La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 13 agosto 2014

GUARDIA DI FINANZA. ROMA. SMANTELLATO NEL NAPOLETANO “DISTRETTO INDUSTRIALE DEL FALSO” IN ODORE DI CAMORRA. MAXI SEQUESTRO DI 120 MILA ARTICOLI TAROCCATI OLTRE A LABORATORI, SARTORIE E MAGAZZINI, DENUNCIATE UNDICI PERSONE PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE.


Anche questa volta, partendo da venditori ambulanti irregolari che, nelle spiagge del
litorale romano, offrono la loro mercanzia in vendita, i Finanzieri del Comando Provinciale
di Roma hanno ripercorso a ritroso la filiera distributiva individuando i vertici
dell’organizzazione che aveva realizzato, nel Napoletano, un vero e proprio “distretto
industriale del falso”, costituito da sette tra opifici, laboratori e sartorie adoperati per
l’assemblaggio delle calzature ed il confezionamento di capi di abbigliamento contraffatti.
La “banda” - composta da undici persone e con proprie basi operative a Napoli, Arzano,
Acerra, Melito di Napoli – era organizzata con una gerarchia piramidale che vedeva a
capo sei imprenditori e si serviva di laboratori clandestini e di alcune sartorie artigianali per
la produzione di capi “taroccati”, riportanti i marchi più rinomati “Dolce&Gabbana”,
“Alessandrini”, “Gucci”, “Fendi”, “Liu-jo”, “Louis Vuitton”, “Burberry”, “Armani” ed “Hogan”.
Efficiente e capillare la rete distributiva che, grazie a diversi depositi intermedi, riusciva ad
alimentare le bancarelle ed i negozi del Sud-Italia e della Capitale, esaudendo ogni
desiderio anche dei clienti più esigenti: maglie, pantaloni e calzature.
Punto di forza dell’organizzazione criminale, tale da consentire di sbaragliare la
concorrenza cinese, era la disponibilità di manodopera super specializzata, formatasi in
anni di lavoro, in grado di confezionare prodotti dalla qualità impeccabile, cui mancava
soltanto la licenza della “casa madre” titolare dei diritti di privativa industriale. Tra i clienti
più assidui anche esponenti di clan camorristici, sensibili al fascino delle grandi marche e
desiderosi di affermare la propria leadership anche sfoggiando capi “griffati”.
Gli appostamenti, i pedinamenti ed il ricorso alla “consegna controllata” da parte delle
Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino hanno consentito di ricostruire i ruoli di tutti i
sodali, deferiti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli per i reati di associazione a
delinquere, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.
Nel corso delle perquisizioni locali sono stati rinvenuti oltre 120 mila pezzi – tra pantaloni,
jeans, calzature, suole, tomaie ed accessori vari taroccati - , 41 macchinari di ultima
generazione, carrelli industriali e stampi, nonché individuati 20 lavoratori “in nero”.
Da capogiro il volume d’affari dell’organizzazione, che si avvaleva dei sistemi in voga nel
mondo commerciale per i pagamenti: gli ordini dovevano essere regolati rigorosamente
tramite postepay e, ai clienti particolarmente affidabili, venivano concesse facilitazioni di
pagamento ed aperture di credito per le temporanee carenze di liquidità. I prezzi erano
assolutamente allettanti basti pensare che, per l’ultima “collezione primavera-estate”, si
andava dai trenta euro del pantalone “Gucci” ai cinquanta euro del richiestissimo ed
ambito modello ”Interactive” delle scarpe “Hogan”.