalti, ma soprattutto il nuovo mondo
imprenditoriale nella città di Caserta fa senz’altro capire che in questi anni c’è
stata una decable anche sociale nei confronti di cittadini che avevano sperato
in una vita migliore.
Il comune di Caserta si
sa dopo la prima tangentopoli aveva voltato pagina ….. per modo di dire … cercando di trovare una giusta collocazione sia
dal punto di vista politico, sociale che imprenditoriale. Invece nel 2008, il primo capo di imputazione
del provvedimento di misure restrittive della libertà personale richiesto dalla
procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di
personaggi politici cittadini e nazionali( lo scandalo Annunziata) segnò la vita politica amministrativa nel
centrosinistra casertano per una telefonata ad un sindaco dell’alto matesimo
Enzo Bove, oggi prosciolto da ogni accusa ma che all’epoca era indagato nel
filone del Provincia-gate chiusa da tempo, Carlo Camilleri imprenditore
beneventano, telefonando al sindaco sul suo cellulare chiedeva di soprassedere
su una multa per eccesso di velocità contestata dalla polizia municipale del comune di Alvignano. Purtroppo il
Camilleri non era a conoscenza che in quel periodo il telefono privato di Enzo
Bove era sotto intercettazione , del resto anche lui ed entrambi si sono lasciati andare a qualche chiacchera di
troppo. In quel periodo dalla sala ascolti della procura della repubblica si
segnalò il telefono di Camilleri ai magistrati sammaritani che indagavano e chiesero
di mettere sotto intercettazione anche il telefono dell’imprenditore . Fu così
che iniziarono le inchieste su Caserta, mettendo sotto intercettazione tutti
quelli che avevano rapporti con l’imprenditore Camilleri, toccando un primo palazzo quello dell’Ospedale
di Caserta che allargò a livello politico quel malaffare imprenditoriale con
accuse , piaceri, piacerini e soprattutto nomine direttoriali. Da quel giorno
che scattò l’indagine e l’inchiesta sono passati dalla prima ordinanza circa
dieci anni e nove anni di purgatorio
della signora Lonardo e suo marito
Clemente Mastella che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di Ministro della
Giustizia . Fu la caduta del governo Prodi.
Da quella famosa telefonata
che ha aperto una crepa sulla città di Caserta, la stessa non ha trovato pace
nelle dicerie mediatiche che si sono susseguite anche nel comune e nella
provincia. Accordi, spartizioni, e tutto
quello che non è mai accaduto in modo sfacciato, perché mettendo sotto
controllo quel telefono dell’imprenditore da quella intercettazioni è scattato un
controllo a tappeto che talvolta si è incrociato con la Dda di Napoli che ha richiesto le misure restrittive della
libertà personale nei confronti di amministratori sia comunali , anche
dirigenti dell’Ospedale di Caserta. E’ stata una vera e propria catena, che oseremo dire, di Sant’Antonio dove tutti
i personaggi politici di grido della provincia di Caserta entravano a far parte di un connubio dove la
criminalità malavitosa dal 2008 si è
messa la giacca e la cravatta e con abiti da rappresentanza entrava nei posti
di potere mettendosi a disposizioni dei politici di turno per poi esercitare quel millantato credito
che ha fatto individuare attraverso le
intercettazioni, gli episodi di malaffare che accadendo nei palazzi di potere .
Gli anni passavano e “l’astro
nascente della politica casertana”, così veniva apostrofato
Nicola Cosentino che dopo aver passato anni di fiorente attività camerale nella
capitale d’Italia, ricopriva la nomina di sottosegretario al ministero di economia e finanza, conosceva il suo declino già nel 2011 quando i
magistrati napoletani dopo le sue dimissioni si interessavano ai suoi movimenti
politici in provincia di Caserta. Non candidandosi e dimettendosi nel 2011 non
era immune da attività parlamentare e i magistrati lo accostarono alle attività
illecite del clan dei casalesi. Da lì i magistrati napoletani della Dda di
Napoli scoperchiarono il malaffare non solo in provincia di Caserta , ma lo
allargarono alla città entrando di nuovo negli appalti dell’Ospedale Sant’anno e San Sebastiano ( fu nominato da
qualche giudice l’ospedale della camorra) e nelle Asl ed accostarono il suo nome alla
famiglia Zagaria e precedentemente anche agli Schiavone coinvolgendo personaggi
politici regionali che oggi sono stati prosciolti dalle accuse.
Casalesi e marcianisani
in sostanza si dividevano Caserta e non
a caso anche nel settore rifiuti Caserta
qualche giorno fa è stata chiamata in causa in merito a richieste di interdittive antimafia nei confronti di
società che gestiscono il servizio di raccolta dei solidi urbani
, che guarda caso è venuto quando il titolare della DHI Alberto di Nardo
ha iniziato a raccontare il sistema corruzione
e di peculato nelle pubbliche
amministrazioni che nessuna in provincia di Caserta è stata risparmiata dal
malaffare forse solo qualche piccolo comune di 800 abitanti del matesino.
A questo poi ci
aggiungiamo che circa due anni fa imprenditori san feliciani sono entrati
prepotentemente nella città riciclando denaro proveniente da appalti illeciti
con il benestare di colletti bianchi vicino alla criminalità organizzata,
comprandosi attività nel centro storico di Caserta certificata da provvedimenti
di misure restrittive di libertà personali nel 2017.
Insomma Caserta per le elezioni politiche 2018
si affaccia in questo scenario politico che viene alla luce da circa dieci anni
di malapolitica e dove nessuno, forse pochi oggi candidati può dire io non
c’ero.
Nessuno può accreditarsi
ad essere un politico che è uscito indenne da queste storie, perché tutti
sapevano ciò che accadeva in città